■Gilderoy Allock(1)

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A fine pranzo, Harry andò nell'ufficio di Remus e i due iniziarono la lezione extra. Harry si impegnò molto ma riuscì a far uscire dalla bacchetta solo un leggero filo argentato. Ma Remus lo conosolò, stettero a provare fino all'orario di cena, dove raggiunsero la sala grande.

Harry si sedette come al solito accanto a Fred, che gli sorrise. 《Tutto okay?》chiese e Harry annuì. Poi si riprese la lettura.

《Ma il giorno dopo Harry sorrise molto meno. Le cose cominciarono a
mettersi male fin dalla prima colazione, nella Sala Grande. Le quattro lun-
ghe tavole, sotto il soffitto magico (quel giorno di un grigio nuvoloso uni-
forme), erano apparecchiate con zuppiere di porridge, piatti di aringhe af-
fumicate, montagne di toast e vassoi di uova e bacon. Harry e Ron si sedet-
tero al tavolo di Grifondoro accanto a Hermione, che teneva aperta la sua
copia di In viaggio con i vampiri, appoggiandola contro una brocca di lat-
te. Ci fu una sfumatura lievemente rigida nel modo in cui disse «Buon-
giorno», il che fece capire a Harry che ancora disapprovava il modo in cui
erano arrivati. Neville Paciock, al contrario, li salutò allegramente. Neville
era un ragazzo dalla faccia rotonda un tantino maldestro; era una delle per-
sone più smemorate che Harry avesse conosciuto.
«La posta dovrebbe arrivare da un momento all'altro... Penso che la non-
na mi manderà alcune cose che ho dimenticato» disse.
Harry aveva appena cominciato a mangiare il suo porridge quando, co-
m'era prevedibile, si udì un fruscio precipitoso e circa un centinaio di gufi
irruppero, volteggiando per la sala e lasciando cadere lettere e pacchetti
sulla folla dei ragazzi vocianti. Un grosso pacchetto bitorzoluto rimbalzò
sulla testa di Neville e dopo un istante qualcosa di grosso e grigio cadde
nella brocca di Hermione, spruzzandoli tutti di latte e piume.
«Errol!» esclamò Ron tirando fuori per una zampa il gufo tutto zuppo.
Errol, svenuto, ricadde pesantemente sul tavolo, le zampe in aria e una bu-
sta rossa tutta bagnata stretta nel becco.
«Oh, no!» esclamò Ron col fiato mozzo.
«Non ti preoccupare, è ancora vivo» disse Hermione stuzzicando garba-
tamente il gufo con la punta del dito.
«Non sono preoccupato per questo... ma per quella!»
Ron indicò la busta rossa. A Harry sembrò una busta qualunque, ma Ron
e Neville la stavano guardando come se dovesse esplodere da un momento
all'altro.
«Qual è il problema?» chiese Harry.
«Mi ha... mi ha mandato una Strillettera» disse Ron con un filo di voce.》

Molti risero ricordando il momento e Ron arrossì. In quel momento era molto imbarazzato, Harry invece non ricevette nulla, e si sentì un pochino in colpa.

《«È meglio che la apri, Ron» disse Neville in un timido sussurro. «Sarà
peggio se non lo fai. Una volta mia nonna me ne ha mandata una e io ho
fatto finta di niente e...» deglutì, «è stato orribile».
Lo sguardo di Harry passò dai loro volti pietrificati alla busta rossa.
«Che cos'è una Strillettera?» chiese.
Ma tutta l'attenzione di Ron era concentrata sulla busta, che aveva cominciato a emettere fumo dagli angoli.
«Aprila» insistette Neville. «Tra pochi minuti sarà troppo tardi...»
Ron allungò una mano tremante, prese la busta dal becco di Errol e la
aprì. Neville si tappò le orecchie con le dita. Dopo una frazione di secon-
do, Harry capì perché. Per un attimo pensò che la lettera fosse esplosa; un
ruggito riempi l'immensa sala facendo cadere la polvere dai soffitti.
«...RUBARE LA MACCHINA! NON MI AVREBBE SORPRESO SE
TI AVESSERO ESPULSO! ASPETTA CHE TI PRENDA! NON HAI
PENSATO NEANCHE PER UN ISTANTE A QUEL CHE ABBIAMO
PASSATO TUO PADRE E IO QUANDO ABBIAMO VISTO CHE NON
C'ERA PIÙ...»
Le urla di mamma Weasley, cento volte più acute del normale, fecero
tremare piatti e cucchiai sul tavolo e rimbombarono assordanti tra le mura
di pietra. Tutti i ragazzi nella sala si voltarono per vedere chi avesse rice-
vuto la Strillettera e Ron sprofondò nella sedia, così che si vedeva soltanto
la sua fronte paonazza.
«...UNA LETTERA DA SILENTE IERI SERA! HO CREDUTO CHE
TUO PADRE SAREBBE MORTO PER LA VERGOGNA! NON TI AB-
BIAMO ALLEVATO PERCHÉ TU TI COMPORTASSI IN QUESTO
MODO! TU E HARRY POTEVATE MORIRE...»
Harry si era chiesto quando sarebbe saltato fuori il suo nome. Cercò con
tutte le forze di far finta di non udire la voce che gli stava rompendo i tim-
pani.
«...ASSOLUTAMENTE DISGUSTATA! IN UFFICIO TUO PADRE
VERRÀ SOTTOPOSTO A UN'INCHIESTA! È TUTTA COLPA TUA, E
SE PROVI A FARE UN ALTRO PASSO FALSO TI RIPORTIAMO
DRITTO FILATO A CASA!»》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora