35. Non mi muoverò di qui

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«Ti prego Annie, non piangere!» supplico, non posso vederla così.

Continua a correre e ad un certo punto si ferma, nel retro della scuola. Le lacrime scendono copiosamente dai suoi occhi.

«Mi avevi promesso che mi avresti lasciato Archie!» dice con la voce rotta dal pianto.

«Annie, ti prego, ora calmati.» replico dolcemente.

«Io ho capito che tu piaci ad Archie, questo l'ho capito!»

Non riesco a risponderle perché delle voci ci chiamano.
Oh no... sono Iriza e la sua amica Louise, la lezione deve essere iniziata e loro sono venute a cercarci.

«Annie! Dobbiamo tornare in classe, si è fatto tardi.» le prendo una mano. «Non piangere più, ti prego.»

Lei mi scansa brutalmente.
«Non toccarmi! Tu sei sempre stata la preferita di tutti, anche quando eravamo alla casa di Pony tutti volevano più bene a te che a me!»

«Oh no! Zitta!» sussurro di scatto.

«Oh molto bene, così sappiamo che anche tu vieni dalla casa di Pony, giusto?» Iriza sbuca da dietro un cespuglio.

«Giusto, dallo stesso orfanotrofio di Candy.» continua a dire Louise.

«Sono molto sorpresa, e Archie lo sa?» chiede Iriza con cattiveria, Annie è terrorizzata.

«Mh, credo che glielo avranno nascosto.» commenta Louise.

Annie a questo punto corre via. Cerco di seguirla, ma Iriza mi blocca.
«Fermati! Lasciala da sola, ah e tu che lo sapevi, perché non ci hai mai detto nulla?!»

«Perché deve esserci una profonda amicizia fra le ragazze della casa di Pony, vero?» mi canzona Louise.

Le spingo indietro per levarmele di dosso e corro nella direzione in cui Annie è scappata. Devo trovarla, povera Annie. Mi stanno tornando in mente alcuni dei momenti in cui lei aveva più bisogno di me.

«Candy ho paura, posso dormire con te?» mi chiese con una faccia spaventata a causa del temporale.

«Candy! Tom vuole picchiarmi!» mi corse incontro abbracciandomi mente io fulminai con lo sguardo Tom, che se ne andò senza fiatare.

Farei qualsiasi cosa per lei. Grosse gocce di pioggia cominciano a scendere giù dal cupo cielo londinese. Si prenderà un malanno, e io non l'ho ancora trovata.

Continuo a cercarla, e ripenso alle parole terribili che mi ha detto poco fa. Posso giurare che non volevano bene soltanto a me, ricordo che Suor Maria e Miss Pony si preoccupavano sempre per lei, avevano sempre timore che le succedesse qualcosa.

Continuo a chiamarla, senza risultati.

***

«La scuola è troppo grande, sarà difficile trovare Annie.» mormoro preoccupato.

«Esatto, e questo acquazzone mi rende ancora più nervoso.» ribatte mio fratello Stear, asciugandosi gli occhiali.

«Mi dispiace, non avrei mai dovuto coinvolgerti.»

«Non devi sentirti in colpa, sei troppo avvilito, hai bisogno di aiuto.» mi mette una mano sulla spalla.

«Certo è vero, sono molto avvilito e vorrei poter rimediare a tutto quello che è successo. Tu lo sai, io ho sempre considerato Candy qualcosa di più di una semplice amica, le voglio un bene sincero. Ma è stato tremendo venire a sapere che anche Annie è un orfana, ed è innamorata di me fino a tal punto.»

È passata mezz'ora ormai da quando Iriza e la sua amica sono piombate in classe, spargendo la voce che Annie viene dallo stesso orfanotrofio di Candy.

Stear si volta e vediamo Candy correre sotto la pioggia.
«Ehi Candy!» la richiama Stear.

Candy posa i suoi occhi su di me.
«Archie, finalmente sono riuscita a trovarti. So dove si è nascosta Annie, ma non posso aiutarla, non ha più fiducia in me, perché pensa che io voglia portarti via da lei. Quindi tu sei l'unica persona in grado di convincerla del contrario, devi andare a parlarle.»

«E dove credi che sia?» le chiedo, sinceramente preoccupato.

«Si è nascosta tra le rocce dietro la collina, dove c'è l'albero. Archie, ti supplico va da lei, solo tu puoi convincerla.»

Detto questo comincio a correre per andare da lei.

***

Perché non si può tornare indietro? Eviterei molti errori. Non chiederei ai miei genitori di studiare in Inghilterra. Non cercherei di nascondere che vengo dalla casa di Pony.
Ma io ho fatto tutto questo per Archie.

«Annie! Sono io, Archie.» sento ad un certo punto, e sobbalzo.

Mi giro di scatto.
«Annie ti abbiamo cercata ovunque, siamo stati molto in pensiero per te.» si guarda intorno.
«Che strano posto che hai trovato, ma io non posso avvicinarmi, perché il passaggio è troppo stretto per me.»

«Va via! Io ti ho ingannato, non sono stata sincera con te!» esclamo.

«Io non mi muoverò di qui. Ascoltami Annie, se sei cresciuta in un orfanotrofio per me non ha alcuna importanza, l'importante è che tu impari a non temere quelle persone che giudicano gli altri solo dalla loro origine.»

«Malgrado tu abbia saputo tutto, sei ancora lì fuori ad aspettarmi.» replico incredula dopo qualche secondo, girandomi per guardarlo. È bellissimo anche se bagnato dalla pioggia.

«Te lo ripeto Annie, io non mi muovo di qui.» continua a dire lui con tono fermo ma allo stesso tempo dolce.

«Davvero? Lo fai per me?» chiedo emozionata, con ancora le lacrime che scendono dai miei occhi.

«Per te Annie.»

A questo punto corro da lui, e lo abbraccio.

-giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

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