58. Capitano Niven

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«Cookie, ora sei fuori pericolo.» mormoro, lui apre gli occhi di scatto e si guarda intorno.

Siamo dentro ad una cabina, e Cookie è sano e salvo nel suo letto.

Posa i suoi occhi su di me.
«Candy...» borbotta disorientato. «Che ci fai tu qui? Siamo clandestini, ricordi?!» esclama poi, agitandosi.

Mi metto una mano davanti alla bocca, inorridita. «Oddio... me n'ero completamente dimenticata!»

La porta della cabina si apre.
«Ho portato il latte caldo!» dice la voce di un uomo.

Io e Cookie ci fissiamo scandalizzati.
«Sotto le coperte! Ricordati che sei gravemente malato.» prendo le lenzuola e gliele butto addosso.

«Cerca di essere credibile...» gli sussurro avvicinandomi a lui, annuisce nascondendo un sorriso.

L'uomo, che da quello che vedo penso sia il cuoco, entra con un vassoio e un bicchiere di latte.

«Cookie, ti prego svegliati! Non morire tra le mie braccia!» esclamo con voce teatrale, lui fa finta di tremare.

«Presto, servono più coperte!» urla un marinaio entrando di corsa. Uno di quelli che lo ha buttato in mare, che faccia tosta.

«Scusaci...volevamo solo divertitici un po'...» si giustifica, desolato.

«Come ti senti, Cookie?» chiede il cuoco.

«Non è per niente divertente quello che avete fatto! Se Cookie morisse, voi sareste degli assassini! Ve ne rendete conto?» esclamo facendo finta di essere infuriata, in realtà Cookie sta benissimo, ma non possiamo rischiare di venire cacciati.

Loro si guardano spaventati.
«Che facciamo adesso?»

«Io l'avevo detto che c'è bisogno di un medico a bordo...»

Grazie al cielo, non ci sono dottori a bordo.
«Lasciate fare a me!» esclamo. «Si da il caso che io sia un'infermiera in addestramento.»

Metto su una faccia da finta saputella, e loro mi guardano sollevati. In realtà non è vero, però mi sarebbe sempre piaciuto fare l'infermiera. Mi ricordo che quando ero alla Casa di Pony aiutavo sempre a curare i bambini quando erano malati, e me la cavavo bene. E poi la parola "infermiera" infonde molta sicurezza a parer mio.

Sento lo stomaco di Cookie brontolare animatamente, e in effetti pure io ho parecchia fame.
«Emh... non è che potreste portarci qualcosa da mangiare?» domando con un sorriso.

«Ma... Cookie è malato! Sicura che può mangiare senza problemi?» chiede il marinaio.

«Beh, una minestra calda sarebbe l'ideale.» spiego imbarazzata. «E magari anche qualche frutto!»

«Okay, sei tu l'esperta...» detto ciò escono chiudendosi la porta alle spalle.
Io e Cookie ci diamo il cinque, soddisfatti.

Appena arriva il cibo mangiamo insieme, avevo una fame...

La porta si spalanca di nuovo e stavolta fa il suo ingresso un uomo, con una barba bianca e un sorriso gentile.

«Capitano Niven!» esclama Cookie, io spalanco gli occhi, allora lui è il capitano della nave.

«Mi scuso a nome dei miei uomini per il loro comportamento.» ci dice con tono gentile, si avvicina a Cookie. «Però sono felice di vedere che stai bene! Sei ancora intero!»

«Da quanto sei il capitano di questa nave?» chiede Cookie, stupito.

«Dallo scorso mese...» risponde il capitano Niven.

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