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Dopo la chiacchierata con Sara ho mangiato da loro, Maria mi ha quasi costretto a restare mi ha detto: " se non resti non ti parlo più" non potevo dirle di no. Mi ha stretto così forte quando mi ha visto che mi sono sentita realmente a casa.
Sara in tutto questo aveva deciso di piazzare il pranzo su Instagram taggandomi. Non vi dico quanti messaggi in direct che chiedevano se fosse seria.
Ora sono sul treno per andare a Milano, ho chiesto a Fabrizio se domani avesse avuto tempo da sistemare il resto del disco. Mi ha risposto di sì. Così Sara mi ha accompagnato in stazione e arriverò tra un paio di ore in città. Ho il cervello che mi scoppia questa sera.
...: Tu devi essere Emma " mi volto un uomo dell'età di mio padre forse si siede al mio fianco.
“si sono io. Vuole qualcosa?” chiedo scollegando le airopid dalla musica.
“ un autografo per mia figlia. Ti segue sempre anche agli eventi” sorrido. Ero felice e orgogliosa di avere delle fan così. Che mi seguissero per la musica.
“ certo. Nessun problema” mi passa in foglio e una penna e  faccio una firma. Lui continua a guardarmi come se avesse qualcosa da dirmi ma non si permette. Prende il foglio, lo mette in tasca e mi sorride.
“ deve dirmi qualcosa?” chiedo mentre lo vedo tornare nel suo vagone. Si avvicina di nuovo e mi guarda intensamente tanto che mi imbarazzo.
i tuoi occhi sono spenti. So cosa vuol dire stare male per qualcuno. Mia moglie se ne andata troppo presto e il pensiero di un altra donna al mio fianco non riesco a digerirla. Vedo mia figlia affrontare ogni giorno una nuova giornata nonostante sua madre non ci sia più. Sono orgoglioso di lei. A volte vorrei farle capire che la vita è una sola e bisogna saperla affrontare di petto. Vorrei spiegarle che dopo il buio la tempesta non c'è solo il sole ma anche l'arcobaleno. Che bisogna sorridere ad ogni evenienza e poi che tutto ciò che si rompe può essere recuperato tranne quello che muore” mi lascia una carezza e poi va via. Sento la saliva azzerata. Stupita e senza parole. Quel discorso mi aveva toccato particolarmente. Non sapevo perché, forse per il fatto di Simone, forse per come mi sentivo interiormente ma mai avevo sentito qualcuno parlarmi in quel modo. Restai per alcuni secondi a fissare quella porta dove entrava ed usciva la gente ma di quel signore nessuna traccia.
Riattaccai la musica con la speranza di poter scacciare per alcuni minuti le parole di quell'uomo.

...

3 ore dopo.
Milano

Sono arrivata a casa lancio il borsello sul divano e mi infilo in doccia. « dopo il buio la tempesta non c'è solo il sole ma anche l'arcobaleno. »  Peccato che io non vedessi più nessun colore da mesi. Solo nero niente di più. Passavo il bagnoschiuma di forza sulla mia pelle cercando di dimenticare tutto ogni cosa stava diventando impossibile. Non riuscivo più a vivere in quel modo.
“Bastaaaaa!” urlo tirando un pugno sulle mattonelle. Faceva male tutto. La mano pulsava e domani avrei avuto il livido ma non importava. Forse avevano ragione gli altri avrei dovuto parlare con lui non starei ancora così. Magari mi sarei chiarita già le idee e il cuore sarebbe in pace. Spengo l'acqua e mi infilo l'accappatoio mi allungo verso il telefono che sento squillare.
“pronto?”
“Emzi”
“ Luke ciao dimmi”
“ma dove eri finita?”
“ sono a casa. Ero dai genitori di Simone e poi visto che sono qua ho preferito salire per andare a lavorare domani. Mi sono fatta una doccia e adesso ceno.”
“ stai bene?”
“ si Luke. Non ho nulla di preoccupante”
“Emma lo sai che non mi puoi mentire”
“ Luke sai già tutto e io non voglio fare quel passo ” sono stupida poco fa avevo pensato di chiedere a Simone di vederci.
“ sei testarda!”
“ troppo lo sai. Mi conosci!”
“ se fosse per me vi metterei in una stanza e butterei la chiave per sempre”
“ sei esagerato!”
“non è vero. Sai quante volte ci ho pensato durante gli eventi. Lo avevo detto pure a Rosanna” rido immaginandoli a confabulare su questa cosa. Immagino anche mia madre dargli del cretino.
“ e se penso giusto ti ha detto che non poteva farlo per il mio bene! Giusto?”
“ oh no emzi! Tua mamma era d'accordo peccato che non c'è mai riuscita perché siete solo un po' coglioni” inizio a ridere fortemente. Mia madre che voleva chiuderci una stanza dando corda al mio migliore amico. Era veramente impazzita! Oppure non mi sopportava davvero più.
“ allora che vuoi fare?”
“ domani sera torno a malta” dico velocemente mentre lo sento sbuffare. Sapevo che non era d'accordo ma era l'unico modo che avevo per evadere da qua. Mi sentivo in ogni caso sola e senza nessuno a cui appoggiarmi. Almeno a Malta potevo uscire con lui e le mie amiche. Stare con la mia famiglia.

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