■La tana (1)

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Poco dopo venne raggiunto dal padrino che si sedette sul letto. 《Allora cosa ti prende?》chiese senza peli sulla lingua. 《Nulla》rispose Harry. 《Sai, riesco a capire quando qualcuno mente, e tu ora stai mentendo. E da questo pomeriggio che sei strano》disse l'uomo. Harry sospirò e lo guardò.

《Vedi...io ho la sensazione che la mamma sua delusa da me. Io non vado in cerca di guai, ma sono loro che vengono da me. L'ho vista strana oggi e mi sono messo sulla difensiva. Non voglio essere un dispiacere per lei》confessò rosso in viso. 《Harry, figliolo, tua madre non è affatto delusa da te. Non pensa nemmeno una cosa di ciò che hai detto, non da a te la colpa, ma a sé stessa per non averti protetto da ogni male che ti è successo.》disse Sirius abbracciandolo. 《Davvero?》《Si Harry, tua madre ti ama tanto, e soltanto preoccupata per ciò che ti riserverà il futuro. Tutti noi lo siamo.》disse l'uomo intenerito.

Harry sorrise più tranquillo e gli sorrise. 《Grazie Sir!》E l'uomo sorrise, poco dopo lo lasciò solo. Harry si addormentò senza nessun pensiero negativo.

Sirius raggiunse gli amici che erano al Lago nero. 《Allora?》chiese James all'amico. Sirius spiegò tutto e Lily si sentì in colpa. 《Povero piccolo, ha pesato che fossi delusa da lui, quando è il contrario》disse mentre veniva stretta dal futuro marito. 《Lils è un adolescente, tutti abbiamo passato quella fase, non fartene una colpa》disse Marlene e poco dopo tutti andarono nelle proprie stanze.

L'indomani Harry si svegliò molto meglio e si fece una doccia calda. Si vestì e insieme ai suoi amici raggiunse la sala grande. Si sedette al tavolo semi vuoto e si riempì il piatto. 《Giorno campione》disse il padre non appena si sedette al tavolo. Harry lo abbracciò e poi venne stretto dalla madre. Harry si godè quella stretta e poi la madre si sedette accanto. 《Come hai dormito?》《Bene mamma》e poi la sala si riempì. Si ritornò alla lettura.

《«Ron!» esclamò in un soffio Harry, strisciando verso la finestra e apren-
dola in modo da poter parlare attraverso le sbarre. «Ron, come hai... che
cosa...?»
Lo spettacolo che gli si presentò davanti agli occhi lo lasciò senza fiato.
Ron si sporgeva fuori dal finestrino posteriore di una vecchia automobile
color turchese, parcheggiata a mezz'aria. E dai sedili anteriori i gemelli
Fred e George, i fratelli maggiori di Ron, guardavano Harry sorridendo.
«Tutto bene, Harry?»
«Ma che cosa ti è capitato?» chiese Ron. «Perché non hai risposto alle
mie lettere? Ti ho chiesto almeno una dozzina di volte di venire a stare da
noi, e quando papà è tornato a casa e ha detto che avevi avuto un richiamo
ufficiale per avere usato la magia di fronte ai Babbani...»》

James rise in direzione dei gemelli. 《Gran bella entrata di scena》si complimentò e due ragazzi risero. 《Grazie signor Potter》《Chiamatemi James su》

《«Non sono stato io... e come ha fatto, lui, a saperlo?»
«Lui lavora al Ministero» disse Ron. «Lo sai che non siamo autorizzati a
fare incantesimi fuori della scuola...»
«Senti chi parla!» disse Harry guardando l'auto volante.
«Oh, questa non conta» disse Ron. «L'abbiamo solo presa in prestito; è
di papà, non abbiamo fatto noi l'incantesimo. Ma fare magie di fronte ai
Babbani con cui vivi...»
«Te l'ho detto, non sono stato io... ma è troppo lungo da spiegare. Però
puoi dire tu a Hogwarts che i Dursley mi hanno chiuso a chiave e non mi
fanno tornare a scuola, e che naturalmente io non posso fare niente di ma-
gico per liberarmi, se no il Ministero penserà che è il secondo incantesimo
che ho fatto in tre giorni...»
«Sta' un po' zitto!» disse Ron. «Siamo venuti a prenderti, tu vieni a casa
con noi»》

A Sirius parve rivivere il momento quando James lo salvò dalla sua famiglia. James intercettò i suoi pensieri e gli sorrise. Lo avrebbe fatto altre mille volte.

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora