38. Duca Granchester

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Dovevo strappare quella fotografia molto tempo prima, non dovevo lasciarla in giro, ora Candy ha letto quel nome.
Però non avrei dovuto prendermela con lei, la colpa è soltanto mia, mi odio per quello che ho fatto.

*Mesi prima*

Era una notte innevata, e il ragazzo era coperto da un mantello pesante per ripararsi dal freddo. Con passo deciso andò verso l'imponente casa che si stagliava di fronte a lui, e bussò.

«Mio dio, sei tu Terence! Entra pure.» esclamò con sguardo sbalordito la cameriera di quella maestosa casa.

Il ragazzo però non si mosse, quindi la donna andò verso una porta e la spalancò.
«Signora, c'è suo figlio.» detto questo una donna alta, con lunghi capelli biondi e due grandi occhi blu uscì dalla stanza per correre incontro al figlio.

«Terence... non stare lì sulla porta, entra.» disse la donna con la voce rotta dalla gioia, osservando il figlio.
«Benedetto ragazzo, sei venuto con questa neve. Dirò alla cameriera di prepararti qualcosa di caldo.»

Appena il ragazzo entrò in casa, però, non riuscì a fare a meno di correre incontro alla donna per abbracciarla.
«Figlio mio...» esalò Eleonor Baker. «Tu non dovrai più venire qui.» Terence spalancò gli occhi.
«Perché nessuno sa che sei mio figlio.» Terence si allontanò dalla madre.

«Terence, cerca di capire, io ti amerò sempre. Non ti dimenticherò mai, te lo giuro!» esclamò la donna cercando di abbracciare ancora il figlio.

Ma Terence la allontanò bruscamente.
Così scappò dalla casa, cominciò a correre sotto la fitta neve, mentre la madre cercava ancora di chiamarlo.
«Terence! Tu sei il figlio del Duca Granchester, prometti di non rivelare mai a nessuno che sei mio figlio!»

Quella fu l'ultima volta che vidi mia madre, perché mi imbarcai per tornare in Inghilterra. Spesso mi sono domandato che cosa mi spinse a cercarla, forse perché desideravo vederla, soltanto vederla. Ma non era stata una buona idea, lei non voleva che gli altri sapessero della mia esistenza. Vederla...Vederla... Questo pensiero mi assillava, non mi abbandonava mai un istante.

Ero appunto sulla nave quando incontrai per la prima volta Candy, è stato per merito suo se ho potuto dimenticare per un po' quell'incontro.

Ma c'è un altro ricordo che affiora spesso nella mia mente e che brucia ancora.

«Come mai sei venuto, Terence? Io non immaginavo che avresti avuto il coraggio di tornare qui da noi dopo tutto quello che sono venuta a sapere!» gridò la donna, mentre Terence sistemava i suoi vestiti dentro un armadio.

«Già, ho scoperto il tuo segreto, Terence Granchester.» sibilò la donna. «Tua madre non è che una sfrontata e volgare attrice americana.»

Il ragazzo strinse i pugni e digrignò i denti.
«Adesso basta! Non ne posso più, ogni giorno che passa la sua brutta faccia gonfia diventa sempre più ripugnante.» sbottò cominciando ad andarsene.

«Come...come osi Terence?! Sei stato accolto come un figlio, ma io ti farò pentire di quello che hai detto, ti farò cacciare via!» urlò lei.

«Ora basta! Lasci questa stanza.»

«Terence! Ricordati che non ti riconoscerò mai come l'erede della famiglia Granchester!» la donna uscì dalla stanza.

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