♤La finale di Quiddich (2)

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《Lavanda e Calì sembravano profondamente colpite, e si avvicinarono
per far posto all'insegnante al loro tavolo.
«Che giornata per Hermione, eh?» mormorò Ron a Harry in tono rispet-
toso.
«Sì...»
Harry guardò nella sfera di cristallo, ma non vide altro che una nebbia
bianca vorticante. La professoressa Cooman aveva visto davvero il Gramo
un'altra volta? E lui? L'ultima cosa di cui aveva bisogno era un altro inci-
dente quasi letale, con la finale di Quidditch che si avvicinava.
Le vacanze di Pasqua non furono proprio distensive. Quelli del terzo an-
no non avevano mai avuto tanti compiti. Neville Paciock sembrava sull'or-
lo di una crisi di nervi, e non era il solo.
«E le chiamano vacanze!» ruggì Seamus Finnigan un pomeriggio, rivol-
to ai compagni in sala comune. «Manca un secolo agli esami, a che gioco
stanno giocando?»
Ma nessuno aveva tanto da fare quanto Hermione. Anche senza Divina-
zione, seguiva più materie di chiunque altro. Di solito era l'ultima a lascia-
re la sala comune di sera, la prima a scendere in biblioteca la mattina dopo;
aveva le occhiaie come Lupin e sembrava sempre sul punto di scoppiare in
lacrime.
Ron si era assunto la responsabilità dell'appello di Fierobecco. Quando
non faceva i compiti, era chino su enormi volumi con titoli come Manuale
di Psicologia dell'Ippogrifo e Feroce o Ferace? Studi sulla Brutalità del-
l'Ippogrifo. Era così concentrato che dimenticava perfino di trattar male
Grattastinchi.
Harry, nel frattempo, doveva far convivere i compiti e le lezioni con l'al-
lenamento quotidiano di Quidditch, per non parlare delle interminabili di-
scussioni di tattica con Baston. La partita Grifondoro-Serpeverde si sareb-
be tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in te-
sta di duecento punti esatti. Il che voleva dire (come Baston ricordava co-
stantemente alla sua squadra) che dovevano vincere la partita con un van-
taggio maggiore per conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la re-
sponsabilità della vittoria pesava soprattutto su Harry, perché la cattura del
Boccino valeva da sola centocinquanta punti.
«Quindi devi prenderlo solo se siamo in vantaggio di più di cinquanta
punti» ripeteva Baston a Harry. «Solo se siamo sopra di più di cinquanta
punti, Harry, altrimenti vinciamo la partita ma perdiamo la coppa. Hai capito, vero? Devi prendere il Boccino solo se...»
«LO SO, OLIVER!» urlò Harry》

《Disse con voce calma》aggiunse Dean e i suoi amici risero, tra cui Harry.

《Tutta la Casa di Grifondoro era ossessionata dall'imminente incontro.
Grifondoro non vinceva il trofeo da quando il leggendario Charlie Weasley
(il secondo fratello di Ron in ordine di età) era Cercatore. Ma Harry dubi-
tava che tutti loro, Baston compreso, volessero vincere quanto lui. La riva-
lità tra Harry e Malfoy era giunta al culmine. A Malfoy bruciava ancora
l'incidente col fango a Hogsmeade, ed era ancora più arrabbiato perché
Harry in qualche modo era riuscito a evitare la punizione. Harry non aveva
dimenticato il tentativo di Malfoy di farlo cadere nella partita contro Cor-
vonero, ma era la faccenda Fierobecco a renderlo ancora più deciso a bat-
tere Malfoy davanti all'intera scuola.
Mai, a memoria di nessuno, l'attesa di una partita era trascorsa in un'at-
mosfera così elettrica. Alla fine delle vacanze, la tensione tra le due squa-
dre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei corridoi esplosero
piccole risse, che culminarono in un brutto scontro in cui un quarto anno di
Grifondoro e un sesto anno di Serpeverde finirono in infermeria con dei
porri che gli spuntavano dalle orecchie.
Per Harry fu un gran brutto periodo. Non poteva andare a lezione senza
che qualche Serpeverde non cercasse di fargli lo sgambetto; Tiger e Goyle
sbucavano da tutte le parti, e strisciavano via delusi quando lo vedevano
circondato da altri ragazzi. Baston aveva dato istruzioni perché Harry ve-
nisse scortato ovunque, nel caso che i Serpeverde tentassero di metterlo
fuori gioco. Tutta la Casa di Grifondoro raccolse la sfida con entusiasmo,
così che per Harry era impossibile arrivare alle lezioni in orario perché era
sempre circondato da un'enorme folla rumorosa. Era più preoccupato per
la sicurezza della sua Firebolt che per la propria. Quando non la cavalcava,
la chiudeva al sicuro nel suo baule, e spesso durante gli intervalli sfreccia-
va su nella Torre di Grifondoro a controllare che ci fosse ancora》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora