7. Tu torna da me

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Scendo le scale per andare a fare colazione, fino a quando non mi imbatto in Neal ed Iriza che stanno parlando con Dorothy. Ad un certo punto passa un gatto, penso sia di questa famiglia, Iriza lo afferra e lo lancia in faccia a Dorothy. Ma che problemi hanno? Non ci penso due volte a lanciarmi addosso a loro per dirgliene quattro. Prendo per il braccio Iriza, tirandola via da Dorothy. Come possono trattare una persona in questa maniera? Loro urlano aiuto e ad un certo punto mi sento strattonare da dietro. È la signora Legan.

«Candy!» urla, e sembra infuriata. «Mi spieghi perché stavi picchiando i miei figli? Vuoi per caso tornare alla casa di pony?»

«Beh, sarebbe molto meglio che restare qua dentro con persone cattive e meschine come voi!» ribatto, non riuscendo a trattenermi.

«Candy! Ma come ti permetti a parlarmi così? Fila subito in camera tua!» urla ancora la signora Legan, mentre Iriza e Neal ridono silenziosamente.

Invece di andare in camera corro fuori, e non posso fare a meno di scoppiare a piangere. Corro e corro senza una meta precisa. Ad un certo punto mi butto a terra esausta, continuando a singhiozzare. Perché sono finita qua? Di certo non posso tornare alla casa di Pony, ormai non servo più. E poi sono troppo grande. Piango e piango finché non sento una voce.

«Hey non piangere, ti prego.»

Mi alzo lentamente in piedi, notando che ho il vestito tutto pieno di fango. Spalanco gli occhi, appena noto il ragazzo davanti a me. Subito incrocio due occhi azzurri come il mare, che mi osservano curiosi.

«Santo cielo, ma quello è il principe.» mormoro, allibita. È letteralmente identico a lui. Inconfondibili capelli biondi, stessi occhi e stesso sguardo.

Seduto in cima a un cancello di ferro arcuato, c'è proprio il mio principe, che mi osserva sorridendo. Trattengo il fiato, ho paura che un solo battito di ciglia potrebbe far svanire questa immagine.

«Ti riferisci a me quando parli di un principe?» dall'alto giunge di nuovo la sua voce, e io quasi non riesco a respirare.

Provo a chiudere gli occhi, per poi riaprirli, ma il ragazzo non è scomparso. Non sto sognando, ma questo ragazzo non può di certo essere il mio principe, sono passati ben quattro anni da allora. Lo osservo meglio, a prima vista mi erano sembrati identici, ma ora noto che i capelli dorati e sia il sorriso sono leggermente diversi.

Cerco di tornare in me, e mi strofino gli occhi, ma poi ricordo di avere le mani tutte sporche di fango.
«Oh no... il fango!» borbotto, e sentendomi in imbarazzo non riesco a trattenere una risatina, notando che il ragazzo mi sta ancora fissando.

In quel momento, anche lui sorride.
«Sai, sei molto più carina quando ridi che quando piangi.»
il mio cuore ha un sussulto, quando mi rendo conto che ha usato la stessa frase che mi disse il principe.

Come è possibile? Come fa sapere...? Sempre più sorpresa e scossa da mille emozioni, prendo un bel respiro. Ma proprio in quel momento sento un fischio provenire da un punto lontano, oltre il cancello. In un battito di ciglia, il ragazzo mi rivolge un sorriso e salta agilmente giù. Con i capelli chiari mossi dal vento, si dirige velocemente nella direzione da cui era provenuto il suono, scomparendo dalla mia vista.

Non sono riuscita nemmeno a rivolgergli la parola. Rimango imbambolata per un momento, poi mi avvicino al cancello di ferro e guardo nella direzione in cui è scomparso.

Non riesco a non chiedermi dove sarà andato quel ragazzo, era comparso improvvisamente e sparito allo stesso modo. Proprio come aveva fatto quel giorno il principe della collina, lasciando nel mio cuore una delicata brezza. Questo incontro con questo ragazzo così simile al principe, mi ha dato un grande conforto. Alzo lo sguardo verso il cancello, come se lì sopra ci fosse ancora qualcuno.

«Grazie. Prometto che non mi vedrai più abbattuta, perciò dimmi che ci incontreremo ancora... tu torna da me.» mormoro.

Non avrei mai immaginato che proprio vicino a casa dei Legan, sarebbe potuta accadermi una cosa così bella. Mi avvio, girandomi più volte per essere sicura che quel cancello non fosse frutto della mia immaginazione.

Chissà chi è questo ragazzo.
Ovviamente non può essere lo stesso che Candy aveva incontrato ben quattro anni fa.
-giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

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