5. Ogni volta che ti sentirai triste

278 7 4
                                    



Oggi sono ben quattro anni che Annie se ne è andata. I primi due anni ci siamo sempre scritte lettere. Lettere in cui ci raccontavamo ogni cosa che facevamo, le raccontavo quante coroncine di fiori facevo quel giorno, o se era arrivato qualche nuovo bambino alla casa di Pony. Tutte cose di questo genere insomma, le mie giornate ormai erano diventate monotone e abbastanza insensate. Ero ormai troppo grande per essere adottata, e anche troppo grande per restare lì all'orfanotrofio.

Lei invece, da quello che mi scriveva, viveva una vita idilliaca. Da sogno, mi scriveva sempre. Ogni venerdì nella sua nuova e grande maestosa casa si svolgevano feste in grande, andava quasi ogni giorno a comprare vestiti nuovi e almeno una volta al mese andava dal parrucchiere per sistemarsi i capelli nelle acconciature del tempo. Ma soprattutto, mi raccontava di quanto si sentisse amata e coccolata dai suoi nuovi genitori.

Io ero così tanto felice per lei, che non pensai neanche per un minuto che magari sarei voluta essere al suo posto. O magari lì con lei. Ma poi un giorno non so cosa è successo, mi ha solo mandato una lettera con scritto delle parole che mi hanno letteralmente spaesata, ho quasi sentito il mio cuore spezzarsi, ed erano poche parole quasi prove di significato. Era come se tutto il legame che avevamo, si fosse spezzato all'improvviso.

Cara Candy,

Mi dispiace, ma non possiamo più scriverci o vederci.
La mamma dice che facendo parte di una famiglia così conosciuta non posso far sapere alle altre persone da dove provengo. Io ci sono stata malissimo, e per questo preferisco che non ci sentiamo più.
Grazie di tutto Candy, sarai per sempre una parte fondamentale della mia infanzia.
-Annie Brighton

Dopo questa lettera ero sempre giù di morale. Ma ricordavo sempre le parole del mio Principe della Collina: "Sei più carina quando ridi che quando piangi."
Quindi sono sempre andata avanti con il sorriso.

Crescendo mi sono presa sempre cura insieme a Miss Pony e a Suor Maria dei bambini più piccoli. Ora ho quattordici anni e sono qua, sempre distesa sotto il mio albero della Collina di Pony, mentre osservo la spilla del Principe. Chissà come si chiama in realtà. E che fine avrà fatto? Non lo so, ma vorrei tanto rivederlo, rivedere lui e il suo strano abbigliamento, e la sua risata gioiosa. Ridacchio ripensandoci finché uno dei bambini non corre verso di me.

«Candy!» urla, con il fiatone.

«Hey, che succede?» gli chiedo, alzandomi da terra e posandogli le mani sulle spalle, per tranquillizzarlo.

«C'è un signore che sta parlando con Miss Pony e Suor Maria, e mi hanno detto di chiamarti. Vogliono parlarti.» mi fa sapere, riprendendo fiato.

Comincio a correre verso la nostra piccola chiesetta, ovviamente i miei modi di fare da maschiaccio non sono cambiati, e busso alla porta dell'ufficio. Sicuramente saranno qui. Mi rispondono con un "avanti".

Entro e mi ritrovo davanti un uomo molto alto e con i baffi.

«Candy, questo signore vorrebbe parlarti. Vi lasciamo soli.» mi riferisce Miss Pony. Annuisco ed escono.

Io sono terribilmente confusa, perché mai nessuno ha mai espresso il desiderio di parlare con me. Quindi mi limito ad ascoltare questo uomo elegante.

«Salve Candy, io sono il maggiordomo della famiglia Legan, una famiglia molto conosciuta qua in America per la loro ricchezza. Hanno due figli di più o meno la tua età.
La ragazza ha sicuramente quattordici anni come te, il fratello due più di te. Appunto la ragazza, Iriza, vorrebbe una persona della sua stessa età con cui parlare e giocare. Quindi mi hanno mandato qua per vedere se c'era una ragazza adatta, e mi hanno detto di te. Che ne pensi?»

Non so come rispondere, una famiglia, tra l'altro molto ricca, mi vuole adottare. Sono sconvolta, e sento le mie mani tremare.

«Quindi mi vogliono adottare? Farò parte della famiglia Legan?» chiedo, per esserne sicura.

Il signore stira un sorrisetto.
«Si Candy, solo se tu accetterai. Se accetti domani mattina mando una macchina fino a qua per prenderti e portarti nella loro casa.»

«Io.. vorrei parlarne con Miss Pony e Suor Maria.» rispondo, titubante.

«Ma certo, vi lascio qualche minuto.» esce dall'ufficio e subito dopo entrano loro.

«Candy, che ne pensi? Accetterai?» i loro occhi sono così speranzosi, così vogliosi di farmi avere finalmente una famiglia adatta, che non posso fare a meno di fare un piccolo sorriso.

«Penso proprio di sì.» e corro ad abbracciarle. Era da anni che aspettavo questo momento, ormai sono fin troppo grande per restare qui.

***

Il giorno dopo l'auto arriva per portarmi via.
Sono davanti la mia casa, con Miss Pony e Suor Maria e tutti i bambini per salutarli. Quelli che considero i miei fratelli stanno piangendo, mi vogliono tutti un gran bene. Come posso abbandonarli?

«Oh Candy, prometti di venire ogni volta che ne avrai l'occasione.» mormora Suor Maria, con le lacrime agli occhi.

«Si certo, non farò come Annie..» mi si forma un groppo in gola.

Miss Pony si avvicina a me, gli occhi lucidi.
«Candy, tu per noi sei stata come una figlia. Non dimenticherò mai il giorno in cui ti abbiamo trovata. Hai sempre mantenuto il tuo bellissimo sorriso anche nei momenti peggiori, non ti fai mai scoraggiare da nessuno. Cadi ma ti rialzi sempre, e non voglio che questo tuo carattere forte cambi. D'accordo?» comincia a dire Miss Pony, ho le lacrime agli occhi.

Subito dopo tira fuori dalla tasca una collana con una croce.
«Tieni, questa croce l'ho sempre portata con me, e ora voglio che ce l'abbia tu. Ogni volta che ti sentirai triste o sola prendila tra le mani e tienila stretta, e sorridi. Capito?»

«Si, Miss Pony.» replico prendendo la croce. «Grazie di tutto, siete state delle madri per me. Vi voglio bene. E ciao anche a voi bambini, comportatevi bene, e se avete bisogno di me scrivetemi.» dico infine, cercando di sorridere.

Tutti vengono verso di me e mi abbracciano. Subito dopo mi dirigo verso l'auto e mi metto seduta. E così parto, vado via dalla mia adorata casa. Guardo un'ultima volta la mia amata collina di pony, ricordando i bei momenti passati lassù. Poi guardo la croce e la spilla. Gli oggetti più importanti per me. E sorrido. Chissà cosa succederà ora, spero di trovarmi bene nella mia nuova casa.

E da qui inizieranno i problemi. 😝
-giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

White roses & freckles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora