43.

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La cena

“ che hai fatto oggi?” chiedo ad Emma mentre ci sediamo al tavolo che abbiamo scelto. Le sposto i capelli dietro l'orecchio e sorrido.
“ ho finito tre tracce adesso mi mancano le altre”
“ sta prendendo forma allora il disco?” annuisce felice. Amo vederla così con gli occhi che brillano e il sorriso stampato in faccia.
“ sta venendo bene. Sono felice del lavoro svolto. Sarà un disco misto alcune tracce in inglese le altre in Italiano. ”
“ sarà una bomba Emma ne sono certo”
“ vedremo ” alza le spalle non molto convinta. Le passo una mano sulla sua per provare a tranquillizzarla.
“ ehi non devi abbatterti. Venerdi  esce il nuovo singolo vedrai che sarà un successo. Non aspettano altro” oggi era lunedì Emma aveva avuto la riunione poco prima tornare a malta. Adesso doveva solo dare ai suoi fan quel singolo bellissimo che aveva scritto. Parlava dell'amicizia e ci aveva messo tutta se stessa.
“ non vedo l'ora domani di avvisarli. ”
“ fai una diretta. Secondo me è l'ideale per acchiappare le persone. E poi inizi con le storie. Magari scrivi degli indizi”
“ guarda che poi se faccio come te iniziano a dirmi che sono biondizzata”
“ oh amore non c'è ne bisogno tanto lo sei” inizia a ridere si allunga per baciarmi e non me lo faccio ripetere due volte. La bacio a stampo più volte sapendo benissimo quanto sia riservata. Il cameriere arriva per prendere le nostre ordinazioni. Scrive e poi va via di nuovo.
“ non mi piace come ti stava guardando” dico.
“ non stava facendo niente di male. Prendeva gli ordinazioni”
“ fissava te come se io qua non ci fossi”
“amo è sempre stato così vorrei ricordarti che ad ogni ristorante hai detto questa frase.”
“ ho capito ma io ci sono. ”
“ sono bella che ci posso fare!” ridacchia. Non era da Emma dirsi che era bella ma sapevo che dirlo adesso era perché ci si sentiva realmente. Le accarezzò una guancia, è la vedo chiudere gli occhi. La mia donna angelo. È veramente perfetta ovunque. Labbra, occhi, naso. Il corpo. C'erano notti in cui me la sognavo dentro la doccia che cantava oppure nel letto con mille fogli per scrivere.
“ a che stai pensando?” mi chiede mentre appoggia una mano sulla mia coscia.
“ a te”
“ a cosa di preciso?” lascia un bacio sulle labbra dopo la domanda gliene rubo un pezzo.
“ quando non stavi più con me c'erano notti che magari riuscivo a prendere sonno due secondi. Ti sognavo.”
“ davvero?”
“ si. Ti sognavo mentre facevi le cose a casa oppure sotto la doccia che cantavi”
“ wow. Non hai pensato di farmi fuori dalla tua vita anche dai tuoi pensieri” scuoto la testa. Non ho mai voluto questa cosa.
“Emma io non riuscivo a mandarti via del tutto. Ti avevo allontanata perché non riuscivo a darti ciò che meritavi eppure stavi nel mio cervello e nel mio cuore. Non facevo altro che chiedermi se avevi trovato qualcuno migliore di me. Se ti faceva sentire speciale. Se mi avresti dimenticato e saresti stata felice con quella persona. Avrei voluto dirti tante cose quel giorno in hotel quando ci siamo separati per sempre. Ma mi guardavi con due occhi pieni di lacrime. Non ce lo fatta. Non sono riuscito a dirti che mi dispiaceva. Che non volevo assolutamente passare l'estate come l'avevamo passata. Volevo dirti che l'unica cosa che ero un coglione; ti amavo più del primo giorno. Non ce lo fatta a dirti che eri la cosa più bella che mi potesse capire nella vita e non avrei dovuto lasciarti andare.
Ma io scappo sempre da ciò che mi fa stare bene ed è quello che stavo facendo.
Ehi, non piangere ti prego, ho già visto troppe volte queste gocciolone, non meritano di uscire Emma. Non per colpa mia. Ti prego non farlo più. Non merito una sola lacrima, quando mi sveglio la mattina penso che non mi merito neanche un tuo sorriso. ” si butta le mie braccia stringendomi forte. Nel frattempo arrivano i piatti ma lei resta ferma. Appena il cameriere va via, si allontana di poco per guardarmi in faccia.
“ io... Non pensavo fossi stato così male.” scuoto la testa.
“ non importa quanto lo sia stato io. Importa quanto sei stata tu Emma e non mi perdonerò mai”
“Simo però le colpe non sono solo le tue. Io avrei dovuto dirti che non mi stava bene la storia dell'essere amici fin dal primo momento. Invece ho accettato perché non vedevo altra via d'uscita. Non volevo perderti è l'unico modo era quello. Ma...”
“ ma sei innamorata di me. Lo capisco. ”
“Ti amo veramente tanto e davvero anche io ti ho fatto male.” la tiro di nuovo verso di me baciandola.
“ ti amo anche io. Stavolta non ti lascio andare” sussurro nel suo orecchio. Sentivo il cuore esplodermi in petto. Ero veramente felice con lei.

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