88. Sei sempre stato al mio fianco

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Non ho più notizie di Albert da un sacco di tempo. Avevamo preso questo appartamento insieme, avevamo scelto tutto insieme: dalle tende, alle tazze con le nostre iniziali sopra, ai pigiami coordinati... beh, in realtà alla fine abbiamo comprato sempre quello che piaceva a me. E ora... in questa piccola casa mi sento così sola.

Vado alla finestra, spalancandola. Un dolce venticello caldo mi investe, è primavera. Quest'atmosfera mi ricorda di quando ero con Annie alla casa di pony, sotto il grande albero... a tutti i bambini, Miss Pony e Suor Maria, le risate e i caldi raggi del sole. Ho sempre considerato la casa di pony la mia vera casa, è a quel posto che appartengo. Quanto vorrei tornare lì... potrei trovarmi un lavoro nelle vicinanze e starei lì con le mie mamme...

Ad un certo punto qualcuno bussa alla porta, e appena vado ad aprire mi ritrovo davanti una persona inaspettata.

«George!» esclamo, confusa.

Lui mi guarda con tristezza.
«Sono qui per portarti alla villa... la signora Elroy vuole vederti.»


Ho continuato a chiedere a George, durante il tragitto, perché la zia Elroy volesse vedermi. Ma lui non mi ha degnato di una risposta.

Ora sono di nuovo qui, in questa gigante villa. Appena entriamo, da una porta esce Iriza, urlando come una matta.

«Neal, se è questo che vuoi, sappi che non ti rivolgerò mai più la parola!» urla, infuriata. Poi mi vede, e mi viene velocemente incontro. «Tu, miserabile sgualdrina! Meriteresti la pena di morte!»

Mi volta le spalle e subito dopo esce dalla stessa porta Neal, infuriato anche lui.
«Iriza!» la richiama, senza però essere considerato.

Mi acciglio, è la prima volta che li vedo ai ferri corti...

Neal mi vede, e sfoggia il suo solito ghigno.
«Candy... l'ultima volta mi hai umiliato profondamente, ma questa volta non hai via di scampo.»

Indietreggio, con un brutto presentimento. Che sta cercando di dirmi? E cosa c'entra la zia Elroy?

George bussa ad una porta, annunciando il mio arrivo. Appena entro, davanti ai miei occhi compaiono le figure della zia Elroy, seduta su una poltrona, e al suo fianco i genitori di Iriza e Neal.

Tutti e tre mi guardano con disprezzo, ma la prima a prendere parola è la zia Elroy.
«Candy, andrai in sposa a Neal. Questi sono gli ordini del capofamiglia William.»

Spalanco gli occhi, sconvolta.
«Mi rifiuto!» esclamo, dopo un momento di
confusione. «Io non provo nemmeno un briciolo di affetto per lui!»

«Neal ha detto che si unirà all'esercito se non lo sposi...» replica la signora Legan, turbata.

«Sta mentendo! Un codardo come Neal non farebbe mai una cosa del genere.» ribatto.

«Fai silenzio!» sbotta la zia Elroy. «Ormai è deciso, ti sposerai con Neal!» si posa una mano sugli occhi, e mi sembra terribilmente pallida. «Neal... io non posso perdere anche lui, non riuscirei a sopportarlo.» balbetta, e la signora Legan le posa una mano sulla spalla.

Abbasso lo sguardo, stringendo i pugni. Neal è proprio un codardo... sta manipolando la zia Elroy sfruttando la morte di Stear, come si permette?! Chissà se c'è davvero lo zio William dietro a tutto questo? Anche lui vuole che mi sposi...? Sposare Neal... preferirei morire.

«La cerimonia si terrà tra tre giorni! Ora puoi andare.» esclama in tono definitivo la zia Elroy.

E io so che ormai non posso farci più niente, non posso oppormi allo zio William. Gli devo tutto... e so che lo sta facendo per il bene di Neal, ma se ripenso ai loro sguardi gelidi mi vengono ancora i brividi. Pensano di potermi dare ordini come e quando vogliono...

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