Capitolo trentadue

2.1K 75 0
                                    

*** CAMILLA ***

<<No...fermo>>sussurro senza fiato.
Ho il cuore che galoppa impazzito e le gambe di gelatina. Inoltre spero di non avere l'alito pesante per via dell'alcool.

<<Perché?>>chiede in un lieve sussurro.

<<Non è quello che vuoi realmente.>>

<<E che ne sai tu di quello che voglio?>>insiste. Si china nuovamente sulle mie labbra ma qualcuno decide di interrompere il nostro quasi bacio.

<<Buongiorno a tutti. Oh,Camilla ti sei divertita allora ieri sera?>>domanda Luke dirigendosi verso il frigo dopo aver regalato una pacca sulla spalla al suo amico.

<<Ehm...si?>>rispondo. Luke scoppia a ridere <<sono io ad averlo chiesto a te>>aggiunge. Prende del latte e lo aggiunge nella tazza insieme ai cereali. Vorace si imbocca una grande cucchiate sbrodolante sporcandosi il mento di bianco. Quella visione mi mette il volta stomaco,i postumi della sbornia sono più pesanti di quanto immaginassi.

<<Scusatemi,non mi sento molto bene. Meglio che vada di sopra>>esclamo barcollando.
Ignoro le loro voci che mi chiamano e vado diretta al bagno. A quanto pare bere dell'acqua fredda mi ha fatto male visto che,rapida,mi inginocchio davanti al water e vomito quel poco che mi restava della cena di ieri sera.

Mi avvicino allo specchio e l'immagine riflessa è orribile. Sono un disastro.
I capelli arruffati e gonfi fanno da cornice a un viso pallido e con due forti occhiaie viola.
Osservo quella che dovrei essere io,ma che non riconosco. Questa vita non ha mai fatto per me,perché mai dovrebbe farlo proprio ora.
Ad essere sincera,l'unico motivo che mi ha spinto a uscire è stato quel lieve desiderio nascosto in fondo al mio cuore.
Volevo che Stefan fosse geloso di me,che qualcuno potesse desiderarmi più di quanto lui abbia mai fatto. Ma sono stata incosciente,perché non solo non ho ottenuto l'effetto sperato ma ho finito per rendermi ridicola in un modo che in questo momento mi sfugge.
Sei patetica Camilla.
Maledizione,lo sono davvero.
Questa sensazione di disgusto verso me stessa l'ho provata poche volte,e stranamente centrava sempre un Howard.

10 AGOSTO 2014

<<Non sono sicura di voler partecipare>>borbotto ansiosa.
In realtà sono piuttosto decisa. Non voglio assolutamente far parte ad una delle grandi feste di beneficenza degli Howard. Il solo pensiero mi da il voltastomaco.
E poi non credo proprio che l'unico abito da sera che ho sia ai livelli della serata.
Cammino avanti e indietro per il soggiorno mentre Stefan mi guarda con un sorriso strampalato sul viso.

<<Ti vuoi calmare>>esclama ridendo.

<<Non vedo nulla di divertente in questa situazione>>sbuffo.
Blocca la mia camminata nervosa,poggia le mani ruvide sulle mie spalle e mi guarda negli occhi.

<<Fai un bel respiro>>afferma <<brava. Adesso dimmi perché ti preoccupa così tanto questa festa. Insomma,sarà divertente. Ci sarà tanta gente affluente,anzi,magari potrai conoscere qualcuno che ti regalerà nuove opportunità qui a New York>>continua.
Sarebbe allettante come proposta,se solo stessi con lui per puro interesse personale,ma qui si tratta di tutt'altro. Sua madre é stata piuttosto chiara nel volermi lontano dalla vita di suo figlio,e la mia presenza ad una festa importante come questa,sicuramente colma di giornalisti e fotografi,non credo le faccia molto piacere.
Questo è poco ma sicuro.
Ecco perché sono molto riluttante all'idea di parteciparvi. Non sopporterei gli sguardi disgustati dei suoi genitori,ne vorrei essere d'intralcio a Stefan. Suppongo che tutta quella gente affluente sia lì per stringere accordi con lui,non con me.

<<Non mi va e basta>>continuo mostrando un broncio da bambina. Penserà che sono una stupida ragazzina,ma se solo sapesse cosa mi dilania in questo momento forse capirebbe.

<<Amore ascoltami. Se non vuoi venire perché ti senti in qualche modo diversa da quelle persone che tanto detesto,sappi che non mi darò pace finché non mi dirai di si. Ho bisogno di te. Del tuo profumo,del tuo sorriso e...di questi occhi>>sfiora dolcemente il mio viso con i polpastrelli e ne disegna i lineamenti << sono stanco di sentirmi solo,e con te so che per la prima volta non sarà così>>continua. <<E poi,anche io odio tutte queste inutili feste della mia famiglia. Hanno il solo scopo di mettere in mostra il nostro cognome.>>

<<E va bene>>cedo sconfitta.
Entusiasta mi regala un grande sorriso e mi bacia voracemente,mi prende in braccio e mi lancia sul letto facendomi ridere.

<<Ah,sei così bella amore mio. Non so che farei se ti perdessi>>aggiunge sistemandosi dolcemente sopra di me.

<<Non mi perderai mai Stefan. In qualsiasi momento,anche da lontano,il mio cuore apparterrà per sempre a te.>>

OGGI

<<Ti senti meglio?>>domanda Lucy allarmata accarezzandomi i capelli,mente io guardo in tralice la mia amica dai capelli di fuoco.

<<Smettila di guardarmi così. È snervante.>>

<<Come dovrei guardarti? Ti rendi conto dove diavolo mi hai portata? In un locale del cavolo dove il tema della serata era la perversione>>sbraito nervosa.

<<Si,è vero. Ma non puoi di certo biasimarmi,volevo farti divertire e sciogliere un po'>>ammette sincera.

<<Sai che non sono il tipo di persona che ama questo genere di cose. Diamine,sei mia amica avresti dovuto saperlo>>continuo arrabbiata.

<<Senti Camilla,sono tua amica e proprio per questo lascia che ti dica una cosa. Per una volta,per una cazzo di volta,smettila di incolpare gli altri per il tuo comportamento>>risponde alterata <<io ero amdata a fare una pisciata e nel frattempo hai deciso di bere e ballare come una troia al centro della pista. Quindi,non è colpa mia. Ma tua>>conclude. È fuori di se,esce dalla stanza sbattendo forte la porta.
Lucy mi guarda amareggiata,si scusa,e poi corre da lei come è giusto che sia.

Sono rimasta sola,chiusa in una stanza di una casa che non è mia,con l'aspetto di una poco di buono dopo una sbronza e con l'unica fonte di salvezza che,con il suo dolce respiro,mi regala un briciolo di tranquillità. Sammy stranamente ancora dorme vista la confusione e ne sono felice,non avrei volto che assistesse a tutta questa scena spiacevole.
Sono delusa,ma non da Sophie. Da me stessa,perché so che una parte di quelle parole sono solo pura verità.
Una lacrima riga sul mio viso,sfugge al mio controllo,ma ultimamente sono così tante le cose che mi stanno sfuggendo di mano che ho perso il conto.
Ma una cosa è certa.
Ancora una volta,è colpa mia.

Amami Adesso                                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora