9. Saltando di ramo in ramo

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Iriza mi ha obbligata ad andare con lei per aiutarla a scegliere il vestito per la festa degli Andrew.
In realtà mi ha voluta portare solo perché le tenessi tutti i sacchetti con dentro i vari acquisti. Ma lo immaginavo.

Stiamo per tornare a casa Legan quando, senza neanche il tempo di salire in macchina, Iriza mi blocca e mi sorride in modo malizioso.

«Senti Candy, un altro favore, vai subito in libreria e comprami il libro "La bambola francese"»

«Potrei andare io signorina.» propone l'autista della famiglia Legan.

«No, tu non ti muovi di qui.» esclama Iriza, duramente.

Entro in libreria e le compro il suo cavolo di libro. Devo essere più gentile possibile con loro. Non posso farmi rimandare alla Casa di pony, non voglio deludere Miss Pony e Suor Maria. Nelle varie lettere che spedisco scrivo sempre che mi trovo bene e che mi trattano come una di famiglia.

Appena fuori dalla libreria vedo la loro macchina allontanarsi e andarsene. Ma seriamente?!

«Questa volta mi hanno fatto proprio un bello scherzo, d'accordo, io tornerò a piedi!» borbotto esasperata. Ma cosa ho fatto di male a questi ragazzi? O forse sono solo cattivi e viziati.

Comincio a camminare per una decina di minuti per le stradine piene di gente e di negozi, fino a quando non mi imbatto in un ragazzo ambiguo che armeggia con le ruote di un auto.

Mentre cammino mi nota e alza una mano in segno di saluto. «Ciao! Ma sei la ragazza che ha aiutato Archie?»

«Sì, tu devi essere quel ragazzo che l'ha chiamato dalla macchina!» rispondo, fermandomi davanti a lui.

Questo ragazzo è abbastanza buffo, davvero bello, meno elegante di Archie, ha un paio di occhiali rotondi che rafforzano l'espressione amabile del suo viso. Degli occhi azzurri e capelli di un castano scuro.

«Già, stai facendo una passeggiata?» mi chiede lui mentre continua ad armeggiare con la sua macchina, è rossa, senza tettuccio e sembra tutta scassata.

«Beh veramente una passeggiata forzata, perché mi hanno lasciata a piedi.» ammetto, cercando di mantenere la calma e non arrabbiarmi. Non serve a niente prendersela con quei due, sono solo dei bambini viziati.

«Mi dispiace veramente molto.» sembra davvero dispiaciuto, però poi i suoi occhi azzurri si illuminano e mi sorride. Cavolo, ha davvero un sorriso che riscalda il cuore.
«Se vuoi posso darti un passaggio io!»

«Oh, grazie mille!» non rifiuto, perché se continuo di questo passo arriverò a casa Legan entro notte.

«E allora avanti, sali!» mi apre con un sorriso impacciato la portiera della macchina, salgo mettendomi la cintura.

«Bene, ora si parte, tieniti forte.» mette in moto, e subito mi pento di essere salita, avendo visto già da fuori le condizioni di quest'auto.

«Bella questa macchina, va molto veloce!» esclamo divertita, ma anche un po' terrorizzata. Va praticamente a scatti, e fa dei rumori strani.

«Ti piace davvero? Tu non lo sai ma l'ho costruita io!» ecco, lo sapevo che c'era qualcosa che non andava.

«Eh?!» moriremo me lo sento.

In pratica sto sudando freddo.
«Sai che l'altro giorno sono finito dentro il lago?» continua a dire lui, come se niente fosse.

«Eh... a volte può capitare.» rispondo, ironica.

«Guarda! Proprio quel lago.» poi nota la mia faccia impaurita. «Non avrai mica paura?!»

Io scuoto freneticamente la testa. Gira velocemente in una curva. Ma come cavolo guida! Però questo ragazzo sembra davvero confidenziale, mi sembra quasi un amico di vecchia data.

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