Capitolo ottantanove

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~~~ STEFAN ~~~

Arriviamo al ristorante dopo circa dieci minuti, Camilla scende come un razzo dalla macchina e non si volta nemmeno una volta per vedere dove fossi.
Quasi tutti gli invitati sono già qui, molti si si sono rintanati vicino al buffet all'ingresso a ingozzarsi di pizzette e analcolici alla frutta.
Non conosco questo posto e non per vantarmi, ho sempre avuto la possibilità di permettermi una cena in ristoranti più che stellati.
Nel complesso però non è male, i muri e le pareti sono di un blu scuro e all'ingresso c'è un grande giardino ben curato con tavoli imbanditi e camerieri in divisa che servono le bevande. Dietro c'è anche un grosso bancone con un barista pronto a soddisfare qualsiasi voglia.
Non ho molto appetito quindi decido di prendere giusto un calice di prosecco per non risultare troppo noioso.
Anche Camilla sembra aver trovato compagnia e qualcuno con cui chiacchierare, suppongo sia qualche partente della rossa che magari già conosceva. È una donna anziana che lei guarda incantata come se la ammirasse, anche a Sammy, dal modo in cui le sorride,  sembra piacere la sua compagnia.

La osservo ridere, noto che si scosta continuamente una ciocca di capelli che non smette di ricadere sul viso e ogni tanto si guarda intorno come se trovasse tutto interessante eppure so che una parte di lei è triste.
Lo capisco dal modo in cui dondola su se stessa e dai suoi occhi tristi che rinnegano quel sorriso perenne stampato sul volto.
Mi chiedo come può non accorgersene nessuno tra tutta questa gente, è così chiaro, così evidente.
La verità è che riconosco qualcuno che si è rotto dentro, con l'anima frantumata. Mi è facile proprio perché lo sono anche io.

Passa una mezz'ora dall'arrivo delle spose e quando finalmente fanno il loro ingresso ci dirigiamo tutti nella sala interna per accomodarci e mangiare.
Proprio come l'esterno, anche l'interno di questo ristorante è molto curato e delicato.
Le pareti della nostra sala, visto che ne ha più di una, sono bianche con qualche striatura celeste.
Ci sono dei quadri sparsi qua e là e una dozzina di grossi tavoli tondi.
In fondo, sulla destra, c'è un pianoforte con un uomo che canta canzoni smielate e noiose da romperti i timpani, mentre all'ingresso una ragazza con la divisa da hostess attende gli ospiti con un una lista tra le mani per indirizzarli al tavolo giusto.
Come previsto la rossa mi ha messo al tavolo con Camilla, la vecchia, e altre tre donne anzianotte. Mentre Sammy è al tavolo con gli altri bambini e le sue animatrici.
Se non fosse per l'aria tesa quasi scoppierei a ridere, due delle signore di fronte a me non smettono di fissarmi con occhi languidi e sorrisi sensuali. E ,giuro, la cosa non mi dispiacerebbe se non avessero l'età di mia nonna se fosse ancora in vita.

<<Allora bel giovanotto, ce l'ha la fidanzata?>> domanda una delle due.
Camilla è seduta accanto a me, rigida come un palo e guarda dritto sul piatto di fronte a se senza alzare lo sguardo.
Vorrei tanto accarezzarla e dirle che andrà meglio, ma resto fermo e continuo a ignorarla.

<<No signore>> rispondo.
Queste scoppiano a ridere e continuano. <<E come mai, un ragazzo bello come te non ha nessuna che lo aspetti a casa?>>

<< Perché la donna che voglio è più vicina a me di quanto pensiate>> dico.

<< Siamo curiose adesso, chi è che vuole?>> insistono.

<< Suvvia signore, le buone maniere le avete lasciate a casa?>> interviene la donna che parlava prima con Camilla. Sembra essere l'unica tra le quattro ad avere il cervello ancora funzionante e gli ormoni in pensione.

<<Sempre la solita guastafeste>> afferma la nonnina dai capelli neri appena tinti, un rossetto rosso sbavato e le mani laccate con uno smalto turchese.

<<E tu bella signorina, non essere timida e chiacchiera con noi>> continua spostando l'attenzione su Camilla.
Lei alza lo sguardo e con la sua dolcezza le sorride.
<< Di cosa stavate parlando?>>

<<Di questo giovanotto affascinante>> esclama la donna.

Camilla non dice nulla e, per sua fortuna, i camerieri cominciano a servirci la prima portata tanto appetitosa da distrarre le signore.
Un gustosissimo antipasto a base di mare, con tartare di gamberi e una sorta di cremina sul fondo verde molto gustosa, accompagnata da un ottima bottiglia di  vino bianco che le nostre compagne di tavolo fanno fuori in due minuti.

Con la coda dell'occhio noto che Camilla non mangia quasi nulla, giocherella con il cibo assaggiandolo a stento.

<< Sapete, il figlio di Marie ha conosciuto una ragazza africana e adesso si parla addirittura di matrimonio.>>

<<Chi? Quel raccatta escort con i capelli gialli?>>

<<Vacci piano Luise, quello è il figlio di mia cugina>> biascicano tra un boccone e l'altro.
Anzi, un bicchiere e l'altro.
Certe donne più invecchiano e più diventano pettegole, sarà la noia o semplicemente natura.

<<Scusatemi>> d'un tratto Camilla si alza e a passo svelto si dirige fuori.
Rifletto per circa tre secondi prima di alzarmi e seguirla.

Appena esco ci metto un po' a trovarla, finché non la vedo in fondo al giardino accanto a un albero.

<<Camilla?>>
Si volta di scatto e mi guarda con occhi lucidi, non piange ma è evidente che cerca di trattenere le lacrime.

<<Che vuoi Stefan? Perché ti è così difficile lasciarmi in pace?>> domanda esausta.

<<Non ci riesco>> ammetto sincero.

<<Cosa vuoi allora?>>

<<Te.>>

Amami Adesso                                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora