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“Emma sto aspettando che tu parli!” alza il tono della voce. Sono da dieci minuti ferma in silenzio sul suo divano di casa. “ perché ti comporti così? Non mi pare di aver fatto niente di male!”
“Simone” dico “ mi hai chiesto di uscire a pranzo fuori. Ti sembra normale come cosa?” chiedo. Lui sbarra gli occhi. È arrabbiato. Stringe i pugni sul Tavolo.
“ si mi sembra una cosa normale. Emma se vogliamo rincomiciare non è previsto che dobbiamo nasconderci per mesi”
“ non puoi pretendere che tutto torni come prima ”
“ chi cavolo ha detto questo?” urla.
“ mi hai chiesto di uscire come se tutto fosse la normalità. Simone noi stiamo di nuovo insieme da pochi giorni forse una settimana e tu vuoi già prendere è uscire. Io...” lo vedo che respira.
“ tu cosa Emma? Tu cosa? Non sei pronta? Non mi ami più? Ti sembra tutto assurdo!”
“ Ma che dici? Simone non mai detto che non ti amo più. Trovo che sia affrettato uscire perché tanto conoscendo il nostro mondo ci beccherebbero subito. Non voglio assolutamente finire di nuovo nel gossip. Non voglio essere paparazzata. Non voglio che si parli di me perché sto di nuovo cose” parlo troppo velocemente che penso nemmeno mi abbia capito, invece vedo che si alza e mi da spalle. Non dice niente. Inizia a salirmi l'agitazione.
“ non ti avevo invitata a pranzo per buttarti nella mischia. Se pensi questo di me hai sbagliato di grosso”
“Simone guardarmi” si volta “ quando è uscita quella cosa sono stata male”
“ non è colpa mia Emma. Mi prenderei le colpe di qualcosa che non ho se ti fa stare meglio ma se quel coglione non sta zitto non è colpa mia. Ho sbagliato a parlare ok va bene ma se è uscita non è colpa mia.
E questo non vuol dire che io voglio buttarti nel gossip. ” sposta il mobiletto per metterlo meglio non mi sta nemmeno più guardando in faccia. La tensione è alle stelle. Lo vedo sempre più nervoso. Stringe i pugni e le vene del braccio si fanno vedere.
“ io non sono pronta” dico.
“ non importa Emma. ” mi risponde. “ perché tanto quello non era il mio intento; volevo uscire con te per stare insieme e per non stare a casa dopo una giornata di lavoro. È soprattutto perché domani parti. Ma ok! Se questo che vuoi va bene. Restiamo qua dentro. Cucino io e...” mi alzo bloccandolo immediatamente.
“ mi dispiace davvero!”
“ non importa.” risponde. Mi stava mentendo. Lo conoscevo bene. Pur di non litigare ancora sarebbe stato capace di tenersi tutto dentro e non dirmi più niente. Esattamente quello che stava facendo. Va verso la cucina e apre la credenza.
Come mi potevo fare? Non volevo ferirlo, ma non avrei sopportato ancora del chiacchiericcio. Ne avevo sentite troppe a 19 anni mi era stato detto di tutto. Ciò che non ero. Sembra di essere un mostro. Una che la dava a tutti. Mi sono sentita morire dentro. Il cuore si faceva in pezzi per ogni parola che veniva scritta. Mi appoggio al davanzale davanti alla cucina. Questa casa era rimasta la stessa di quando l'avevamo presa. Si era aggiunto una statua che gli era stata regalata «victoria».
“ Simo non voglio che mi tieni il muso però”
“ non ti sto tenendo il muso Emma. Sto solo cercando una cosa qua dentro. Ti ricordo che è ora di cena. Visto che il pranzo è saltato vorrei almeno mangiare qualcosa”
“ non hai mangiato?” scuote la testa. Mi sentivo una perfetta deficiente.
“ ti ho aspettato tutto questo tempo ma mi sono pure detto che stavolta io non mi sarei mosso. Non perché non ti voglio, perché io questa volta non ho fatto niente e dovevi muoverti tu. Volevi stare sola ti ho lasciato sola. ”
“ volevo soltanto chiarire delle cose con me stessa”
“ pensa che stupido sono passato pure sotto casa tua. Pensavo volessi almeno passare il pomeriggio con me. Invece ho incontrato una signora non ho capito in realtà cosa voleva. Ti vuole bene però.” afferma continuando a darmi le spalle. Era passato a casa. E io stavo decidendo se andare via senza dirgli nulla oppure venire a parlargli. Sono davvero una cretina! Scendo dallo sgabello e lo abbracciò da dietro appoggiando le mani sul suo petto.
“ scusa. Sono una scema. ”
“ non mi devi chiedere scusa Emma. Non avevamo le stesse idee oggi. È va bene così. ” mi risponde leggermente freddo. Non mi stacco e lui non fa nulla per mandarmi via.

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