Capitolo ottantatre

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~~~ CAMILLA ~~~

Avete presente quella sensazione che si prova dopo aver resistito più a lungo possibile sott'acqua, probabilmente una di quelle stupide gare che facevate da bambini insieme ai vostri amici in piena estate con vostra madre che vi chiama dalla spiaggia perché é ora di andare e la pelle che brucia per il sole che non ha smesso di abbracciarvi con il suo calore, e quando finalmente risali a galla i polmoni si inebriano di aria pulita e ti senti rinascere per un secondo. Ecco, mi sento esattamente così. Sono andata giù in profondità, ho toccato il fondo con il palmo della mano e poi, con una fortissima spinta,sono risalita su. Ho rivisto il sole  e riso  del dolore che non ha fatto altro che essere un ombra persistente e fastidiosa.
Scegliere di rinunciare a tutto non é stato facile, ma d'altro canto cosa lo é nella vita?
Ritenere che la decisione migliore sia quella di riprendere la mia vita in Italia  é un eufemismo, mi é solo sembrata la soluzione più semplice per me e per mio figlio. Già mi manca da morire, vorrei tanto trovare un po' di conforto con il solo profumo della sua pelle.
Ma non demordo, perché è quello che sto per fare.

<<Sei sicura?>> domanda con gli occhi lucidi Sophie.

<<Si, mi dispiace non poter partecipare al matrimonio ma sono sollevata di aver fatto parte almeno per le preparazioni>> rispondo sincera.

<<Non preoccuparti, dispiace un casino anche a me, ma so cosa stai passando e l'unica  cosa che mi rassicura é che a casa starai bene>> aggiunge.
Sorrido, perché so perfettamente che entrambe sappiamo che non sarà così ma per adesso fingiamo che lo sia.

<<Dopo il tempo passato con voi ho capito perché Sophie in questi anni non ha fatto altro che parlare di te. Vi voglio bene, a te e al piccoletto>> interviene Lucy.

<<Anche noi ve ne vogliamo, ma sappiate che questo non è un addio. Magari sarà la volta buona che verrete a visitare l'Italia>> esclamo sdrammatizzando un po' l'aria angosciante che si é creata.

<<Non vedo l'ora>> dice Sophie senza le sue solite  battutine.
Ci diamo un forte abbraccio, penso sia durato almeno un minuto, e con il nodo in gola, per l'ennesima volta, mi dirgo verso l'aereo.

Fare un passo indietro nella vita non é mai semplice, ma perdere la speranza e non vedere la felicità infondo al tunnel é straziante.
Vado a fare il chek-in, ho pochissimi cose con me quindi ci metto veramente poco. Dopo un po' ci fanno salire a bordo e aspettiamo che parta.
Mando un messaggio a mia madre e poi spengo il cellulare, proprio come vorrei fare con la mia mente.
Non amo viaggiare in aereo, sopratutto quando sono così tante le ore da fare, eppure la me di un tempo era così entusiasta di farlo.
Le ore trascorrono lentamente, anche il tempo comincia a cambiare, a quanto pare anche il cielo ha deciso di piangere con me oggi. Sorrido, per quanto la mia vita sia andata a rotoli.
Chiudo gli occhi immaginando qualcosa che non accadrà mai.

***

Dopo turbolenze interminabili, lo stomaco sottosopra e due occhiaie da paura sono a casa. La mia Napoli.
All'aeroporto come al solito c'è mio padre che mi aspetta insieme a Sammy, che non appena mi vede saltella dalla gioia e mi raggiungendo correndo con le sue gambe esili.

<<Mamma, mamma>> grida entusiasta.
Vederlo mi rincuora, sentirmi meglio in un abbraccio di mio figlio é ormai diventato il mio unico posto sicuro nel mondo.

<<Amore mio, che bello rivederti>> anche se per poco tempo mi sembra sia passato un mese.

Pure papà ci raggiunge e anche lui, come Sammy, mi stringe in un forte abbraccio.

<<Com'è andata?>> domanda.

<<Esattamente come speravo, é tutto finito>> rispondo.

<<Lo spero tesoro, non voglio vederti soffrire più. Da adesso si volta pagina>> aggiunge. Magari fosse così facile come sfogliare un libro, ma ahimè, non é esattamente così.

Annuisco poco convinta,mi schiocca un bacio tenero tra i capelli, prende le mie cose e raggiungiamo l'auto.

<<Sei una ragazza forte Camilla, supererai anche questo>> esclama mentre torniamo a casa.

<<Come si supera qualcosa che già ti ha ferita una volta?>> chiedo esausta.

<<Con la contezza  che se ce l'hai fatta prima, ce la farai anche ora. Non ti può distruggere qualcosa che già ti ha rotta. Ti fa solo capire che ormai sei abituata a quel tipo di dolore e superarlo é un passo verso la consapevolezza.>>

<<Consapevolezza di cosa?>>

<< Che ce l'hai fatta>> conclude. Non comprendo molto ciò che vuole dire ma lascio perdere, non mi va di parlarne. Perché per quanto l'amore per Stefan mi abbia oramai annientata continuo a soffrire come il primo giorno. Un amore vero lo riconosci subito, lo senti e non bastera una, due, cento volte per farti smettere di soffrire. Sei marchiato, e te lo porterai dentro per sempre.

Rientrati a casa mia madre non risparmia di saltarmi addosso e piangere, la cucina completamente sporca per le infinite cose da mangiare e un chilo di mozzarella sul bancone che potrebbe sfamarci anche per il giorno dopo.

<<Da che ora stai cucinando?>> domando sorridendo.

<<Dalle sei>> la guardo basita e leggo nei suoi occhi quell'amore indissolubile che sento quando guardo quelle pietruzze scure di Sammy.

<<Manchi da cosi poco e già ti vedo dimagrita>> commenta guardandomi di sott'occhio.

<<Sono solo stanca mamma>> ammetto sincera.

<<Lo so amore, vai a riposare un pochino tuo padre porterà Sammy a divertirsi in giardino>> mi regala una carezza sul viso e ritorna ai fornelli.
Osservo dalla finestra papà e Sammy avviarsi felici verso le piantine di pomodori che papà ama tanto coltivare e vado in soggiorno lasciandomi cadere sul divano.

La stanchezza prende subito il sopravvento e crollo in un sonno profondo.

Drin drin
Drin drin
Drin drin

Mi sveglio di soprassalto e prendo il cellulare dalla tasca, rispondo senza leggere nemmeno chi sia e con voce ancora assonnata rispondo.

"Pronto?"

"CAMILLA ESPOSITO TU NON HAI IDEA DELL'ARTICOLO CHE É APPENA USCITO. É SU TUTTI I GIORNALI>>grida Sophie dal telefono.

'Che articolo? Sono rientrata da poco non penso sia cambiato molto" rispondo.

"E invece no, é stato fatto due giorni fa, ora é stato pubblicato. Devi ascoltarlo"insiste.

"Avanti dimmi, so che stai morendo dalla voglia di leggermelo".
La sento sghignazzare e poi con un colpetto di tosse riprende il suo tono serioso.

"Ho sempre creduto di aver preso le decisioni giuste in ogni momento della mia vita. Ho perso amici, opportunità, soldi, proprio perché sapevo che nulla di tutto ciò era reale e  il tempo poco dopo mi ha dato ragione. Eppure oggi, in questo momento mi rendo conto di aver commesso un errore. Non ho creduto all'unica persona che mi amava e che amavo a tal punto da non aver avuto il coraggio di correre a riprenderla, mi sono fidato di un uomo che si presenta come mio padre, e non sono stato capace di proteggere la mia donna. Mi chiedete se merito di essere punito per i miei sbagli, e non quelli di averla picchiata, perché non sono stato io, ma spero che il giudice mi sbatti in galera per non averle creduto. So che se uscirò da qua dentro non la rivedrò più e preferisco marcire pagando qualcosa che non ho fatto piuttosto che vivere una vita lì fuori senza di lei.

Intervista a Stefan Howard.
Ti rendi conto Camilla, sono scioccata."

Non dico nulla, sto solo piangendo, e per qualche altro minuto nemmeno Sophie aggiunge altro.

"Non importa più ormai, é tutto finito Sophie" rispondo dicendo la più grande bugia della storia.

"Se è questo che vuoi allora non dirò più nulla, ma sapevo che questo avresti voluto saperlo. Ora devo scappare, Lucy mi sta chiamando. Ti voglio bene Cami" aggancia il telefono senza darmi il tempo di rispondere e ne sono grata, perché non avrei voluto dire più nulla.
Solo godermi qualche attimo di silenzio prima di tornare a ricoprire il mio cuore di pietra.

Mia madre dalla cucina mi chiama, é pronto a tavola e l'ultima cosa che vorrei fare in questo momento é mangiare.

Amami Adesso                                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora