Capitolo 22

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Cade Pov

Non riesco a immaginare che Allison stia male. Sono stato un coglione ad andarmene ma non potevo rimanere in città. Non sarei riuscito a starle accanto senza pensare che per tutto questo tempo mi abbia tenuto nascosto una cosa del genere. Una cosa così grande.
Credo che non ci sia cosa peggiore di una malattia. E il solo pensare che lei ne soffra mi fa sentire così impotente. Non posso fare nulla per lei, e odio questa sensazione.
Ho perso mia zia, la madre di Charlotte, per una malattia e so cosa voglia dire provare il dolore e vedere quella persona andarsene giorno dopo giorno. Ho avuto paura che possa succedere la stessa cosa con lei.
Ho sempre visto Allison indipendente con un carattere forte, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Una di quelle ragazze che ha i propri ideali e a cui non importa il giudizio degli altri.
È di una bellezza disarmante e la cosa che più mi infastidisce e che lei non se ne accorge. Vorrei darle i miei occhi per farle vedere ciò che vedo io. Farla entrare nella mia testa e farle vedere che in mezzo a tutto quel caos lei è l'unico spiraglio di luce, e questo mi fa impazzire. Perché non ho alcun controllo su come mi faccia sentire.
Ma la verità è che io non mi sono mai sentito così preso da nessuna. E tra noi non c'è neanche mai stato un bacio.
Mi sono trattenuto così tante volte nel farlo. Di prenderla e baciarla davanti a tutti per far capire che fosse solo mia. Anche se non era così effettivamente.

Sono scappato via da lei e adesso penserà che non voglia più vederla o chissà cos'altro. Ma non è così, ho solo bisogno si assimilare la cosa e pensare a come fare. Ho paura di farle del male, ora più di prima, e andandomene ho fatto un grande passo falso.
So anche di non essere il ragazzo perfetto ma voglio provare in tutti i modi a starle accanto. Anche se immagino già che non voglia farsi vedere vulnerabile. Quindi probabilmente mi chiuderà fuori da tutto ma voglio comunque provare a farle capire che io ci sarò.

Sono lontano un'ora e mezza dalla città. Sono venuto in una casa sul lago di mia madre. Solo io e lei sappiamo di questa casa, mio padre non ne è a conoscenza.
Quando ero piccolo e non riuscivo mai a smettere di piangere mi faceva fare lunghi viaggi in auto per poi portarmi qui. Mi calmava questo posto. Mamma diceva che scacciava i brutti pensieri. Se ci penso adesso mi vien da ridere ma quando si è piccoli si crede a tutto. E forse è molto meglio così. Molta più spensieratezza e ingenuità.

Qui vicino, a distanza di mezz'ora c'è un piccolo paesino dove c'è uno studio di tatuatori. L'ho scoperto per caso grazie a un amico, me ne aveva parlato molto bene e quando sono entrato ho visto dei lavori assurdi.
Avevo in mente di farmi un tatuaggio da tempo ormai, ma rimandavo sempre. E dato che qui a parte pensare e tenermi lontano dalla droga, non ho niente da fare. Oggi vado. So già che Jason impazzirà perché il disegno l'ha progettato lui. Ma il mio "me lo tatuo davvero" non l'ha preso seriamente.

Mentre aspetto il mio turno. Mi guardo attorno. Le pareti sono ricoperte da disegni neri e rossi. Devo ammettere che per essere uno studio in un paese sperduto è bello dai. Ornai sono qui da un quarto d'ora e per me dovrebbe mancare poco.
Il tatuaggio che sto per fare ha un grande significato per me. Non sono sicuro di volerlo dire agli altri quando me lo chiederanno. Solo Jason lo sa dato che l'abbiamo disegnato insieme.
<<Tocca a te bello>> mi richiama la segretaria. E che segretaria. Top scollato e pantaloncini corti che le risaltano il bel culo che ha. Ha il 90% del corpo tatuato. Non è tutta questa bellezza ma ha un bel fisico in compenso. Mi avvicino per entrare e leggo "Addison" sul cartellino sul top della ragazza.
Un'ondata di malinconia si impossessa del mio corpo. Allis- <<Chi è morto Cade?>> alzo velocemente lo sguardo e vedo il tatuatore.
<<Perché?>> sforzo un sorriso mentre lui mi viene in contro e mi stringe la mano <<Sei bianco come un cadavere, hai visto un fantasma?>> accenno una smorfia <<Quasi>>
Mi da una pacca sulla spalla e mi fa cenno si sedermi. <<Ho lavorato tanto sul tuo tatuaggio. Se sei pronto iniziamo>> faccio cenno con la testa e lui prende in mano i guanti e inizia a preparare tutto il necessario.

Tutto passa ma tu noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora