18. Più di chiunque altro

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Mi sembra ancora di fluttuare in un sogno. Figlia adottiva degli Andrew. Non ci posso ancora credere. Mi sento leggera, come se stessi galleggiando nell'acqua. Mi guardo intorno, nell'enorme stanza in cui mi trovo. A quanto mi era stato detto, dopo quella della zia Elroy, la camera che mi è stata riservata é la più sfarzosa della villa.

Ad attendermi ho trovato un soffice tappeto bordeaux, pesanti tende dello stesso colore, mobili dalle gambe arcuate e perfino un letto a baldacchino. Nemmeno Iriza ne ha uno. Ma la cosa più meravigliosa di tutte è vedere il sorriso dei tre ragazzi davanti a me, seduti sul divano, intenti a guardarmi.

«Certo che le zio William è incredibile.» commenta con una risata gioiosa Stear. «È bastata una sua lettera per zittire definitivamente la zia Elroy.»

«Hai proprio ragione. Dicono tutti che abbia un carattere difficile, ma con noi è stato inaspettatamente comprensivo.» Archie lancia un cuscino in direzione del fratello, il quale fa lo stesso con Anthony. Tutti e tre hanno una gran voglia di festeggiare.

«Senti, Archie, che tipo è lo zio William?» chiedo, facendomi seria.

«A dire la verità, non lo sappiamo nemmeno noi, vero Anthony?» anche Stear a quel punto assume un'espressione pensierosa.

«Nessuno l'ha mai visto.» conferma il biondo.

«Come nessuno?» stupita, mi giro per la prima volta verso Anthony. Ho continuato a guardarlo per tutto il tempo di sottecchi, presa dall'imbarazzo.

Il ragazzo mi rivolge uno sguardo impacciato, e tremendamente adorabile.
«Non ho mai sentito di nessuno, in tutta la famiglia, che lo abbia incontrato. A parte George, l'unica che comunica direttamente con lui sarà la zia Elroy. Si dice che sia un signore anziano, eccentrico e scorbutico.»

«Capisco... mi piacerebbe incontrarlo almeno una volta per poterlo ringraziare.» ammetto.

«Sembra che sia un vero misantropo, sai? Noi vorremmo non incontrarlo mai.» interviene gioviale Archie, stiracchiandosi.

«Io invece non vedo l'ora di fare la sua conoscenza. Lui mi ha salvata.» dico piena di gratitudine.

Quella sera decido di scrivere a Miss Pony e a Suor Maria, utilizzando la carta da lettere proprie della famiglia Andrew. Finalmente posso raccontare loro qualcosa di vero.

Il giorno successivo il mio risveglio è provocato dal dolce cinguettio degli uccellini. Mi guardo intorno per osservare la stanza splendidamente arredata che ora mi appartiene. Non riesco ancora a crederci.

Mi alzo, andando verso l'armadio con curiosità, aprendolo. Estasiata, osservo la miriade di vestiti colorati ed esattamente della mia taglia, ma decido di indossare quello più semplice e comodo.

Poi esco dalla stanza, percorrendo il corridoio e scendo lo scalone ricoperto da un tappeto color porpora, già questo è sufficiente a farmi sentire una regina. Mi dirigo verso il giardino, e vedo venire verso di me Anthony.

«Come sei mattiniera, Candy!» il suo sorriso è radioso.

«Anche tu ti svegli sempre presto, Anthony.» replico, sorridendo a mia volta.

«Le rose si alzano molto prima di me.» esclama, poi sembra illuminarsi di colpo. «A proposito di rose!»

Mi fa cenno di raggiungerlo e ci incamminiamo verso il suo splendido roseto. Lo seguo a piccoli passi veloci, gridando dalla gioia.
«Quante Dolce Candy!»

In un angolo del giardino di Anthony, c'è un rosaio di Dolce Candy. I fiori di un bianco splendente sono in splendida fioritura.

«Quelle che ti avevo dato provengono da questa pianta.» sorride contento, fiero dei suoi fiori.

Lo ascolto mentre mi spiega alcuni metodi su come farle crescere sane, visto che sono diverse da tutte le altre, e io lo guardo incantata. È così bello da sembrare un angelo, il suo viso è dolce e delicato, liscio come un petalo di una delle sue amate rose. I capelli biondi sono accuratamente ordinati, e sembrano quasi oro alla luce del sole mattutino. Gli occhi invece, sono come delle pietre azzurre incastonate nel suo viso latteo. È bello da fare quasi male.

Prima che si accorga che sono arrossita, mi chino e avvicino il viso alle rose, avvertendone il profumo ormai noto, quello di Anthony. Dolce, delicato.

***

Mentre Candy annusa le rose, noto qualcosa che si illumina sul suo petto.

«Cos'è quella spilla che porti assieme alla croce?» chiedo con aria quasi sorpresa.

«Oh, questa? Appartiene al principe della collina...» mi spiega, stringendo quella preziosa spilla.

«Un principe?» replico con un cipiglio, mente i suoi occhi smeraldo si illuminano.

«Sono stata io a chiamarlo così, in realtà. Non so niente di lui, nemmeno il suo vero nome. Era un ragazzo meraviglioso. La prima volta che ti ho incontrato sono rimasta senza parole, sai, Anthony? E tu sei identico a lui.» esclama, con un enorme sorriso. La mia espressione cambia, ma probabilmente non se ne accorge, perché continua con la sua spiegazione, la voce vivace. «Quando avevo dieci anni, un giorno stavo piangendo sulla collina di pony, ed è lì che è apparso il mio principe. Indossava un vestito tradizionale della Scozia e...»

«Quella è senza dubbio la spilla degli Andrew, ma è un po' diversa dalla mia...» la interrompo con, senza volerlo, la voce leggermente velata dall'asprezza.

Sorpresa, Candy mi osserva.
«La spilla della famiglia Andrew? Allora il principe è davvero un membro della vostra famiglia?»

«È possibile...» distolgo lo sguardo dal suo bellissimo viso lentigginoso.

Ho come la sensazione che un grande peso sia calato sul mio cuore. Penso a quel ragazzo che Candy ha incontrato tanti anni prima, e che non ha mai dimenticato. Chi sarà mai questo ragazzo che non riesce a dimenticare? Chi è il proprietario di questa spilla che mi somiglia tanto?

«Qualcosa non va, Anthony?» la sua voce è in ansia, ma non riesco a guardarla, così tengo lo sguardo puntato sulle rose.

«Candy... la prima volta che ci siamo incontrati mi hai chiamato "principe", ricordi? Quindi é solo perché gli assomiglio che...»

«Anthony!» mi interrompe di colpo, scuotendo con forza il capo. «Ti sbagli, Anthony! Tu... tu mi piaci per quello che sei! Mi piaci perché sei tu!»

Il mio cuore accelera di colpo, e noto le sue guance farsi rosse e gli occhi spalancarsi. Subito dopo si gira di scatto e inizia a correre via.

Rimango per un attimo interdetto.
«Candy, anche tu mi piaci, mi piaci davvero!» più di chiunque altro... vorrei aggiungere, ma è come se mi mancasse il fiato. Non sono mai stato in balia di emozioni così dolci in vita mia.

La osservo correre fino a sparire, e non si volta mai. È la prima volta che pronuncio certe parole, mi sono sgorgate con impeto dal cuore, ma in realtà la mia voce è stata appena percettibile.

🥰🥰🥰
-giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

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