■Il diario segretissimo (1)

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《Hermione rimase in infermeria per diverse settimane. Quando gli stu-
denti tornarono dalle vacanze di Natale corsero varie voci sulla sua scom-
parsa, perché naturalmente tutti pensarono che fosse l'ennesima vittima.
Erano talmente tanti gli studenti che facevano la fila fuori dell'infermeria
per farle visita che Madama Chips tirò di nuovo fuori le famose tende e le
appese tutt'attorno al letto, per risparmiarle la vergogna di farsi vedere con
la faccia pelosa.
Harry e Ron andavano a trovarla tutte le sere. Quando ricominciò il tri-
mestre le portavano i compiti del giorno.
«Magari mi fossero spuntati i baffi anche a me, almeno potrei prendermi
una vacanza!» sospirò Ron una sera, rovesciando una pila di libri sul co-
modino di Hermione.
«Non essere sciocco, Ron, io devo tenermi al passo» gli rispose lei vivace. Il suo umore era molto migliorato da quando i peli se ne erano andati
dalla faccia e gli occhi stavano ritornando lentamente del loro colore. «Ci
sono novità?» aggiunse in un sussurro per non farsi sentire da Madama
Chips.
«Nessuna» rispose Harry cupo.
«Eppure, avrei giurato che fosse Malfoy» ripeté Ron per la centesima
volta.
«E quello cos'è?» chiese Harry indicando un oggetto d'oro che spuntava
da sotto il cuscino di Hermione.
«Soltanto un cartoncino di auguri» disse in fretta Hermione, cercando di
farlo sparire. Ma Ron fu più veloce di lei. Lo tirò fuori, lo aprì e lesse ad
alta voce:
«Alla signorina Granger, con l'augurio di una pronta guarigione, dal
suo preoccupato insegnante, Professor Gilderoy Allock, Ordine di Merli-
no, Terza Classe, Membro Onorario della Lega per la Difesa contro le Ar-
ti Oscure e cinque volte vincitore del premio per il Sorriso-più-
Affascinante promosso dal Settimanale delle streghe».》

Ron tornò a ridere e Hermione arrossì.

《Ron fissò Hermione disgustato.
«E dormi tenendotelo sotto il cuscino?»
L'arrivo provvidenziale di Madama Chips, che portava la medicina della
sera, evitò a Hermione di rispondere.
«Non trovi che Allock è l'individuo più viscido che hai mai incontrato in
vita tua?» chiese Ron a Harry mentre lasciavano il dormitorio e si avvia-
vano su per le scale verso la torre del Grifondoro. Piton gli aveva assegna-
to tanti di quei compiti che si sarebbero ritrovati al sesto anno senza averli
ancora finiti. Ron si stava appunto rammaricando di non aver chiesto a
Hermione quante code di topo andavano aggiunte alla pozione Drizzaca-
pelli, quando, dal piano di sopra, gli giunse alle orecchie uno scoppio di
grida.
«È Gazza» bisbigliò Harry; fecero di corsa l'ultima rampa di scale, poi si
fermarono, si nascosero e rimasero in ascolto con le orecchie tese fino allo
spasimo.
«Pensi che sia stato aggredito qualcun altro?» chiese Ron nervoso.
Rimasero immobili, sporgendosi nella direzione da cui proveniva la vo-
ce isterica di Gazza.
«...ancora altro lavoro! È tutta la notte che asciugo pavimenti, come se non avessi già abbastanza da fare! No, questa è la goccia che fa trabocca-
re il vaso! Adesso vado da Silente...»
Il rumore di passi si affievolì e una porta sbatté in lontananza.
Harry e Ron fecero capolino dietro l'angolo per dare un'occhiata. Era
chiaro che, come al solito, Gazza aveva fatto un giro d'ispezione: i due si
trovavano di nuovo sul luogo dove era stata aggredita Mrs Purr. Bastò u-
n'occhiata per capire il motivo di tanto chiasso. Il corridoio era per metà al-
lagato da un grosso rivolo d'acqua che sembrava provenire da sotto la porta
del gabinetto di Mirtilla Malcontenta. Ora che Gazza aveva smesso di gri-
dare si udivano i lamenti di Mirtilla trapassare i muri.
«E ora che cosa le ha preso?» chiese Ron.
«Andiamo a vedere» disse Harry, e tirandosi gli abiti sopra le caviglie
attraversarono la grande pozza d'acqua, fino alla porta con su scritto
GUASTO. Come sempre ignorarono l'avviso ed entrarono.
Mirtilla Malcontenta stava piangendo, se possibile, ancor più rumorosa e
disperata di prima. Sembrava fosse nascosta nel solito gabinetto. Il locale
era buio, perché le candele erano state spente dallo scroscio d'acqua che
aveva inondato pareti e pavimento.
«Che cosa è successo, Mirtilla?» chiese Harry.
«Chi è?» gorgogliò lei con una voce da far pietà. «Siete venuti a scara-
ventarmi addosso qualche altra cosa?»
Harry si avvicinò al suo cubicolo e disse: «E perché dovrei scaraventarti
addosso qualcosa?»
«Non lo chiedere a me!» gridò Mirtilla emergendo e provocando un'altra
ondata d'acqua che finì sul pavimento già fradicio. «Io me ne sto qui, a
farmi i fatti miei, ed ecco che qualcuno si diverte a tirarmi addosso un libro...》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora