Sento calore, lo scoppiettio dei ceppi nel camino e l'odore della legna mi da come la sensazione di essere tornata alla mia infanzia. Sono per caso tornata alla casa di Pony?
Socchiudo gli occhi, per capire dove mi trovo.
«Oddio, un orso!» grido, aggrappandomi alle coperte.Ma subito dopo costato che non è per niente un orso, ma uomo dai lunghi capelli bruni, che mi sta osservando. Il suo viso è ricoperto di barba, e porta degli occhiali da sole.
«Davvero niente male come saluto.» esclama, con una risata dolce.
Sollevata da questa voce cortese che non corrisponde affatto all'aspetto, balbetto una scusa.
«Sono contento ti sia ripresa.» l'uomo sorride.
Sembra davvero sollevato, e in un attimo la mia agitazione si dissolve, lasciando il posto a un'atmosfera gradevole.
Mi sollevo piano dal letto.
«Mi scusi, signore, è lei che mi ha salvato?» chiedo, facendomi coraggio. Non ricordo assolutamente nulla di quello che è successo dopo che sono caduta dalla cascata.«In effetti sono stato io a trovarti mentre boccheggiavi nel bacino della cascata, ma è davvero terribile che tu mi dia del "signore". Magari non sembra, ma sono giovane, sai?» si leva gli occhiali, rivelando degli occhi di un azzurro chiaro, davvero particolari.
«Sta molto meglio senza gli occhiali, signore! Adesso non sembra affatto un orso.» dico con sincerità.
«Ancora con questo "signore"? Non sono né un signore, né un orso.» esclama quasi indignato, ma poi scoppia a ridere divertito. «Mi chiamo Albert. E questa è Popi.» si presenta, per poi tirare fuori una puzzola da una delle tasche del suo logoro ed enorme cappotto.
«Oddio, una puzzola!» mi porto di riflesso la mano al naso.
Ma me ne pento subito, dopo che Albert mi osserva con sguardo offeso.
«Non c'è bisogno di fare una cosa simile. Popi è una signorina talmente delicata da fare invidia perfino ai fiori.»«Oh, mi dispiace...» mi scuso mortificata, e stringo una zampina della piccola puzzola in segno di saluto. «Tanto piacere, Popi. Io sono Candy.»
«Molto bene, Candy, che ne dici di mangiare qualcosa? La zuppa è pronta e dovresti riuscire ormai ad alzarti.»
con disinvoltura Albert appoggia ai piedi del letto i vestiti che indossavo prima, e si dirige verso una pentola sistemata sul camino.Solo ora mi accorgo di aver dormito indossando una vecchia camicia del signor Albert. Ma per quanto tempo sarò rimasta svenuta?
Comincio ad indossare i miei abiti, quasi completamente asciutti, ripiego la camicia presa in prestito e salto agilmente giù dal letto. Mi guardo intorno incerta, e noto uno scoiattolo che mi si avvicina. Sbatto le palpebre, un po' confusa. Solo ora mi accorgo che all'interno della casa, che ha tutta l'aria di essere una baia di montagna parecchio grande, ci sono diversi animali. Cani, anatre, conigli e persino un cervo. Hanno tutti qualche ferita, probabilmente Albert se ne sta prendendo cura.
Improvvisamente mi coglie un dubbio.
«Mi scusi, ma... siamo ancora in America, vero?»Probabilmente divertito dalla mia espressione smarrita, l'uomo si lascia andare ad un'allegra risata.
«Sì, siamo decisamente in America. Ma tu piuttosto, da dove arrivi?»
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White roses & freckles
RomanceAmerica, inizio del Novecento. Mentre trascorre la sua infanzia presso un orfanotrofio, Candy White viene adottata da una ricca famiglia. Ma il suo ruolo tra le pareti domestiche è quello di compagna di giochi per i pestiferi figli dei padroni di c...