Capitolo venticinque

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*** CAMILLA ***

<<Si può sapere che diavolo ti è preso?>>domanda furiosa Sophie sbattendo forte la porta d'ingresso. È arrabbiata e delusa. Proprio come la sottoscritta.

<<Potrei farti la stessa domanda>>controbatto decisa. Non avrei mai pensato che avrebbe permesso di ideare qualcosa del genere. Che nervoso! Mi sento una bambina capricciosa che si lamenta per una sciocchezza. Perché so che lo è,ma non per il mio cuore. Sono perfettamente consapevole che da donna matura,avrei dovuto ringraziare la mia amica davanti al resto degli invitati,poi sarebbe stato il turno di Luke e del resto dei presenti. Poi scambiata l'ultima chiacchiera ci saremmo salutati e ognuno a casa sua. Serata terminata,avrei dovuto chiedere spiegazioni a Sophie e se non fossi stata d'accordo avrei rifiutato. Semplice e...impossibile,visto che ormai è troppo tardi e ho dimostrato a tutti i miei evidenti ventitré anni.
Complimenti Camilla. Davvero.

<<Di che diavolo stai parlando?>>domanda non capendo.

<<Una vacanza,nella stessa casa io,Sammy,Stefan e Kelly. Sul serio?>> sono in preda a una crisi di nervi. Mi chiedo come faccia lei a non rendersi conto della gravità della situazione.
Cavolo,ero venuta qui solo per vederla felice convolare a nozze e poi fare subito i bagagli e tornare a casa. Siamo a New York da meno di un mese eppure mi sembra un'eternità.
Pensandoci meglio,non avrei mai potuto accettare questo "grandioso" regalo. Insomma,in vacanza a stretto contatto,io,Sammy,Stefan e Kelly. Mi sembra ridicolo solo a pensarlo. Se mia madre intendeva questo con la storia del destino e del suo lavoro incompleto avrebbe fatto meglio a incoraggiarmi a non partire. O sono io che prima di giungere qui avrei dovuto farmi fare il malocchio da zietta Margherita,sorella di mia nonna.

<<Dov'è il problema?>>continua. Faccio un profondo respiro per calmarmi. Non voglio inveirle,ne tantomeno arrabbiarmi con lei,ma sono quel classico tipo di persona che all'inizio sembra possedere tutta la pazienza del mondo e poi,dopo tutta la zavorra di emozioni da sopportare,sbotta fuori tutta la frustrazione.
Avrei voluto trattenermi più a lungo,ma questa sua "idea" ha superato ogni limite.

<<Non ti è bastato quello che ti ho raccontato? Sai che la sola presenza di Stefan mi fa male,come puoi non vedere il problema? Ti ringrazio,sei stata carina e ci sei stata sempre vicina ma,sono venuta qui per le tue nozze. Ora Sammy sta bene,pensa al matrimonio e quando questo sarà finito tornerò a casa>>concludo. Non le lascio il tempo di rispondere che vado in camera da mio figlio. Il dialogo diverrebbe troppo lungo,e per oggi basta. Non riesco a sopportare più niente.
La sua espressione ferita è ancora presente davanti ai miei occhi,ma è stata una serata pesante e l'unica cosa che vorrei in questo momento è prendere un aereo e tornare dai miei genitori in Italia. La risata buffa di mio padre,simile a un singhiozzo e un rutto prolungato,le parole confortevoli che solo mio madre è in grado di dirmi. Ho bisogno di loro.
Questa forte nostalgia della mia famiglia mi invita a prendere il cellulare e chiamarli,per sentirli vicini,se solo però lo trovassi.
Controllo ovunque,sotto al letto,sul comodino,in cucina,ma nulla. Per essere sicura vado a vedere anche se mi era caduto nel water mentre facevo pipì,prima di andare in camera da Sammy.
Improvvisamente in un lampo di genio,ricordo di averlo messo in borsa...Che,maledizione,ho dimenticato alla festa,visto che in casa non c'è.
Amareggiata,perché peggio di così non poteva andare torno da Sophie.
Quella punta di orgoglio che con fatica riesco ad accantonare,mi costringe a boccheggiare un paio di volte prima di proferire parola.

<<Ho dimenticato la borsa ,Sammy è già a letto ti dispiace dargli un'occhiata mentre vado a prenderla?>>chiedo fredda.

<<Tranquilla,le chiavi della macchina sono sul tavolino all'entrata>>risponde non degnandomi di uno sguardo. La ringrazio e vado diretta al piano di sotto. I miei pensieri adesso sono rivolti alla mia borsa,o meglio al mio cellulare. Non vorrei che qualche impiccione di turno si divertisse a farsi i fatti miei. Non che ci sia di così sconvolgente da rovinarmi l'inesistente reputazione che ho qui,ma ci sono delle foto che non ho mai avuto il coraggio di cancellare e,solo adesso,mi pento di non averlo fatto. Con Sophie parlerò dopo,non sarà di certo per un motivo così frivolo che butterò all'aria la nostra amicizia. Figuriamoci.

Amami Adesso                                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora