23.

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Erano le due del mattino la festa era finita da poco. Alla fine ho seguito Simone dopo aver lasciato Fred e fili parlare tra loro. Andava verso il mangiare che stava esposto nel tavolo. Ora siamo fuori in giardino la gente ormai va via piano piano. Filippo è con noi. Simone invece mi tiene stretta a lui con un braccio intorno al mio collo. Tengo la testa appoggiata al suo petto e le braccia attorno alla sua vita.
“ quanto siete Bellini?” ci chiede irama mentre ci sorride. Guardo Simone che spegne la sigaretta buttando fuori il fumo in direzione opposta alla mia per non farmi ispirare fumo passivo.
“ se non ce lo dici tu noi non possiamo saperlo” risponde Simone. Tengo gli occhi chiusi beandomi del suo cuore che batteva veloce e forte per la mia vicinanza. Non c'era consapevolezza migliore di quella. Quel cuore stava battendo per me ancora una volta. Solamente per me. Nonostante glielo avessi fatto a pezzi tempo fa. Come lui aveva fatto a me. Apro un occhio poco dopo perché sento Simone irrigidirsi e Filippo gli sussurra di mantenere la calma. Noto che Federico ci sta guardando. Sta zitto e cammina poi avanti. Respiro sperando che non avvenga una rissa adesso.
“ simo lascia perdere. È qua con te.” gli dice Filippo. Sposto un po' il viso per lasciare un bacio sulla guancia a Simone che inizia a lasciare i nervi.
“ ehi” lo chiamo mentre lui non smuove lo sguardo. Mi allungo al suo orecchio. “ ricorda quello che ci siamo detti prima simo. ” annuisce e mi guarda adesso.
“ poi parliamo con calma va bene?” annuisco senza alcun problema. Dovevamo seriamente parlare. Non potevamo più fingere che tutto ciò potesse andare bene.
“ ragà io vi abbandono allora. Simo le tue sigarette stanno in macchina mia vero?”
“ si ma tranquillo prendile. Non ne ho bisogno. Ho un nuovo pacco a casa”
“ ok. Allora ci vediamo dopo in studio”
“ alle 9?”
“ si simo non fare tardi come al tuo solito. Stavolta dobbiamo chiudere e Giulio ci fa fuori!”
“ va bene capo” Filippo ci salita e restiamo soli mentre Simone chiama un taxi. Ma prima mi chiede la destinazione.
“ hai preso una stanza?”
“ Simo no. Non ne ho bisogno”
“ in che senso? Sei sola giusto?”
“ no. Non sono sola. Luke è salito con me. ” mi guarda non capendo. “ sto scherzando scemo. Si che sono sola e comunque non ho bisogno della stanza. Ho una casa a Milano”
“ ma sei seria?”
“ si Simone sono seria. È più considera che viviamo pure vicini ” lo sguardo mi fa quasi ridere. Sembra che lo stia prendendo in giro quando è vera questa cosa.
“ e quando pensavi di farmelo sapere?” chiede ironico.
“ mai. ” rispondo. “ vivo due vie più avanti di te. Io scappavo soprattutto per la paura di incontrarti sotto casa. Ho preso un appartamento al quinto piano. È piccola ma per me va bene. Ogni tanto vengono mamma o Luke o kurt. Mio padre ancora non c'è venuto”
“ oh beh allora siamo a cavallo ci metterà poco a mettere piede in casa. Allora ti faccio accompagnare a casa?” scuoto la testa.
“ io non voglio separarmi da te adesso. Perché non andiamo da te. Ormai tanto quella casa la conosco” nel suo viso si dipinge un bellissimo sorriso. Come se non aspettasse altro.
“ sei sicura?”
“ ma mi vedi? - annuisce- sono attaccata a te da quando siamo usciti e per lo meno non voglio assolutamente lasciarti per un secondo. ”
“ ok allora andiamo da me” sorriso anche io stavolta. Mi prende per una guancia, mi bacia chiama il taxi e andiamo a casa sua.
Questo è il nostro nuovo inizio. Si spera il più bello di sempre. Voglio passare più tempo con lui. Magari capire determinate cose, parlare con lui, spiegare cosa magari non era andato prima; migliorare per farci del bene.
È giusto darsi un altra possibilità se non va anche stavolta chiuderemo tutti i rapporti.

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