Capitolo quarantotto

2.1K 81 11
                                    

~~~ STEFAN ~~~

Nel pomeriggio sono dovuto correre in ufficio,Monte,a quanto pare,sta cominciando a perdere la pazienza e poco per volta sto vedendo un contratto da milioni di dollari scivolarmi via dalle mani per puro capriccio. Affittare un aereo privato e volare in Italia non mi costerebbe nulla, ma significherebbe perdere del tempo da dedicare a mio figlio e non posso permetterlo al momento. Sono stato costretto a telefonarlo telefonicamente per cercare di ammorbidirlo,cosa che si è risultata del tutto impossibile,finché non mi sono giocato l'ultima carta. La scusa del padre novello demoralizzato e stanco ha funzionato alla perfezione aggiudicandomi qualche altra settimana di tempo. Nel frattempo ho promesso di inviargli una serie di nuovi modelli tecnologici da testare,una sorta di garanzia a nome mio. Tutte queste responsabilità mi si sono gettate addosso contemporaneamente e il mio umore comincia a subirne le conseguenze. Sono irascibile e continuamente nervoso e probabilmente nemmeno un secchio di camomilla potrebbe aiutarmi.

<<Allora,com'è andata?>>domanda Luke entrando spedito nel mio ufficio. Si siede di fronte a me e aspetta impaziente che parli. Non l'ho più rivisto da quando Camilla mi ha rivelato la verità. Passo una mano tra i capelli e sul viso stanco,mi sento una specie di zombie.

<<Bene. Ho bisogno che gli vengano spediti i modelli XI14 e XVI11>>dico sicuro. Annuisce scrivendo sulla sua cartellina quanto gli ho appena assegnato. Aspetto che vada via ma suppongo che voglia parlare,lo capisco dal suo modo vago di guardarsi intorno e dal movimento frenetico delle gambe.

<<Come stai amico?>> chiede d'un tratto. È preoccupato.

<<Bene>>mento. Odio che le persone mi vedano debole,non posso permetterlo o tutti gli sforzi per mostrarmi uno stronzo egoista saranno stati inutili.

<< Cazzate. Nessuno starebbe bene. Ce l'hai ancora con me per non avertelo detto subito?>>continua. Sbuffo esasperato e mi lascio scivolare con la schiena sullo schienale in pelle della sedia.

<<Non sono mai stato incazzato con te. Sono solo molto confuso e avevo bisogno di stare da solo>>ammetto.

<<Con solo intendi passare le giornate con Camilla e il bambino?>>domanda.
Lo guardo torvo,essere mio amico non significa che ha il diritto di impicciarsi nella mia vita.
Sono stufo di gente che crede di potermi dare consigli e dettare regole su come devo comportarmi.

<<Chi te l'ha detto?>>

<<Ho sentito Camilla in questi giorni,avevo bisogno di scusarmi anche con lei. Sono stato troppo duro>>esala dispiaciuto.
Io, invece, sono incazzato. Non capisco perché Luke continui a correrle dietro,soprattutto ora che ha saputo la verità.

<<E cosa ti ha detto?>> continuo.

<<Mi ha solo raccontato quello che avete fatto,anche se ammetto che in alcuni punti è stata molto vaga>>risponde pensieroso. <<Credo che ti ami ancora Stefan>>aggiunge repentino. Mi fissa serio e si lascia sfuggire un sospiro amareggiato,so che avrebbe voluto averla per se.

<<Sono passati cinque anni Luke,quell'amore non c'è più>>confesso,anche se non so se le mie parole siano vere. La verità è che mi sono impegnato così tanto ad odiarla che ora che quell'odio sta andando a scemarsi aveva solo offuscato qualcosa di più profondo che c'era da sotto. Ma,per ora,non sono pronto ad ammetterlo. Nemmeno a me stesso.

<<E invece ti sbagli...>>esclama guardandomi curioso. Mi sta studiando e la cosa è frustrante. <<Ora che ti guardo...mi chiedo se non sei ancora innamorato anche tu. Ti conosco amico,da quando lei è qui non sei più lo stesso>>continua.

Amami Adesso                                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora