Allora, questo capitolo è decisamente diverso dagli altri. Per farvi chiarezza vi spiego: questi sono i ricordi della Candy del futuro, ma penso si capisca. E tra l'altro la fine di questo capitolo si collega con l'inizio dell'ultimo, cioè l'epilogo :)
Oh, Anthony...
Posso solo continuare a ripetere il suo nome. Sono passati così tanti anni da allora, ma queste sono le uniche parole che posso dire.
Mi ricordo una per una tutte le parole mormorate da Anthony quella mattina all'interno del giardino. Ricordo la sua voce triste, i gesti, il suo sorriso fin troppo dolce.
Ma allora mi dimenticai subito di tutto, persino di quel presentimento strano che mi aveva invasa per un attimo. Ero troppo preoccupata per la caccia alla volpe del giorno successivo. Volevo superare con successo la cerimonia della mia presentazione, in modo da non far vergognare lo zio William.
I tre ragazzi, a differenza degli adulti, non mostravano grande interesse per l'attività, e Anthony si sentiva addirittura in colpa nei confronti delle volpi.
Fatto sta che quella mattina il cielo era straordinariamente sereno. La mia presentazione ufficiale come figlia adottiva degli Andrew... sembravo calma, ma il mio sorriso nascondeva una grande tensione. L'immenso bosco degli Andrew, gli sguardi delle persone radunate... erano ancora più gelidi di quanto mi aspettassi. Di certo la signora Legan, insieme ai figli, aveva già diffuso in tutta la famiglia pessime storie sul mio conto.
«Lo zio William non è presente?» gli avevo scritto tantissime volte, senza ottenere risposta.
«No, non credo che parteciperà. Ricordati che è un misantropo. E poi, più che uno zio, credo che sia più simile ad un nonno, per cui non credo proprio che ce la farebbe a prendere parte a una caccia. Sono quasi sicuro che non si regga nemmeno in piedi, figuriamoci salire su un cavallo!»
Quando ripenso ai movimenti scherzosi di Stear nel rappresentarlo, mi viene sempre da ridere. Quel giorno i tre ragazzi sono stati più che mai i miei cavalieri.
Alla fine la presentazione andò bene, con i miei tre amici affianco che mi infondevano coraggio.
Poi, nel bosco è echeggiato lo sparo che ha dato inizio alla caccia. Tutti i cavalli si erano lanciati al galoppo, e anch'io, protetta da Stear, Archie e Anthony, ho iniziato la mia lenta corsa.
«Archie, qual era il premio della caccia?» si è voltato a chiedere Stear.
«Un pendente di rubino offerto dallo zio William. E sarà mio!» dopo avermi fatto l'occhiolino, Archie ha spronato improvvisamente il suo cavallo e si è diretto verso il bosco.
Stear, con aria di competizione, si è affrettato a corrergli dietro. Così mi sono ritrovata da sola con Anthony.
«Anch'io conosco un ottimo posto per cacciare, sai?»
Così ci siamo addentrati nel bosco buio e fitto, ma ad un tratto tutto si è illuminato, ritrovandoci in una radura. L'atmosfera del posto mi ha riportato subito alla mente la collina di pony e, senza quasi pensarci, ho condiviso quel pensiero.
«La collina di pony, dici? È il posto da dove vieni, vero Candy? Mi piacerebbe vederla un giorno. E vorrei anche visitarla per vedere dove sei cresciuta, e incontrare Miss Pony e Suor Maria.»
«È una promessa, Anthony!» mi sono messa a saltellare dalla gioia in groppa al cavallo.
Lui mi guardava divertito, poi si è fatto improvvisamente serio e mi ha detto:
«Quando eri piccola hai incontrato il tuo principe sulla collina di pony, vero? Sai, la descrizione che hai fatto di quel ragazzo mi ricorda qualcosa... Forse, quando ero piccolo...»In quel momento abbiamo sentito un fruscio proveniente da un cespuglio vicino, ed è comparsa all'improvviso una volpe dalla coda voluminosa.
«Candy, sarò io a regalarti quel rubino!»
Sorridendomi, si è risistemato agilmente sulla sella e ha dato un colpetto ai fianchi del cavallo, lanciandosi all'inseguimento dell'animale. A un tratto, però, il cavallo di Anthony ha scalciato con forza con le zampe anteriori, piegandosi all'indietro. Era finito in una trappola per volpi.
Poi, quel nitrito...
Mi copro in un attimo il viso con le mani e mi alzo dal divano. Ancora oggi non voglio ricordare quell'istante. È dura affrontare la realtà. Eppure quel momento è scolpito nella mia memoria e torna ancora, più e più volte.
Anthony cade lentamente dal suo cavallo bianco. No, non può essere accaduto in questo modo. Tutto in realtà si è svolto velocemente. Anthony è stato sbalzato dalla sua cavalcatura, ma nella mia mente è come se tutto fosse rallentato. Non c'erano rumori. Non ho sentito nemmeno la mia voce che gridava. Poi sono svenuta, e quando ho ripreso i sensi non ricordavo nulla.
Anthony. Aveva solo quindici anni. Era un ragazzo gentile che amava le rose. Quanto può essere crudele Dio? In un attimo, mi è sembrato che ogni colore abbandonasse questo mondo. Dev'essere stato lo stesso per tutti i membri della famiglia Andrew.
Ricordo ancora gli occhi tristi e spenti di Stear e Archie. Nonostante tutto, loro hanno cercato di proteggermi dalla rabbia della zia Elroy.
«È colpa tua! Se solo non fossi stata adottata dagli Andrew...»
Sì, Archie e Stear mi hanno protetta e consolata con tutte le loro forze dopo quelle dure parole, ma io capivo bene come si sentisse quell'anziana signora. Anch'io, nel mio cuore, pensavo di essere colpevole.
Anche dopo il funerale, l'incubo continuava ad aleggiare sulla casa degli Andrew. Stear e Archie diventavano ogni giorno più taciturni, quasi avessero perso ogni energia. Io mi recavo ogni mattina al giardino, all'ora esatta in cui m'incontravo con Anthony, ma quel luogo, ormai privo di fiori, era completamente secco e i rami tremavano al vento, come se provassero freddo. Ero convinta che nessun fiore sarebbe mai più sbocciato.
I fiori muoiono e rinascono ancora più belli. Le persone muoiono e rinascono ancora più splendide nel cuore di chi resta.
Dal fondo del mio cuore, sono riaffiorate le parole di Anthony.
Non è quello che voglio! Non mi importa che tu torni a vivere nel mio cuore, per quanto accada in modo meraviglioso, Anthony! Io voglio sentire la tua voce! Voglio vedere brillare i tuoi occhi! Voglio toccare le tue mani!
Quando ho gridato queste parole dentro di me, i miei occhi si sono riempiti di lacrime. Mi sono accasciata a terra e ho iniziato a piangere a dirotto. Le lacrime non accennavano a fermarsi.
Piangendo, ho afferrato un ramo, come per aggrapparmi ad Anthony. È stato allora che una spina mi ha punto il dito, facendo scaturire una goccia di sangue rosso. Sono rimasta per un po' a fissarla imbambolata, e all'improvviso mi sono resa conto che ero viva. Mi sono guardata lentamente intorno.
Quel posto che prima mi era sembrato arido, mi è apparso invece come se stesse custodendo la vita, in modo che i fiori potessero sbocciare ancora più belli alla stagione successiva.
Anthony... che significa vivere? Che significa morire? Anthony, devo continuare a vivere anche se tu non ci sei più?
Sì, Candy.
In quel momento, io ho sentito davvero la sua voce nel vento.
Voglio che tu viva con il sorriso, proprio come hai fatto fino ad ora.
Lo so, Anthony, ma sarà difficile... Anthony, io ti amavo tanto...
Anch'io.
Forse quella voce che mi sembrava di aver sentito è stata tutta una mia suggestione, ma sono convinta che sia stato lui a darmi la forza per andare avanti.
Piangendo, ho guardato il mio dito ferito. Senza che me ne accorgessi, il sangue si era fermato.
Ancora oggi, a distanza di esattamente dieci anni, il suo bel volto è ancora impresso nella mia mente.
A passo lento mi dirigo verso il tavolo, prendendo carta e penna. Inizio a scrivere, con la mano leggermente tremante.
Caro Anthony...
Giuro solennemente che ho sofferto a scrivere questo capitolo, il mio povero Anthony. 💔
-giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
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White roses & freckles
RomantikAmerica, inizio del Novecento. Mentre trascorre la sua infanzia presso un orfanotrofio, Candy White viene adottata da una ricca famiglia. Ma il suo ruolo tra le pareti domestiche è quello di compagna di giochi per i pestiferi figli dei padroni di c...