Capitolo 8

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Oggi è proprio una bella giornata così decido di incamminarmi verso scuola a piedi.
Dopo pochi minuti una moto nera si affianca accanto a me
<<Sali>> dice velocemente mentre continua a guardarsi dietro.
<<No>> dico ovvia
<<Ti do un passaggio fino a scuola>> dice insistentemente
<<no grazie>>
<<Si sta facendo tardi cazzo, sali>>
<<ma se sono le 7:40 e datti una calmata>>
Mi guarda senza cambiare espressione e mi porge il casco.
<<No vado a piedi>> faccio alcuni passi avanti e lui mi raggiunge nuovamente.
<<Sali cazzo>> continua ansioso mentre si guarda attorno.
Devo camminare ancora un bel po' prima di arrivare a scuola e la mia voglia inizia a scarseggiare.
Afferro malamente il casco e salgo sulla moto, lui fa per aprire bocca ma lo zittisco immediatamente.

Arriviamo a scuola e parcheggia al solito posto, per il momento siamo solo noi.
<<Perché te ne sei andata? E non dirmi la solita cazzata degli studi che ripeti a tutti>>
Non mi aspettavo questa domanda, soprattutto da lui
<<È la verità, se ci credi bene sennò sono problemi tuoi>> rispondo brusca e molto infastidita dal fatto che non creda alla mia bugia.
<<Io lo so che menti e scoprirò dove sei finita per tre anni>> sembra determinato su quello che dice ma io su questo sono convinta che non lo scoprirà abbastanza facilmente. A parte i miei genitori e le mie due amiche nessuno sa che ero in una clinica.
<<Avvisami quando scoprirai il nome della scuola in cui ero>> alzo gli occhi al cielo mentre lui ha quel suo sguardo serio che non cambia mai.

<<Ciao Allison>> mi saluta Grace guardando male il ragazzo accanto a me.
<<Come sei venuta a scuola?>> aggrotta le sopracciglia, avrà capito che sono venuta con lui.
<<Gli ho dato uno strappo>> mi anticipa Cade
<<Io non posso credere che tu sia così->> dice acida mentre Cade la fulmina con lo sguardo.
<<Che succede?>> arriva Jason, notando me su tutte le furie.
Perché ora lei è arrabbiata? E perché ho la sensazione che non devo fidarmi di Cade?
<<Dai entriamo che facciamo tardi>> dico a Paige che ci ha appena raggiunto.
<<Ma sei sono le 8:20, siamo in orario>>
<<No Jason, saremmo dovuti essere in classe già da 10 minuti>>
Vedo Jason pensieroso, probabilmente ha appena scoperto il vero orario scolastico. Chissà quante volte è entrato in ritardo pensando di essere in orario. Guardo la sua faccia perplessa che mi strappa un sorriso.

Io e Cade camminiamo nei corridoi senza rivolgerci parola, ognuno con i propri pensieri.

Noto che molte ragazze lo guardano, ma lui non presa attenzione.
Mi chiedo cosa gli passi per la testa, sembra con il viso contratto e serio, cambia solo per provocare le persone con quello stupido sorrisetto che mi fa innervosire e basta.

Mentre cerchiamo di raggiungere l'aula di matematica la signora Smith ci ferma nel corridoio <<Salve ragazzi, a che punto siete con la relazione?>>
O merda, me ne sono dimenticata
<<Bene, benissimo>> mento, e si vede da un chilometro di distanza.
<<siamo a buon punto>> aggiunge Cade
<<bene. Vi ricordo che avete solo oggi a disposizione per completare il vostro lavoro>>
<<certo>> le dico mentre ci allontaniamo.

<<Se per colpa tua prendo un 3 ti ammazzo>> dice serio, per poi trattenere un sorriso quando vede la mia espressione terrorizzata.
<<Non sei divertente>> sbuffo infastidita.
<<L'ho quasi finita>> dice di punto in bianco fuori dalla classe di matematica <<Dopo scuola ci vediamo per finirla>>
<<ma io non l'ho neanche iniziata, e poi non so se posso venire>>
<<Non era un invito>> mi dice sospirando
<<Vieni al Pacific, trovati un passaggio. Io ho da fare e non devo perdere tempo>>
<<Ma sei bipolare?! Sei tu che mi hai detto di vederci>> lo guardo mentre si gira una sigaretta in mezzo si corridoi della scuola, se lo becca la preside lo sospende, cosa che non mi dispiacerebbe. <<E poi me la faccio da sola la relazione, non ho bisogno di te. Poi, di te>> sbuffo una risata
<<Cosa intendi dire>> alza il suo sguardo su di me
<<Dico solo che non sei affidabile, non pensato tu perda il tuo tempo prezioso sui libri>> lo sfido con lo sguardo
<<Se invece di disegnare cuori sul banco ascoltassi il professore, neanche tu apriresti libro>> lecca in fine la cartina, lasciandomi dei brividi sul corpo. Distolgo il mio sguardo dal suo e faccio per entrare in classe. <<Ripetimi in quale college eri?>> mi afferra per il braccio fermandomi, <<Pensavo fossi abituata a studiare>>
<<Lasciami>> mi stacco da lui infastidita. Mi intimorisce quel ragazzo, mi fa pensare che sappia qualcosa, ma non di certo della malattia. Me lo avrebbe già rinfacciato.

Tutto passa ma tu noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora