20. Nel cuore di chi resta

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Corro verso il giardino delle rose, la mattina prima del giorno alla caccia della volpe.

Quest'ultima è una celebrazione che si fa ogni anno nella famiglia Andrew, e ora parteciperò pure io. Sono molto emozionata, perché si useranno i cavalli. Chi da la caccia a più volpi, vince un premio.

Oggi è una giornata ventosa, infatti il vento sferza i miei riccioli biondi, e infastidita me li scosto dalla faccia. Dal roseto arrivano leggeri i petali dei fiori, volando fino a raggiungere i miei piedi.

Anthony è già lì, mentre guarda le rose Dolce Candy, ormai quasi sfiorite.
La sua figura longilinea, sottile e delicata, gli occhi chiari contornati dalle ciglia lunghe e i capelli biondi che gli incorniciano il viso dolce, tutto di lui mi scalda il cuore.
Sto per chiamarlo, ma poi mi trattengo.

La sua immagine sembra lontanissima. È una strana sensazione; è lì a pochi passi, mi basterebbe pronunciare il suo nome, eppure ho come l'impressione che Anthony si trovi in un luogo talmente lontano che, anche se mi mettessi a correre, non lo raggiungerei mai.

Ad un certo punto, Anthony si gira lentamente.
«Che succede, Candy? Perché te ne stai lì immobile?»

Vedendolo sorridere come sempre, mi rassereno.
«Stavo pensando che oggi molte rose stanno appassendo.»

«È una stagione che finisce.» mormora Anthony, seguendo anche lui la direzione dei petali che volano via. «I petali cadevano in questo modo anche quando è morta mia madre...»

Sobbalzo. So che Anthony ha perso la madre da piccolo, ma lui non me ne aveva mai parlato.

«Sai, Candy, mia mamma amava molto le rose. Ricordo ancora il suo sorriso, era una donna dalla salute cagionevole. Quando non si prendeva cura dei fiori stava sempre seduta su una sedia a dondolo, osservando il giardino. E quando guardava me, i suoi bellissimi occhi verdi sembravano schiarirsi, e sul suo volto appariva un sorriso ancora più dolce.» mi fa sapere con aria nostalgica, e io lo ascolto attentamente, rapita dalle sue parole.

«Quando ero piccolo mi dispiaceva moltissimo vedere sfiorire le rose... ero triste, e per qualche strano motivo mi sentivo solo. Forse mi sembrava di rivedere mia madre... era come se con i fiori morisse anche lei. Ma è stata proprio mia madre a dirmi che le rose sono belle perché sfioriscono. "Nascono e muoiono, nascono e muoiono. In questo modo, i fiori vivono per sempre..."» quasi come se stesse parlando con se stesso, Anthony mormora le parole di sua madre, osservando un punto distante. «"I fiori muoiono e rinascono ancora più belli. Le persone muoiono e rinascono ancora più splendide nel cuore di chi resta. Perciò, Anthony, io vivrò per sempre dentro di te..." La mamma mi ha parlato guardandomi fisso negli occhi. Io ero troppo piccolo per capire davvero cosa stesse cercando di dirmi, ma vedendo i suoi occhi verdi diventare lucidi come bellissimi laghi, ho annuito con grande convinzione...» fa una breve pausa, prendendo un sospiro. «Se n'è andata tre giorni dopo...»

I miei occhi si fanno lucidi, ma trattengo le lacrime.
«Anthony...» mormoro, stringendogli la mano con affetto.

Mi guarda con un grande sorriso, chinandosi per posarmi un delicato bacio all'angolo della bocca. Avvampo e il mio cuore va a mille per la dolcezza improvvisa di quel gesto.

Lui rimane chinato a guardarmi con i suoi occhi che sono più tersi del cielo mattutino.
«È strano, vero Candy? Riesco ancora a ricordarmi perfettamente di lei. Ricordo addirittura la sua voce. È proprio vero che quando le persone se ne vanno, rivivono nel nostro cuore, diventando ancora più belle di com'erano.»

Rimango in silenzio a guardarlo, per la prima volta senza parole. Ho paura che, se distogliessi lo sguardo, Anthony si dissolva nella luce.

"I fiori muoiono e rinascono ancora più belli. Le persone muoiono e rinascono ancora più splendide nel cuore di chi resta."
-giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

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