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Prima di pranzo
Ore 13:30

Sto tornando a casa, da questa mattina che io ed Emma non ci parliamo. Sono uscito di casa un po' nervoso. Abbiamo discusso per un pranzo. La riunione è andata bene alla fine presto ci saranno i nuovi eventi con Filippo. E nel frattempo sistemo il disco.
Provo a chiamarla ma il telefono è staccato. Così decido di passare a casa sua prima di andare da me. Non so perché si comporti così. Respiro profondamente e una volta che arrivo suono ma nessuno mi risponde. Molto probabilmente è in Warner. Mi metto a camminare nel marciapiede per prendere la strada verso il mio condominio.
“Biondo” mi sento chiamare alle mie spalle prima di voltare nella via affianco. Una signora dell'età di mia nonna mi guarda con il suo bastone alla mano destra. Come faceva a sapere il mio nome.
“ lei è?” mi sporge la mano per strindermela.
“ Pina, la vicina di casa di Emma. ”
“ah”
“ abito di fronte a casa sua. Ho sentito che hai suonato!”
“ si ma Emma non mi ha risposto. Sicuramente sta in studio.”
“ no. In realtà stamattina stava a casa. Era un po' nervosa. ”
“ mhm grazie mille delle spiegazioni”
“ ti ho visto andare via è pensavo che l'aspettassi” Non sapevo neppure se parlare con lei. Era un estranea per me e in realtà non mi fidavo più della gente. “ non devi aver paura di me. Io non racconto nemmeno niente alla gente. Ho imparato a conoscere Emma le poche volte che c'è stata qua. L'altra volta ho visto suo fratello e stava portando via alcuni scatoloni, Emma però stamattina mi ha spiegato che andava via ma solamente qualche scatolone estivo. ”
“ signora mi scusi ma non capisco dove vuole arrivare. Io non vedo Emma da stamattina prestissimo che stava da me. Poi è andata via credo e io stavo in riunione” Le dico. Lei mi sorride. Mi lascia una carezza sul viso e va via dentro il palazzo. Sono stranito dalla non risposta. Non stavo veramente capendo cosa stava succedendo. Torno a casa, spingo il portone per poi camminare lungo un corridoio e arrivare al portoncino. Mi porto le mani nei capelli biondi e respiro. Ma possibile che si stia bene qualche giorno e poi di nuovo cambia tutto.
Il telefono suona ed è un messaggio: “ scusa ho bisogno di stare sola per qualche ora. Mi dispiace per il pranzo ma non me la sento!” arrabbiato decido di non rispondere. Come possiamo risolvere le cose se lei continua a scappare. Non vuole andare a pranzo perché la gente parla. Ma cazzo! Chissenefrega della gente! Sposto la  sedia veloce facendola cadere.
Adesso non mi importa niente se vuole fa qualcosa lei. Io non torno indietro. Sono già stato troppo dietro di lei. Le ho fatto capire in questo giorni che volevo impegnarmi sul serio, che tutto sarebbe andato bene se la cosa si sarebbe costruita in due. Ma se lo voglio solo io non va bene.

...

Esco dalla doccia prendendo l'accappatoio vicino al box. Mi asciugo la pelle bianca come il latte, odiavo l'estate, stavo così bene durante l'inverno con i maglioni addosso dentro casa e uscite qualche volta nel weekend. Domani sapevo che Emma sarebbe partita così visto che c'era radio con Filippo io avrei voluto stare con lei almeno oggi. Ma a quanto pare era una cosa che volevo solamente io. Sentivo il cuore un altra volta sanguinare. La testa mi scoppiava fortissimo. Stava diventando inutile combattere su qualcosa che non sarebbe più rincomiciato.
Infilo il boxer e i pantaloni con il riscaldamento acceso potevo stare a petto nudo. Passo vicino al divano, cammino a piedi nudi - ormai era abitudine levarmi le scarpe - verso la cucina quando suona il campanello. Vado ad aprire.
“ posso entrare?”
“ sono esattamente le 21 sta piovendo e ti sei ricordato solo adesso che esisto?” le dico freddo. Emma mi guarda con quegli occhi ghiaccio un po' bagnata nei capelli per via dea pioggia. Mi sposto leggermente per farla entrare. Si toglie le scarpe e il giubbotto. La tensione è alle stelle. Io sono lontano da lei appoggiato al muro di casa, lei si siede sul divano.
“ allora? All'improvviso ti è venuta voglia di stare di nuovo da sola? ” sono arrabbiato con lei veramente tanto.

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