59. Non riesco mai a raggiungerlo

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Piccoli fiocchi di neve si posano tra i miei ricci, in lontananza scorgo una collina. La casa di pony è qui vicino, ed io non potrei essere più felice di così.

«Candy!» un cavallo mi si para davanti, e vedo un ragazzino in sella. «Sei davvero tu?»

«Gim!» avevamo legato molto l'ultima volta che sono stata qui, è il ragazzino che mi aveva soprannominata il capo.

«Allora non sto sognando, sei davvero tu!» esclama con le lacrime agli occhi.

«Sì Gim sono davvero io, sono tornata a casa!» scende di tutta fretta dal cavallo e mi abbraccia.

«Ancora non ci credo... ci ho messo un po' a capire che eri proprio tu, avevo paura di sbagliarmi.» mi guarda con i suoi occhioni azzurri.

Mi abbasso e gli asciugo le lacrime.
«Ormai sei diventato un ometto, sei cresciuto un sacco... guarda quanto sei alto!»

Ridacchia.
«Miss Pony e Suor Maria saranno contente di vederti, stavano parlando di te giusto ieri.» mi fa sapere.

«E come stanno?» chiedo contenta.

«Stanno tutti benissimo!» gli spunta un sorrisone e prende la mia valigia da terra. «Sbrighiamoci, rimarranno tutti a bocca aperta, ti credono ancora a Londra!» mi prende per mano e mi trascina. «Anche quel ragazzo arrivato da poco...»

«Eh? Di chi stai parlando?» chiedo, confusa.

«Un ragazzo è da poco arrivato qui, alla casa di pony.» la neve si sta facendo sempre più fitta.

«E che tipo è?»

«Mah... è un ragazzo per bene, ma un po' presuntuoso.» borbotta con disappunto.

Per bene, ma presuntuoso... chi sarà mai?

Lo prendo per le spalle.
«Ma come si chiama?»

«Fammici pensare... mi sembra abbia detto di chiamarsi Terence.»

Mi blocco di colpo. Terence... non ci credo, anche lui è qui! Siamo entrambi alla collina di pony. Comincio a correre più veloce che posso, sono troppo emozionata.

«Candy!» mi richiama Gim.

«Vieni anche tu, Gim, corriamo!» esclamo.

Finalmente arrivo davanti alla casa di pony, ed è proprio come me la ricordavo. Spalanco la porta ed entro di tutta fretta, vedo Suor Maria che si gira verso di me stupita.

«Suor Maria! Dov'è Terence?» chiedo trafelata.

«Candy... ma tu... com'è possibile?»

Miss Pony, molto probabilmente attirata dal fracasso, esce da una stanza.
«Che succede? Eh? Candy?!»

Io continuo ad urlare il nome di Terence e la sorpasso di tutta fretta, entrando nella stanza. Nella stanza non c'è nessuno, vedo solo una tazza vuota posata nel tavolino.

«Miss Pony, dov'è Terence?» chiedo agitata. «Non è stato qui Terence Granchester?»

«Ah... quel ragazzo se n'è è andato mezz'oretta fa. Ha detto che sarebbe andato a vedere la collina di cui gli avevi parlato, prima di tornare a casa.» spalanco gli occhi e mi catapulto fuori, forse sono ancora in tempo.

«Aspetta Candy! Lui era in carrozza!» mi urla dietro Suor Maria.

Raggiungo la collina di Pony, tutta coperta di bianco. «Terence!» grido, ma non c'è nessuno.

Non ci siamo potuti incontrare, di nuovo... comincio a piangere, non posso farne a meno. Quando sono arrivata, Terence era qui. Se solo fossi arrivata un po' prima... Il caffè che gli aveva offerto Miss Pony era ancora caldo, e ci sono ancora le sue impronte sulla neve, ma lui non c'è.

Prima al porto, e ora qui... non riesco mai a raggiungerlo.


Osservo attraverso la finestra la neve che scende, il cielo è scuro e gli unici rumori sono il fuoco che scoppietta e le risate dei bambini nell'altra stanza.

«La visita di quel ragazzo ci ha colte di sorpresa.» comincia a dire Miss Pony, mentre insieme a Suor Maria prepara la cioccolata. «Ci ha detto solo di essere un tuo caro amico e di averti conosciuta a Londra. Voleva vedere il posto di cui gli parlavi sempre... però ha anche detto che a Londra te la cavavi bene.»

«Già! Cos'è successo Candy? Ci sorprendi sempre.» ribatte Suor Maria.

«Scusatemi...» mi volto a osservarle, con un sorriso colpevole.

«Ecco la tua cioccolata calda.» Miss Pony mi porge una tazza fumante. «Ti farà bene.»

«Candy, perché hai lasciato una scuola tanto prestigiosa?» mi chiede Suor Maria, e per poco non mi soffoco con la cioccolata.

«Ora è tardi Suor Maria, ne parleremo domani.» replica Miss Pony con dolcezza. «Candy, sembri stanca, dovresti andare a letto.» annuisco.

«Miss Pony! Come sempre non sei abbastanza severa!» si intromette Suor Maria, accalorandosi.

«Beh, parleremo domani anche di questo.» dice Miss Pony divertita.

Miss Pony e Suor Maria non sono cambiate per niente, anche se sono stata via praticamente un anno. Le mie mamme...

«State certe che non me ne dimenticherò! Domani ne parleremo a lungo, capito Candy?» esclama Suor Maria.

«Sí...» dico divertita, e delle lacrime mi rigano le guance.

«Candy...» Suor Maria mi guarda con apprensione.

«Non ci faccia caso...» finisco la cioccolata, poi esco dalla stanza e mi socchiudo la porta alle spalle.

Mi asciugo le lacrime, e sento Miss Pony parlare. «Era da parecchio tempo che Candy non ti sentiva sbraitare.»

«Già...» ridacchia Suor Maria, so che non dovrei ascoltare le loro conversazioni, ma è un'abitudine che mi porto da quando sono piccola. «Anche il giorno in cui l'abbiamo trovata nevicava, proprio come oggi. Non è affatto cambiata, credevo che ormai fosse diventata una vera Lady...»

«Ma certo che è cambiata! Candy non è più una bambina...» ribatte Miss Pony con semplicità. «Non l'hai notato? Anche se non ci vedeva da un anno, quando è arrivata chi stava cercando?»

«In effetti...» acconsente Suor Maria. «Era proprio un bel ragazzo. Ricordo il suo sguardo, sembrava che anche lui avesse dei ricordi legati alla casa di pony. Sembrava conoscere già il posto, come se fosse già stato qui, mi chiedo a cosa stesse pensando.»

«E proprio quando ha iniziato ad avviarsi verso la collina, ha iniziato a nevicare.» ribatte Miss Pony con aria pensierosa.

Sorrido nostalgica e mi avvio in camera, metto il pigiama e mi sdraio a letto.

Terence... quanto mi manca. Cosa avrà pensato in cima alla collina di pony, il posto dove sono cresciuta? E cosa avrà guardato da lassù?

La porta si apre piano ed entrano Miss Pony e Suor Maria. «Bene, si sono addormentati tutti quanti!» sussurrano.

Si avvicinano al mio letto e faccio finta di dormire.

«Anche se questo lettino ormai è troppo piccolo per Candy.» ridacchia Miss Pony, coprendomi bene con le coperte.

«Già, è proprio diventata grande...» bisbiglia Suor Maria con affetto.

Miss Pony, Suor Maria... voi sarete sempre le mie mamme. Sono felice di essere qui da voi, di nuovo.

-giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

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