•Il marchio nero (3)

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《'Dove hai
trovato esattamente la bacchetta di Harry?'
Winky torceva con tanta veemenza l'orlo del suo strofinaccio che
questo le si stava sfilacciando tra le dita.
'Io... io l'ha trovata... l'ha trovata là, signore...' sussurrò,
'là... tra gli alberi, signore...'
'Visto, Amos?' disse il signor Weasley. 'Chiunque abbia richiamato
il Marchio avrebbe potuto Smaterializzarsi appena commesso il fatto,
lasciando la bacchetta di Harry. Mossa astuta, non usare la propria,
cosa che avrebbe potuto tradirlo. E la nostra Winky ha avuto la
sfortuna di trovare la bacchetta qualche attimo dopo e di
raccoglierla'.
'Ma allora vuol dire che si è trovata vicinissima al colpevole!'
disse Diggory con impazienza. 'Elfa? Hai visto qualcuno?'
Winky prese a tremare più forte che mai. I suoi occhioni scattarono
da Diggory a Ludo Bagman e tornarono da Crouch.
Poi deglutì e disse: 'Io non ha visto nessuno, signore...
nessuno...'
'Amos' disse il signor Crouch seccamente, 'sono pienamente
consapevole che nell'ordinario corso degli eventi lei dovrebbe
portare Winky al suo Ufficio per interrogarla. Ma le chiedo di
lasciarla a me'.
Sembrò che a Diggory quell'idea non andasse affatto a genio, ma
dato che il signor Crouch era chiaramente un membro molto importante
del Ministero, non osò controbattere.
'Può stare certo che verrà punita' aggiunse Crouch gelido.
'P-p-padrone...' Winky balbettò guardandolo, gli occhi traboccanti
di lacrime. 'P-p-padrone, t-t-ti prego...'
Crouch la fissò di rimando, il volto indurito, ogni ruga incisa più
profondamente. Non c'era pietà nel suo sguardo. 'Questa sera Winky si
è comportata in un modo che non avrei mai creduto possibile' disse
lentamente. 'Le avevo detto di restare nella tenda. Le avevo detto di
restarci mentre uscivo a sistemare la faccenda. E ora scopro che mi
ha disubbidito. Questo vuol dire vestiti'.
'No!' gemette Winky, prostrandosi ai piedi del signor Crouch. 'No,
padrone! Vestiti no, vestiti no!'》

Molti si dispiacquero per l'elfa.

Harry sapeva che l'unico modo per liberare un elfo domestico era
donargli capi d'abbigliamento. Era penoso vedere Winky tormentare il
suo strofinaccio mentre singhiozzava ai piedi di Crouch.
'Ma era spaventata!' esplose rabbiosamente Hermione, fissando torva
il signor Crouch. 'La sua elfa ha paura dell'altezza, e quei maghi
incappucciati stavano facendo levitare la gente! Non può biasimarla
perché ha voluto togliersi di torno!'
Crouch fece un passo indietro, evitando il contatto con l'elfa, che
ora osservava come se fosse qualcosa di sporco e marcio che stava
contaminando le sue lucidissime scarpe.
'Non mi serve un elfo domestico che mi disubbidisce' disse gelido,
guardando Hermione. 'Non mi serve un domestico che dimentica i suoi
doveri verso il padrone, e verso la reputazione del padrone'.
Winky piangeva così forte che i suoi singhiozzi echeggiavano per
tutta la radura. Calò un silenzio molto teso, interrotto dal signor Weasley che
disse piano: 'Be', credo che riporterò i miei ragazzi alla tenda, se
nessuno ha niente da obiettare. Amos, quella bacchetta ci ha detto
tutto quello che poteva... Puoi ridarla a Harry, per favore?'
Diggory consegnò la bacchetta a Harry, che se la mise in tasca.
'Andiamo, voi tre' disse piano il signor Weasley. Ma Hermione non
aveva l'aria di volersi muovere; non riusciva a staccare gli occhi
dall'elfa in singhiozzi. 'Hermione!' disse il signor Weasley con più
insistenza. Lei si voltò e seguì Harry e Ron fuori dalla radura e tra
gli alberi.
'Che cosa accadrà a Winky?' chiese, non appena furono usciti dalla
radura.
'Non lo so' disse il signor Weasley.
'Come l'hanno trattata!' disse Hermione infuriata. 'Diggory che
continuava a chiamarla "elfa"... e Crouch! Sa che non è stata lei e
ha lo stesso intenzione di licenziarla! Non gli importava di quanto
era spaventata o sconvolta... era come se non fosse nemmeno umana!'
'Be', non lo è' disse Ron.
Hermione si voltò a guardarlo. 'Questo non significa che non abbia
dei sentimenti, Ron, è disgustoso il modo in cui...'
'Hermione, sono d'accordo con te' disse in fretta il signor
Weasley, esortandola ad andare avanti, 'ma questo non è il momento di
discutere i diritti degli elfi. Voglio tornare alla tenda il più in
fretta possibile. Che cos'è successo agli altri?'
'Era troppo buio, ci siamo persi' disse Ron. 'Papà, perché erano
tutti così nervosi per la faccenda del teschio?'
'Spiegherò tutto quando saremo di ritorno alla tenda' disse il
signor Weasley, teso.
Ma al limitare del bosco, furono costretti a fermarsi.
Una gran folla di maghi e streghe dall'aria spaventata si era
riunita lì, e quando videro il signor Weasley venire verso di loro,
molti gli si affrettarono incontro. 'Che cosa sta succedendo laggiù?'
'Chi l'ha evocato?' 'Arthur... non sarà... lui?'
'Certo che non è lui' disse il signor Weasley con impazienza. 'Non
so chi sia stato, sembra che si siano Smaterializzati. Ora scusatemi,
vi prego, voglio andare a dormire'.
Guidò Harry, Ron e Hermione attraverso la folla e poi di nuovo nel
campeggio. Ora era tutto tranquillo; non c'era traccia dei maghi
mascherati, anche se alcune tende distrutte fumavano ancora.
Dalla tenda dei ragazzi spuntò la testa di Charlie.
'Papà, che cosa sta succedendo?' gridò nell'oscurità. 'Fred, George
e Ginny sono tornati sani e salvi, ma gli altri...'
'Sono qui con me' disse il signor Weasley, chinandosi ed entrando
nella tenda. Harry, Ron e Hermione lo seguirono》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora