Capitolo settantacinque

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~~~ STEFAN ~~~

Raggiungiamo un piccolo studio presente in aula, ce ne sono due. Uno a destra, e uno a sinistra. Servono proprio a questo, per attendere la decisione decisiva del giudice e parlare con il proprio avvocato su quanto accaduto o su un modo per uscire fuori. Entrò furioso, mi siedo su una piccola scrivania al centro della stanza e l'unica cosa che domando ad Albert e di darmi una sigaretta.

<<Non fumo, mi dispiace>> risponde.

<<Allora vai fuori e procuramene una>> affermo duro. Mi guarda, ma non fa nulla, resta immobile e palesemente confuso dalla mia reazione. <<Ora>> sbraito facendolo sussultare. Senza dire una parola esce fuori dalla stanza per ritornare qualche minuto dopo con una Marlboro e un accendino. Tiro un sospiro di sollievo e lascio che il sapore del fumo mi invada la bocca e ne ispiro una boccata così lunga da farmi mancare l'aria nei polmoni, perché é esattamente così che mi sento. Privo di ossigeno.

<<Sembra essere andato bene>> comincia con un tono di voce così basso da farmi dubitare di averlo sentito davvero.
Lo fisso come per dirgli che è un grande idiota a non aver capito come stanno le cose.

<<Sei stato bravo, ma anche se fossi stato il peggiore avvocato di sempre questo non avrebbe cambiato la mia sorte>> ammetto rassegnato.

<< Non comprendo>> confessa imbarazzato.

<< Forse hai ragione, non riesci a capire perché non conosci bene l'uomo contro il quale ti sei battuto per difendermi. Tanti, troppi soldi, e amici potenti sparsi per il mondo. L'ho accusato di aver corrotto i testimoni, senza rendermi subito conto che il primo ad essere stato pagato per tacere era il giudice>> concludo.
Mi lascio sfuggire un'imprecazione e sbatto forte la mano sul legno consumato e tagliato del tavolo, scaravento una sedia dall'altra parte della stanza mentre Albert tutto ciò che fa é passarsi una mano esasperata sul viso e lasciarsi cadere sul piccolo divanetto verde pallido accanto al muro.

<<Non fartene una colpa, sei in gamba. Ma il mio futuro é segnato, così come il tuo dopo che i giornali dichiareranno che hai perso la causa. >>

Mi dispiace realmente per lui, quasi quanto per me stesso, perché so perfettamente che i giornali parleranno per il suo fallimento e che mio padre farà di tutto per sfilargli via i clienti per ripicca, o meglio solo per averlo sfidato.

<<Si calmi signor Howard, questa é solo una sua idea, ma ancora non sappiamo per certo che sia vera>> tenta.

<<Lasciamo le speranze inutili a chi può permetterselo, di certo non impiegherò i miei ultimi minuti a pregare che le cose vadano diversamente. A che serve sperare in qualcosa che sappiamo già come andrà a finire? A nulla avvocato, solo a perdere tempo. E la perdita di tempo non mi é mai appartenuta>> rispondo sicuro.

<<Allora lasci che lo faccia io per entrambi, perché se avrà ragione avrò abbastanza tempo per pregare che la mia carriera non sia finita>> conclude.

Aspettiamo una ventina di minuti in silenzio, ogni tanto lo vedo alzarsi e sgranchirsi le gambe per poi risiedere e tornare a fissare il vuoto.
Quando qualcuno bussa alla porta capisco che siamo giunti al termine, é arrivata la mia ora. Maledizione, se non fossi così uomo probabilmente mi metterei a frignare.
Ritorniamo in silenzio in aula, così come tutti, rivolgo uno sguardo alla rossa e le sorrido perché voglio che capisca che so che è lei e che apprezzo che sia qui.
Sussulta e colta nel sacco volta lo sguardo altrove.
Ritorno seduto al mio posto, già vedo alla mia destra i due uomini che mi hanno scortato qui. Mi lascio sfuggire un risolino nervoso, perché stanno aspettando il verdetto del giudice per sbattermi di nuovo dentro. Quasi li immagino quei due froci di Rick e Martin che hanno appena finito di trastullarsi e che mi aspettano soddisfatti di sotto. Di certo non mi siederò in quel furgoncino, che sia chiaro.

Il giudice entra in aula, cala il silenzio assoluto, Anthony e mia madre mi rivolgono un'occhiata fiera, ma li ignoro. Ormai non me ne fotte più un cazzo, non finché il giudice non comincia a parlare e stravolge ogni cosa, ribaltando completamente le carte in tavola.

Amami Adesso                                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora