~~~ STEFAN ~~~
<< Tu credi? >> domando beffardo. Sono così incazzato che spaccherei la faccia anche a questo incompetente che si dichiara con fierezza il mio avvocato. È il terzo che cambio nel giro di poche ore e sono certo che non sarà l'ultimo. Non fa che ripetermi di patteggiare e dichiararmi colpevole, che assurdità, come se fossi capace di torcere un solo capello a Camilla. L'unica "violenza" che sarei capace di infliggerle è a letto, la scoperei così forte fino a farla gridare disperata e sofferente di puro e solo piacere.
<<Non sia ingenuo signor Howard, suo padre è stato molto furbo e non le ha lasciato alternative>> insiste. Alzo gli occhi al cielo e poggio le mani sul piccolo tavolo di metallo che vibra all'unisono con le manette che mi stringono i polsi.
<<Mi sta dando dello stupido...Albert?>> domando incalzando il tono di voce sul suo nome e avvicinando il viso verso di lui.
<<Certo che no! Ma, mi creda, faccio questo lavoro da quindici anni e l'assicuro che patteggiare sia l'unica scappatoia per evitare dieci anni di galera >> risponde pacato. I capelli bianchi brizzolati sono appiccicaticci per via del sudore che gli cola sulla fronte. Fa un caldo infernale e qui dentro è più ancora più intenso, per non parlare della puzza di piscio che aleggia nella stanza.
<<Quindi sta dicendo che dovrei assumermi una colpa che non ho e farmi dai due ai quattro anni di carcere perché lei non è in grado di farmi uscire da questo fottuto posto?>> sbraito nervoso. Questo incompetente comincia a darmi su i nervi. << E poi, mi ha visto? Crede che una cazzo di tuta arancione mi doni più di un completo Armani?>> aggiungo duro.
<< Signor How...Stefan>> si corregge.
<<Mi dia del lei, non siamo in confidenza per darmi del tu e non mi sta dando modo di considerasi mio amico>> ribatto granitico.
<< Oh, certo mi scusi...>> risponde <<...come stavo dicendo signor Howard, non metto di certo in discussione la sua eleganza e modo di vestire ma il giudice è molto deciso a sbatterla dentro. Ahimè, suppongo ci zia lo zampino dei suoi genitori>> aggiunge come se non lo sapessi.
Quelle due merde pur di pararsi il culo e uscirne da vittime con un figlio violento e non perdere un centesimo della mia azienda sono capaci di rinchiudermi in un maledetto carcere.
Ma, cazzo, gliela farò pagare o non posso definirmi degno del nome che porto e che loro stesso mi hanno sfortunatamente ereditato.<<Questo lo so benissimo, per questo le do sei ore di tempo per trovare un modo per farmi uscire o chiamerò un altro avvocato, sicuramente migliore di lei >> concludo alzandomi e dirigendomi verso la guardia che mi guarda dall'alto in basso.
Figlio di puttana.<<Qui abbiamo finito>> annuncio sicuro e lascio che questo mi scorti nella mia lurida cella fatta di un letto dal materasso spesso quanto un foglio di giornale e maleodorante.
Almeno sono in prima classe, non devo condividerla con nessuno, così ha ripetuto Albert. Come se fosse un privilegio stare qui dentro. Idiota.Il rumore del ferro che sbatte e il tintinnio della chiave che gira nella serratura stridono così forte da farmi accapponare la pelle. Ancora non riesco a capacitarmi di dove sono adesso, la verità è che è bastato un attimo per far degenerare la situazione. Un minuto prima era seduto nel mio ufficio a firmare contratti, quello dopo trasportato su un'auto di polizia in galera. I giornalisti erano ovunque, come se sapessero già che tutto questo sarebbe accaduto, ma sono certo ci sia lo zampino di mia madre.
Non è venuta a trovarmi, questo spiega molte cose e quella peggiore è che molte volte, seppur fredda e distaccata, ho pensato che infondo mi volesse bene. Invece, è sempre stata la troia egoista qual'è.
Sbuffo esaurito e mi lascio cadere sul letto, guardo il soffitto che in queste ore si è rivelato essere la cosa più interessante da fare.
Confesso che mi aiuta a pensare, a immaginare scene che non si avverranno mai ma molte volte i sogni sono meglio della realtà e l'unica fonte di salvezza per salvarci da noi stessi.
Dimenticavo, almeno Luke è venuto a trovarmi. Era molto preoccupato e solo in quel momento mi sono reso conto a non aver capito un cazzo della mia vita e di chi avevo intorno. Ho sprecato il mio tempo a desiderare di prenderlo a pugni e invece avrei dovuto picchiare quel lurido bastardo di mio padre. Ho amato per anni la donna giusta, stando pero con quella sbagliata. Non ho mai voluto un figlio, e invece ne avevo uno dall'altra parte del mondo.
Insomma, è stato tutto un casino e ammetto che adesso non sono più capace di scorgere la luce in fondo al tunnel. Mi sono perso nella strada peggiore in cui mi potessi imboccare, quella del denaro. Ho lasciato che i soldi mi accecassero a tal punto da dubitare di tutti e accontentarmi di niente.
Perché amici miei, la verità è che quando hai i soldi puoi semplicemente vivere una vita apparentemente perfetta, senza cogliere che la vera perfezione sta nel con chi si condivide. Che poi con dei lunghi zeri in banca possa essere più divertente è tutt'altra storia.Picchietto le dita sul materasso e aspetto che si faccia l'ora di cena per poter mangiare qualcosa, sto morendo di fame. Quella specie di mangime per uccelli e il pane raffermo che mi hanno servito oggi insieme a dell'acqua sporca che sapeva di piscio, non sono riuscito a mangiarlo anche se sono consapevole che stasera mi toccherà farlo se non voglio rimanere digiuno.
Non so che ore siano, qui il tempo sembra non passare mai e quando lo fa non te ne accorgi per quello che fai ora lo stavi facendo un attimo prima. Proprio non capisco come molti dei detenuti qui presenti riescano a stare anni rinchiusi senza impazzire o farsi fuori.
Ho bisogno di uscire, subito.Finalmente l'orologio assume una piega più veloce e fa arrivare rapido la sera, nonostante sia solo una mia illusione gliene sono grato.
In fila indiana ci fanno uscire dalle celle e ci portano in una sala da pranzo dove c'è una piccola mensa, le donne che servono i pasti sono inquietanti quanto la signorina Trinciabue nel film "Matilda 6 mitica". Alte e grosse da sembrare lottatori di sumo con un'espressione dura stampata sul volto. Mentre aspetto il mio turno noto il lieve chiacchiericcio e le molte occhiate che mi riservano molti dei miei "compagni" di prigione, qualcuno borbotta offese piuttosto pesanti e sono tentato di voltarmi e vedere chi sia per riempirlo di pugni. Ma, poi penso che sia meglio evitare o ci resterò a vita qui dentro e di certo non è quello che voglio.Mi maledico per aver criticato il piatto di oggi perché questo che mi è stato appena servito è ancora peggio. Una sorta di poltiglia verdastra con della pasta in bianco e scotta e due carote secche pronte per andare a male. Deglutisco e faccio un profondo respiro prima di imboccarmi questa schifezza.
Mangio in silenzio con lo sguardo fisso sulla mia cena, cosa che non sta facendo l'uomo di fronte a me che mastica rumorosamente e tiene gli occhi puntati su di me.<<Qualche problema?>> domando con calma rivolgendogli la stessa occhiataccia indagatoria.
<< Io no, ma tu ne avrai parecchi...Stefan Howard>> risponde calcando duro il mio nome.
<< Uh, a quanto pare sono famoso anche in questa bettola di posto >> continuo beffardo.
Mi scruta incazzato e allarga le narici così tanto che riesco a vedergli i lunghi peli neri nel naso.<< Attento a come parli riccone...qui dentro i tuoi soli non possono aiutarti>> esala.
<< Non ho bisogno del denaro per proteggermi il culo, so farlo benissimo anche da solo>> affermo duro. Mi alzo dal tavolo e senza voltarmi giungo vicino la mia guardia che senza emettere fiato mi riporta nella mia topaia per passare la notte chiuso in questo inferno a combattere contro i miei rimpianti.
E fidatevi, ne sono così tanti che un solo giorno non basterebbe per raccontarli tutti.
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Amami Adesso
ChickLit"L'amore è l'unico in grado di distruggerti,ma il solo a poterti salvare." Prima di conoscerlo ero solo una ragazzina timida con tanti sogni e una chiave per aprire la porta all'esperienza più bella della mia vita a New York. Stefan Howard mi è entr...