2. Io volevo solo aiutarti

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Come ogni domenica, alla casa di Pony vengono persone di ogni tipo ad adottare qualcuno di noi.

Io ovviamente spero che non scelgano me, infatti sto stonando nella canzone che ci hanno fatto imparare Miss Pony e Suor Maria.

«Candy!» sussurra Annie con rimprovero, mentre tutti gli altri canticchiano questa ridicola canzone per farsi adottare.

Io in risposta le faccio l'occhiolino.
Quando questa pagliacciata finisce, ovviamente tutti se ne vanno via dopo aver sentito le mie bellissime doti canore.

***

«Ragazzi, il nostro Tom deve annunciarvi una cosa.»
ci informa Miss Pony.

Ormai è passata qualche ora da stamattina, dopo che mi sono presa una bella sgridata per aver cantato in modo così miserabile quella canzone, apposta. È sera, e per essere ancora inizio primavera l'aria è calda come se fosse già estate.

Alzo gli occhi dal mio piatto di zuppa, curiosa di sentire questa grande notizia. Osservo il mio amico Tom, che sembra davvero in fibrillazione. Lui è uno dei miei amici più stretti qui, anche se litighiamo davvero molto spesso. Da sempre fastidio ad Annie, e io non mi risparmio dal difenderla a costo di dirgliene quattro a lui.

«Beh.. io sono stato adottato da un signore che vive in una grandissima fattoria oggi.» dice tutto contento, i suoi occhi marroni brillano di contentezza e ha i capelli scuri sparati in mille direzioni, come suo solito.

Ha tante lentiggini come me sul volto, anche se io ne ho molte di più. Forse è anche per questo che siamo sempre andati d'accordo.

Dopo questa notizia, distolgo subito lo sguardo. Tutti gli altri urlano di gioia e lo abbracciano, felici per lui.
Io però non riesco a muovermi, sono come paralizzata. Lui che ha già tredici anni è riuscito a farsi adottare, e Annie che ne ha ancora solo dieci no? Proprio lei che vuole così tanto dei genitori? È ingiusto, anche se la parte egoista di me stessa, non può che esserne contenta. Almeno... lei è ancora qui con me. Ora che Tom se ne andrà, io ho solo lei.

«Candy? Non sei felice per Tom?» mi domanda Suor Maria, notando che sono rimasta zitta e seduta.
Tutti mi guardano ora.

«No. Chi vorrebbe adottare uno come te?!» sbotto, rivolgendomi direttamente a lui. Non sono riuscita a trattenermi, anche se non penso veramente ciò che ho detto.

Tom viene verso di me, con un cipiglio in volto.
«Ma come ti permetti?! Pensavo fossimo amici Candy!»

Mi alzo di scatto dalla panca, e senza riuscire a trattenermi, con tutta la forza che le mie braccia esili possono permettermi, lo spingo, facendolo cadere con il sedere a terra. Poteva benissimo fermarmi, visto che è più alto di me. Non l'ha fatto, e mi pento subito del mio gesto, notando il suo sguardo ferito. Ma subito dopo lui allunga il braccio afferrandomi la caviglia, e facendomi cadere a mia volta a terra.

Con uno scatto felino lo prendo per le spalle e gli do un grosso pizzicotto sul braccio, che lo fa mugolare di dolore.

Ma prima che lui possa sferrare un colpo, Suor Maria e Miss Pony mi strattonano per farmi alzare da terra.

«Candy!» urlano in coro le due donne.

Miss Pony porta a disinfettare il braccio a Tom. Ha solo un piccolo graffio, ma ovviamente lui deve fare il tragico.

«Bambini, cominciate ad andare a letto, io vi raggiungo subito.» esclama Suor Maria, mentre gli altri cominciano ad avviarsi nelle camere.

«Mi dispiace...» la mia voce trema.

«Candy, io ho capito cosa ti succede. Ma dovresti essere felice per lui, lo capisci? Vi volete bene, cerca di farci pace. Parte domani sera.» mi dice con dolcezza, io annuisco, con un groppo in gola.

Suor Maria e Miss Pony possono essere severe, ma lo sono solo quando serve, quindi con me quasi sempre. Ma sono grata di averle nella mia vita.

***

Mi alzo di scatto dal letto, andando verso la finestra. Dei colpi mi hanno svegliata, nonostante sia notte fonda.

Mi stupisco nel vedere Tom che si esercita con la fune.
Io sono un mito con la fune, quindi apro la finestra nel modo più silenzioso possibile, e mi inoltro nel buio della notte. La luna è l'unica fonte di luce disponibile, e l'unica che mi fa vedere Tom con in mano la fune. Sembra un po' in difficoltà.

«Tom, hai bisogno di aiuto?» chiedo, da dietro le sue spalle. Si volta verso di me di scatto, e sospira constatando che sono solo io.

«Attenta a non svegliare tutti.» si limita a rispondermi, continuando con il suo lavoro.

«Non hai risposto alla mia domanda.» gli ricordo, mettendomi di fianco a lui.

«No, non ho bisogno del tuo aiuto.» sbuffa scocciato, lanciandomi un'occhiata infastidita.

Ma io, testarda quale sono, vado lì comunque e gli prendo dalle mani la fune. La faccio girare per aria e acchiappo un ramo di un albero con agilità. Ma in un nano secondo Tom me la prende di mano e mi spinge a terra, proprio come ho fatto io poche ore prima con lui.

Faccio un verso dolorante cercando di non cacciare un urlo, non appena il mio sedere va a contatto con il terreno duro. Ancora seduta a terra, alzo lo sguardo su Tom, che con tranquillità ha ripreso a lanciare la fune.

«Tom, io volevo solo aiutarti.» mormoro, quasi tra i singhiozzi. Non mi piace litigare in questo modo con i miei amici, questo fa uscire la mia sensibilità.

«Beh io non ho...» non finisce la frase, perché non appena si volta verso di me, mi guarda stupito. «Candy, stai piangendo? Non ti ho mai vista piangere...Ti ho fatto male?» si inginocchia subito di fronte a me, abbracciandomi.

«No... ma scusa per prima. Mi mancherai, Tom. Parti domani sera vero?» gli domando, calmandomi subito.

Lui annuisce e si stacca dall'abbraccio, aiutandomi a rimettermi in piedi. Mi sorride dolcemente senza dire nulla, è sempre stato uno di poche parole. Ma so che mi ha perdonata.

«Okay, ora vado dentro, entra anche tu. Notte.»

«Notte Candy.»

Rientro in camera con un'idea che mi frulla per il cervello. Annie era giù di morale in questi giorni, sopratutto oggi quando ha realizzato che anche Tom era stato adottato. Se domani la portassi a fare un picnic? Solo noi due? È una cosa che abbiamo sempre voluto fare, ma senza averne il coraggio. Sicuramente il suo umore migliorerebbe.

Capitolo pure questo corto.
Vedrete che piano piano la storia evolverà :)
-giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

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