13.

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«Kurt sei a milano» invio il messaggio al mio ex cognato dopo cena. Non sapevo se Emma era tornata a Malta alla fine. Irama mi aveva detto che sarebbero partiti già ieri era stata trattenuta per il lavoro.
«No Simo. Siamo appena atterrati a Malta. Oggi è sabato Emma voleva stare con mamma e papà. È successo qualcosa?» mi sembrava strano che non mi avesse risposto male. Addirittura mi dava le spiegazioni dovute.
« no. Non ti preoccupare. Nulla di importante. Non dirle che ti ho cercato. »
« d'accordo. Se hai qualcosa da dirle chiamala oppure scendi» sbarro gli occhi a leggere il suo messaggio. Ero scioccato. Scendi? Ma faceva sul serio? Con quale coraggio mi sarei presentato sotto casa sua a Malta. Dopo che non ci parliamo da tanto. « sei serio?» chiedo subito dopo. Scrivo velocemente ancora « tua sorella è pronta a lanciarmi dal balcone solo se io mi avvicino a casa tua lo sai?»
« oh Simone non farla così tragica! In fin dei conti devi fare un passo sono sicuro invece che resterebbe piazzata.»
« Kurt l'ultima volta che sono stato giù era capodanno scorso e io sono poi stato male. Lei si è presa cura di me. Come posso solo avvicinarmi dopo che le ho fatto così male. Mi sputa in un occhio»
« l'unica cosa che non prova mia sorella nei tuoi confronti è odio. Non ti sputterebbe mai in faccia. Ti voglio bene simo e dovresti davvero provare a fare qualcosa!»
« così poi tuo padre mi taglia le palle» scrivo immaginando solo la scena di Conrad con le forbici o con la mazza.
« esagerato!»
« no ho ragione non sono esagerato. Comunque non ti preoccupare. Non dire niente ad Emma. Grazie lo stesso. Speravo fosse qua per fare un salto da lei. »
« te lo ripeto potresti farlo anche qui. Tanto prima di una settimana non torna a Milano pensaci»
« d'accordo!  Grazie Kurt»
« Simo, l'abbiamo vista ieri la storia e per questo che ti sto dicendo di fare qualcosa. »
Merda la storia che avevo messo dopo il biglietto. Non rispondo e mi lancio in doccia. Ho solo bisogno di mantenere la calma. Forse Kurt ha ragione non posso aspettare il tempo della festa per chiarire. Avevo le idee poco chiare, dovevo capire se provavo ancora ciò che pensavo.
Emma non mi era mai stata indifferente nonostante la distanza per me era rimasta unica. Neanche una scopata con altre persone avrebbe potuto cancellare i ricordi e i sentimenti.
Mi aveva insegnato ad amare e cosa voleva dire consapevolezza di amare qualcuno. Io avevo stremamente bisogno di lei e dei suoi occhi vicino ai miei. Delle sue carezze. Dei suoi baci che mi mancavano come aria.
Mi infilo accappatoio e mando una nota vocale a Filippo.
“ domani dobbiamo lavorare?”
“ no simo. Abbiamo 3 giorni liberi perché?”
“Emma è partita e mi sa che vado a malta!”
“sei pazzo?”
“ no fili devo parlarle. Sta diventando un agonia aspettare continuamente che qualcosa cambi. In questi mesi non è successo perché devo stare ancora fermo?”
“ ok va bene quando parti?”
“ domani mattina. Dico a Marco di controllarmi casa ogni tanto. Ti tengo aggiornato. Tanto al massimo torno con un occhio gonfio per via di suo padre” Filippo ride nella nota vocale e poi me ne manda un altra.
“ veramente quella che potrebbe ammazzarti è lei. Ma siccome so che non ti odia vai tranquillo. ”
“ fili grazie. Sei un amico”
“ di entrambi. Lo faccio per voi. Se non tornate insieme o almeno chiarite vi scomunico. Non parlatemi più” inizio a ridere per il tono della voce. Appoggio il telefono sul comodino della mia camera e mi guardavo intorno, se ci fosse stata lei adesso qua mi avrebbe tirato dietro tutta la roba che stava per terra. È mi avrebbe detto: non sono la tua donna delle pulizie aiuta almeno e non stare sul letto come un morto. A quel punto mi sarei alzato e con tutta la mia ruffianita l'avrei trascinata per i fianchi a fare l'amore. Riuscivo in poco tempo a levarle il broncio. Tranne quando si incazzava di brutto. Parlava inglese dove a volte non capivo una mazza e mi dava sempre le spalle perché se no non riusciva a tenere il punto.
Ricordo che quando ci siamo lasciati la prima volta. Ci dicevamo le peggio cose. La guardavo mentre ci urlavamo dietro che per paura di esagerare ancora di più sono andato via in albergo lasciandola sola nel silenzio più assoluto. Sono stato di merda. Le parole mi avevano ferito come una lama. Eravamo tornati da poco dall'evento in Sicilia e speravo di stare con lei più tempo possibile. Invece era venuta giù la catastrofe.

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