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Infilo le chiavi a casa. Sono le due del mattino fino a poco sono stato da Marco. Non so come mi abbia convinto che dovessi tornare a casa. Sono davvero agitato e la rabbia dentro il mio corpo. Non voglio assolutamente litigare ancora. Vorrei solo che in queste ore di assenza avesse capito determinate cose. Entro nel salotto che trovo tutto spento. Cammino al buio vedendo la porta della nostra camera aperta e con la luce del comodino accesa. Faccio due passi dentro facendo pianissimo. È distesa di un fianco le bambine nel letto circondate dai cuscini. Un seno di fuori sicuramente si addormenta mentre stava allattando.
Appoggio le chiavi sul comò e prendo il mio pigiama o ovvero una tuta da casa. Prendi prima Gaia e poi aurora entrambe le sistemo nel proprio letto. Sposto poi i cuscini che aveva messo intorno e mi accorgo che ha la faccia sul mio posto. Non posso fare altro che sorridere. Mi metto sul letto e spengo a luce.
“Simo” speravo non si svegliasse per non dover discutere. “ oddio sei tornato! Stavo pensando di chiamare i carabinieri domani”
“ non ce ne era bisogno!” dico senza ne toccarla e ne essere vicino a lei.
“ dove sei stato tutto questo tempo. Ho pure chiamato Filippo Alex nessuno sapeva dove fossi” l'unica persona che non aveva chiamato era proprio dove ero stato. Lo sapevo bene perché Marco non ha mai risposto al telefono.
“ ho preso la mia libertà” la luce si accende e adesso mi guarda in faccia.
“Simo...”
“ oh no. Stavolta non ascolterò tutti i tuoi mi dispiace Emma. ”
“ non è facile”
“ che cosa? Avere una famiglia con me? Pensare di doversi muovere tutti insieme? ” le dico duro.
“ non è questo il problema. ”
“ ah sì? Non lo sapevo. Sai sono due settimane che abbiamo le bambine e sto facendo di tutto per cercare di non crearti nessun peso. Ho pensato per 8 mesi che dovevo cercare di non esserlo io perché tu avevi i tuoi momenti e le tue ragioni. ” mi guarda negli occhi. Vorrei tanto baciarla in questo momento ma non posso fargliela passare liscia come se niente fosse. “ vuoi scendere dai tuoi ok. Prendi le bambine e vai dai tuoi. Passa il Natale. Capodanno quello che vuoi. Ma non aspettarti che quando torni io ci sia” sapevo di ferirla adesso. Sapeva bene che senza di lei non sarei andato da nessuna parte. Ma se non apprendeva determinate cose in questo momento non ci sarebbe nemmeno stato un motivo per continuare.
“ che stai dicendo? Vuoi lasciarmi? ”
“ non prenderla come una minaccia. Ti sto dando carta bianca Emma. Vuoi andare vai. Non ti lego a casa. Non ti tengo lontano dalla tua famiglia. Ma permettimi che di essere solo un po' STRONZO, si nel dirti che quando tornerai io non ci sarò. Perché quando ho saputo che avremmo avuto un bambino: ho messo in conto che saremo stati più tempo insieme. Ho messo in conto il fatto che saremo stati una famiglia unita pronta a tutto. Avevo pensato persino che ti fossi innamorata ancora di più di me. ” la vedo piangere non dice niente. “ non lo sai come mi sono sentito quando mi hai detto quelle cose. Non sai nemmeno come mi sento ogni santo giorno. Mi sveglio è ho paura che non sei più qui. Mi sveglio con l'ansia di non saperti più mia. Ha ragione Marco devo lasciarti libera di scegliere cosa fare dalla tua vita nonostante tu abbia due figlie con me. Ha ragione quando dice che io forse sono più innamorato di te. Perché cazzo Emma: io ti sposerei anche domani senza di te io non so proprio vivere. Ti sposerei perché ciò di cui ho bisogno. Ma non è lo stesso per te.
Quindi ok. Puoi stare tranquilla non ti opprimero più. Vivi e stai serena. ” finisco il disco. Mi tremano le mani e sento di nuovo che sto per piangere. Lei lo sta già facendo. Cade il silenzio nella stanza. È pesante. Come un masso sullo stomaco.
“ io.. non so cosa dire. Non sapevo che ci fosse tutto questo tormento dentro di te. Pensavo - tira su il naso - che andasse tutto bene tra di noi che non ci fosse chissà quale tuo pensiero. Non so perché tu non mi parli più delle tue paranoie...” la fermo subito.
“Emma quando ci siamo trovati da quando sei rimasta incinta di parlare io e te? Quando ci siamo trovati solamente io e te da quando sono nate le bambine? Te lo dico io mai... Ma non te ne faccio una colpa. Essere mamma comporta tante responsabile molto più di quante ne abbia un padre. Ma se io sono avanti e tu dietro non si può di certo considerare il concetto famiglia. ”
“ avrei voluto che tu me ne parlassi ti avrei ascoltato..” scuoto la testa. Non lo avrebbe fatto. Le bambine in questo periodo venivano per entrambi prima di noi. Sapevo che sarebbe accaduto un momento di instabilità ma non in questo modo.
“ non lo avresti fatto Emma. Gaia e aurora sono diventate quasi la priorità principale per non stare più molto insieme. Siamo sempre con loro. Ora che sono tornato a lavoro stiamo insieme molto meno e io già so che hai tuoi problemi come cavolo facevo a dirti che... Lascia stare!” mi blocca per un polso mentre sto per spegnere di nuovo la luce.
“ non lascio stare parla... A dirti che.. cosa simo?”
“ che ho bisogno di stare più tempo con te. Ma te lo detto anche stamattina. Oggi pomeriggio quando mi hai chiesto del Natale. Emma sei tu che vuoi starmi lontana non io. ” dico ancora cercando di non essere troppo freddo.
“ io non voglio starti lontano. È solo che... Simo a volte mi sembra di correre troppo. Di impazzire. Adesso che ci sono le bambine ho iniziato a pensare che non sono in grado di gestire tutto quanto. ” resto alcuni secondi fermo e poi la tiro leggermente su di me. Capisco che stavo diventando troppo duro nei suoi confronti.

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