Tendo a perdermi nei pensieri che la mia testa formata da coccigi esprime come idee, sono così frustrato e così triste che ho scritto questo libro come sfogo ma ora mi rendo conto che l'ho fatto solo per parlare con me stesso.
Ciò che non riuscivo a dirmi da solo, lo scrivevo, i miei pensieri contorti che si formano per milli secondi nella mia testa gli metto nero su bianco, per non dimenticare.
Questo libro racconto la decadenza di un ragazzo e l'inferiorità che prova verso gli altri, per chi vuole bene per chi ama e per chi disprezza.
Nel 2021 chi parla con se stesso è solo un pazzo, io ci ho letteralmente scritto qualcosa, orami non mi interessa più neanche se lo legge qualcuno, voglio solo legerlo io, e parlare con me stesso il mio migliore amico che mi accoltella alle spalle a mia insaputa.
Mi sento una vittima del sistema non essendo una minoranza, mi sento come chiuso nella gabbia di polvere che mi sono creato, e spero di uscirne in fretta.
Ormai più vado avanti nella vita più noto che provare sentimenti è solo un modo per far capire agli altri che esisti, e non provarli o cercare di non provarli mentre voglio provarli ma non ci riesco mi renderà sempre meno umano ma più me stesso.
Vagherò nella mia mente da solo perché qui non posso avere nessuno diventando un ibrido uomo niente.
Ormai la felicità mi fa paura e la paura di chiedere sempre di più mi stende inconsciamente.
Povero il corpo che mi ha accolto perché non mi merita, urlando verso me stesso e piangendogli addosso chiedendogli pietà mi accorgo che tutto ciò che faccio non serve neanche a me stesso.