Capitolo venti

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~~~ STEFAN ~~~

<<Bianca o Samuel,non si discute>>afferma.

<<Eccome se si discute!...Molto meglio Ivonne>>ribatto.

<<No,non mi piace molto. Che nome è Ivonne?>>insiste.

<<Un nome per una principessa>>continuo.

Siamo sulla grande casa sull'albero degli Howard immersa nel verde a parlare,da più di mezz'ora,di come dovrebbe chiamarsi un nostro ipotetico figlio in futuro.
La cosa che mi lascia interdetto è che in vita mia non ho mai dovuto affrontare con una donna un discorso del genere.
E lei,cazzo se è seria e si arrabbia se oso solo dire che uno dei nomi che piacciono a lei fanno veramente cagare.

<<E a me non piace Bianca>>continuo.

<<Allora cercheremo di fare un maschietto così non litigheremo per il nome d'accordo?>>domanda.

<<Dimmi che stai scherzando.>>

<<Perchè?>>

<<Stiamo parlando di un figlio.>>

<<Lo so,mi auguro solo che sia carino come te>>sorride,si avvicina e mi lascia un piccolo bacio sulla punta del naso.

<<Quella carina sei tu,anzi,pensandoci...>>aggiungo <<credo che potremmo fare pratica per quando ne proveremo a fare uno vero.>>

<<Che vuoi dire?>>chiede confusa.

<<Che voglio scoparti subito>>ammicco languido.

<<Allora fallo,stai già perdendo troppo tempo>>esclama eccitata.

Mi lancio sulle sue labbra rosee e morbide e comincio,con le mani,a toccarla ovunque,fino a giungere al cuore.

Oggi

<<Signor Monte mi ascolti,in queste settimane non posso proprio muovermi per raggiungerla in Italia. Ho molte faccende da sbrigare e deviare,anche per poco,non mi è possibile. Per il momento dovrà fidarsi delle mie parole,quando ci sarà occasione,il primo volo che prenderò sarà quello per arrivare da lei>> sono più di trentacinque minuti che sono al telefono con Paolo Monte e la sua insistenza nel volere assolutamente la mia presenza durante l'arrivo dei miei prodotti è snervate.
Questo implica,ancora una volta,una mancanza di fiducia nei miei confronti e nel nome della mia azienda e deve solo ringraziare la notevole pubblicità che potrebbe recarmi il suo marchio o lo manderei dritto a fanculo.

Mentre continuiamo la conversazione,vengo interrotto dal trillo del computer.
Vado nella sezione delle email e noto che questa mattina,alle cinque,mi sono stati inviati i risultati degli analisi di ieri sera.

Stranamente non sono pentito,la possibilità di aiutare quel piccoletto non mi dispiace,è l'unico che fin da subito mi ha apprezzato e sorriso per quello che sono e non per i soldi che posseggo,d'altronde cosa ne potrebbe capire.
In realtà,anche sua madre,non badò al mio cognome quando ci incontrammo,anche se credo che non ci diede peso solo perché ancora non ero noto come lo sono oggi.

Pigio,con il mouse del mio MacBook,sulla piccola casellina con inciso il numero "uno" situato sopra e aspetto che si apra.
Non sono teso o speranzoso,perché ho sempre saputo sin dall'inizio che la percentuale che il mio gruppo sanguigno e i tessuti del rene siano compatibili con quelli di Sammy.

Insomma,nemmeno sua madre lo è,come posso esserlo io?
Un estraneo che l'unica cosa che condivide con quel bambino,è l'amore che sente per Camilla.
Anche se,non credo si possa parlare più di amore,perché in cuor mio sento di non amarla più.
L'odio ha preso il suo posto e la sofferenza,che ho provato quando non l'ho vista più,è un tarlo che mi ricorderà sempre perché debba solo detestarla.

Amami Adesso                                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora