Capitolo 75

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Allison Pov

Gli occhi pesanti, la gola secca, il corpo rigido, i brividi di freddo. Sento la stanchezza persuadere il mio corpo.
<<Ben tornata piccola Allison>> cerco di aprire gli occhi riuscendoci, per brevi istanti.
<<Tra poco smaltirai i medicinali che ti creano sonnolenza.. sei appena uscita dal coma è assolutamente normale sentire questa sensazione di sonno pesante>> ascolto Lilian parlare con me.
<<Allora Allison, stasera facciamo qualche visita di controllo d'accordo? Nel frattempo riposati mi raccomando>> dice sorridendomi.
Cerco di sorridere ma non sono sicura di esserci riuscita.

Mi sento frastornata. Stanca. Senza forze. Addormentata.

Non riesco a tenere le palpebre aperte per più di un minuto.

<<A e un'altra cosa>> continua di nuovo Lilian. <<Se hai freddo dimmelo così ti porto un'altra coperta.. accendo anche i termosifoni. L'importante è che stai al caldo>> Dice mettendomi una coperta sopra.
Ciò di cui ho davvero bisogno.

L'ultima cosa che mi ricordo è il freddo che sentivo spaccarmi ogni globulo del mio sangue.

Ma prima ancora ricordo la litigata.

Le urla.

I passi che percorrevo in quella stradina.

Chiedo alla mia mente di cancellare tutto, ma purtroppo non funziona.

Il calore mi accarezza la pelle, aumentando il mio sonno.
Mi rannicchio in me stessa stando attenta alle flebo e agli elettrodi attaccati.

6 ore dopo

<<Ei, Ei! Guardami. Era un incubo>> vedo tutto buio come quella sera. Sento la voce Lilian parlarmi. Ma non riesco a tornare alla realtà. <<Allison smetti di piangere e guardami è tutto ok sei in dormi veglia!>> sento le mani di Lilian, deduco, accarezzarmi i capelli.

Ho caldo, sento l'ansia salire, e sento come se il mio corpo fosse quasi arrugginito. Una sensazione orribile che mi spinge a dimenarmi nel letto pure di trovare pace.

<<Allison!>> il grido che richiama il mio nome mi fa spalancare gli occhi.
A primo impatto vedo tutto sfocato. Poi il viso di Lilian, e altri due dottori, si fanno nitidi davanti a me.

Esalo un profondo respiro alzando il busto di colpo. <<Non riuscivo a..>> lascio in sospeso la frase dato che il mio fiato corto non mi da le forze di continuare.
<<È tutto ok ora>> mi sorride preoccupata. <<Allison volevo parlarti a riguardo delle tue condizioni..>>
<<Per favore, non ora>> la guardo supplicandola con lo sguardo.
<<Riposati.. domani ne parleremo>> accenna un sorrido e mi accarezza la spalla.
<<Ora ti lasciamo da sola, se hai bisogno schiaccia quel pulsante>> mi indica il telecomandino accanto al letto <<E noi arriveremo>> la ringrazio ed escono dalla stanza.

Sospiro, rabbrividisco, e piango.
Piango tanto, per minuti interminabili, forse ore.

Non so il motivo, forse è la stanchezza, o l'effetto delle medicine.

Non sono arrabbiata, sono triste.
Mi rifiuto di pensare a quello che è successo.
Non do le colpe a lui.

Ho sbagliato anche io.
Ho detto delle cose orribili. Cose a cui lui tiene più di se stesso.

Non so come ma io mi sono ritrovata qui.
Non ho parlato ne visto nessuno. Ora non me la sento. Ma so che da domani le visite saranno autorizzate. E io non so come affrontarle.

Tutto passa ma tu noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora