Capitolo 72

122 1 1
                                    

Lilian Pov

La mia quotidianità è questa.
Sentire il classico suono del elettrocardiogramma. Le luci soffuse la sera, il rumore del respiratore e il paziente a letto con vari aghi sul braccio.
Ma non mi abituo mai a vedere Allison ricoverata.

Ha avuto un attacco di cuore.
E mi sento un vero fallimento.
Sapevo che stava male ma ho preferito lasciarle i suoi spazi sapendo che non stesse benissimo con se stessa. Quando dovevo lasciar stare questa cosa e visitarla, controllare il suo cuore, la valvola che le avevamo impiantato e la sua alimentazione.

Ho chiesto a Drake di portarmi le medicine di Allison, e dalle confezioni vuote capisco che le stava assumendo. Il controllo della valvola è andato più che bene.
Ma non mangiava, si vede che è dimagrita davvero tanto, e il suo corpo si stava indebolendo davvero troppo. Penso che questa sia la causa principale del suo attacco, il cuore e il corpo si stancavano troppo dato che non ricevevano nessun tipo di forza. O almeno, la pensavo così fin quando..
<<Lilian!>> entra nel mio ufficio un mio collega, anche lui medico cardiochirurgo.
<<Ston?>> lo guardo nervosa dato che ha spalancato le porte del mio ufficio privato.
<<Allison Gray.. le medicine erano sbagliate..>>
<<C-cosa?!>> urlo balzando in piedi, strappandogli i fascicoli dalle mani.

Inizio a leggere e piano piano il mondo mi cade a dosso.
<<Mio dio..>> sussurro
<<Non è colpa sua Dottoressa Sccot>> non so se innervosirmi più per il "non è colpa sua" o per come mi ha chiamato.
<<So che non è colpa mia!.. anzi, l'ho è!>> grido <<Non dovevo affidare questo compito a un qualunque dottore..>>
<<Era tanto impegnata Dottoressa>>
<<Lo so Ston, ma queste medicine servono per allentare il battito cardiaco. Sai cosa vuol dire? Che Allison avevo già il battito debole, queste medicine l'hanno portato solo a fermarsi!>>
<<Lo so..>> abbassa il capo sospirando <<Vuole che le chiamo qui il dottore che gliele ha prescritte..?>> mi domanda
<<Si, ma tra un po'. Ora vado a vedere come sta>>
<<È in coma farmacologico>>
<<Lo so Ston, l'ho messa io in coma>> gli faccio notare.
<<Si scusi ha ragione>> abbassa il capo.
Ston ha appena finito il tirocinio, è molto giovane come dottore e mi dispiace trattarlo così.
Non mi sembro nemmeno io. Non sono così scorbutica o agitata. Non so che mi prende..

Esco dal mio ufficio raggiungendo la stanza di Allison. Apro la porta e trovo una scena che mi da le forze che stavo perdendo.
Lei intubata a letto, visibilmente debole, con gli elettrodi attaccato al petto, e il tubo in gola che la fa respirare.

E poi lui. Addormentato sulle sue gambe. Seduto su una poltrona dura come la pietra, mentre con la mano le tiene la sua.

Non torna a casa da ieri. È tanto scosso.
Mi ha chiesto di non dire a nessuno, anzi mi ha fatto giurare di non dire a nessuno che è qui.
Ne ai suoi amici, ne alla famiglia di Allison.

Le visite le ho bloccate. E lui ne approfitta per non lasciarla mai sola.
Credo che minacci tutti gli infermieri e infermiere che entrano a visitarla.
<<Così le fai male coglione>>
<<Metti le mani a posto>> <<ma sto lavorand->> <<non me ne frega niente, le mani te le stacco>>
<<non dovresti stare qui, chiamo il superiore>> <<Si chiama pure mia madre, è da un po' che non la vedo>>
<<Chiamo la sicurezza!>> <<E io ti faccio licenziare!>>

Ho dovuto avvisare tutto il mio personale che lui è l'unico autorizzato a farle visita, in qualunque orario.
So perfettamente che non dovrei.. ma Allison.. sembrerà strano e impossibile.. ma reagisce meglio quando in stanza c'è Cade che le tiene la mano.
E poi lo faccio anche per mio figlio. E per me.
Mi sento al sicuro se so che è sempre qui.

Tutto passa ma tu noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora