Capitolo settantaquattro

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~~~ STEFAN ~~~

<< Signor Howard perché ha aggredito suo padre? Lui voleva solo aiutare la ragazza e allontanarla dal lei e dalle sue intenzioni>> continua.

<< Rispondere a questa domanda è semplice avvocato. Semplicemente perché era lui che voleva stuprarla e per fortuna sono arrivato giusto in tempo per fermarlo>> rispondo sicuro.
Rufus assume un'espressione pensierosa e poi finge di comprendere le mie parole. Bastardo.

<< So che è difficile per lei, ma mi sono permesso di indagare a fondo sul suo conto e non è la prima volta che viene accusato di aggressione. Durante il suo periodo scolastico, i suoi genitori sono stati richiamati molto spesso perché lei ha picchiato i suoi compagni e le cause erano sempre talmente futili che è stato espulso dal primo riformatorio dov'era>> accusa.

<<Si ma...>> non mi lascia proseguire che controbatte, ancora.

<<Questo spiega che lei è solito ad avere attacchi di violenza...>>

<<Obiezione vostro onore. Il passato del mio cliente non indica nulla sull'uomo che è oggi>> esclama a voce alta.

<<Obiezione respinta>> risponde a sua volta il giudice.  Nel mentre noto un guizzo di soddisfazione dall'avvocato avversario, perché sa che è pronto per essere proclamato vincitore di questa causa.

<<Dicevo, il temperamento caldo è un lato di lei che c'è sempre stato e chi dice, che per rabbia o anche semplice vendetta, lei non abbia avuto un altro dei suoi attacchi di ira?>> domanda.
Faccio per rispondere, socchiudo le labbra, ma ho la mente così piena di risposte sensate da dare che non me ne esce fuori nemmeno una.

<<Esatto. Nessuno!>> conclude fiero ritornando al suo posto.
Subito, pronto per controbattere, Albert si alza e giunge davanti a me. Facendomi esattamente tutte le domande che abbiamo studiato insieme.

<<Dov'era quando è accaduto tutto?>> chiede d'un tratto.

<<In salone, insieme agli altri ospiti. Ero appena entrato dopo aver fumato una sigaretta fuori, e Kelly era al centro della sala insieme a me>> rispondo sincero. In fin dei conti non mi è mai risultato complicato riuscire a ricordare tutti quei fogli, perché erano esattamente la verità scritta a caratteri cubitali.

<<Perché se allora l'hanno vista nessuno può testimoniare la sua presenza insieme agli altri prima di sentire le urla della ragazza?>>continua.
Forza Albert, so anche questa.

<<Molto semplice, perché nessuno è stato convocato qui per testimoniare.>>

<<Ancora signor Howard. Perché?>> insiste.

<<Nessuno ha accettato di farlo per timore di quello che si presuppone sia mio padre>> incalzo con disprezzo. Rufus controbatte e il giudice sembra dargli ragione, cosa che Albert e io immaginavamo. Ma dobbiamo provarle tutte, almeno così mi ha detto.


<<Ma, per essere più precisi il signor Anthony Howard...>> ricalco con disprezzo sul suo inutile nome <<...e il suo brillante avvocato, hanno corrotto i testimoni con una buona somma di denaro per tacere>> aggiungo soddisfatto. Questo piccolo, ma non di importanza, particolare ci é stato riportato da Kelly. Pettegola com'è, così come le sue amiche riccone presenti alla festa, hanno sparlato di questa piccante novità, dopo aver origliato i loro genitori mentre facevano affari con Rufus e mio padre. Ancora mi domando, perché stia facendo tutto questo e al tempo stesso perché non voglia testimoniare contro di lui. Questo quesito lo risolverò in seguito, ho altro di cui preoccuparmi.

Rufus mostra un'espressione allibita e prima che contrattacchi mi alzo e torno al mio posto, dimostrando che con quest'ultima accusa abbia concluso il mio interrogatorio. Il mio ovviamente, perché adesso tocca all'uomo colpevole accomodarsi e fornire spiegazioni plausibili.
Anthony si alza e con una calma da far ribollire il sangue, si siede e aspetta che Albert cominci con le sue domande.
Esattamente come ho fatto io, giura di dire esclusivamente la verità, e se c'è davvero un buon Dio lassù che lo ascolti e lo punisca per tutte le cazzate che sta dicendo e che ha commesso.

<<La vedo molto tranquilla signor Howard, ne sono felice>> comincia calmo Albert.

<< Perché non dovrei esserlo, sono innocente d'altronde>> risponde sicuro.

<< Questo è ciò che afferma lei, eppure mi domando se é così innocente cosa sono quei graffi che ha sul collo. Li ho notati proprio adesso, mentre tentava di sistemarsi il colletto della camicia per mascherarli>> continua.
Grande figlio di puttana, sei un grande Albert.

Esita per qualche secondo ma poi con la sua solita naturalezza risponde pacato.
<< A volte non basta spendere migliaia di dollari per abiti decenti, molte camice graffiano la pelle irritandola. Chi meglio di lei può saperlo, visto che indossa completi tutti i giorni a tutte le ore.>>

<<Sicuramente sono fastidiosi, ma non credo di avere alcun graffio e, a dirla tutta questa camicia me l'ha comprata mia moglie al mercatino della domenica.>>

<<Ma, detto ciò proseguiamo. La ragazza, vittima della sua aggressione, ha affermato che non è stata la prima volta che lei si é avvicinato per approfittarsi della sua giovane età e bellezza>> continua. Quelle sole parole mi danno prurito alle mani, vorrei alzarmi e sbatterli la faccia sul legno levigato.

<< La ragazza secondo le sue parole può aver detto qualsiasi cosa, proprio perché lei non è qui a testimoniare l'accaduto. Dov'è adesso? Perché non è qui a difendere l'uomo con il quale ha avuto un figlio?>>

<<Il mio cliente ha preferito non coinvolgerla, sapeva che sarebbe stato troppo doloroso per la signorina>> risponde rapido Albert.
A quel punto Anthony fa qualcosa di inaspettato e inappropriato, scoppia a ridere mentre tutti in aula siamo in silenzio. Poi mi guarda e continua, senza fermarsi. Il giudice stranamente non lo richiama e la cosa più strana é che non sembra affatto occupato ad ascoltarlo, forse perche semplicemente non  ne ha bisogno. Lui sa già come andrà a finire questa situazione, esattamente come gli altri ne era a conoscenza ancor prima di entrare insieme ai suoi bigliettoni da cento maleodoranti di corruzione. Il bastardo ha pagato anche lui, lo capisco dalla sua espressione sicura, dalla sua beffardagine e dal fatto che mia madre continui a sbuffare consapevole che prima o poi torneranno a casa. Insieme. Ed é a quel punto che mi rassegno, so di aver perso. Non mi curo più delle sue parole taglienti, delle risposte perfette date ad Albert ne nemmeno quando il mio avvocato lo attacca con un'accusa straordinaria da mostrare la sua colpevolezza. Lascio semplicemente che il tempo scorra, finché il giudice non si ritira per aggiudicare il verdetto. Per decidere, insieme ad altri la sorte del mio futuro. E, più certo che il cielo sia azzurro in questa calda giornata di Agosto, é il fatto che io andrò in prigione. Che sia tra un'ora, o un giorno, i prossimi dieci, quindici anni, che siano, li passerò lì, tra gente che odia mio padre quasi quanto me.

Amami Adesso                                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora