Cade Pov<<Cade.. sono sei giorni che non esci di casa>> mi fa presente Adam.
Nemmeno rispondo. Faccio un tiro dalla mia canna e torno a guardare un punto indefinito sul pavimento.
<<Mi stai spaventando>> continua. Ha la voce che trema, non l'ho mai sentito così.
<<Vado a fare un po' di spesa, così ti preparo da mangiare e poi vado a fare quella consegna al bastardo>>
<<No>> quasi sussurro, ma è un no imponente. <<La faccio io>> sospiro
<<No Cade, esci a farti un giro magari. In questo momento manderesti tutto a puttane se ti lasciassi uscire. Sono successe troppe cose in questi giorni, e mi sorprende che voglia altra droga>>
<<Si lei si è svegliata, mia madre è stata pestata di nuovo dal marito!>> alzo la voce mentre una sensazione di rabbia mi invade ogni bracciolo del mio corpo. <<E sai dove ero io?! Dormivo perché ero strafatto!>> grido alzandomi in piedi.
<<Cazzo questo non vuol dire che non devi più dormire! Come stai facendo da 4 giorni!>> urla di rimando.
<<Ora ti vai a farti una cazzo di doccia magari smaltisci tutta la merda che ti stai fumando e poi esci! Hai capito?!>> mi viene incontro e per un secondo penso che mi voglia picchiare.
Ma mi farebbe solo un favore.
<<Non mi dici cosa fare in casa mia, Scott>>
<<Sei un figlio di puttana Cade!>> mi tira un pugno in pieno viso. Non mi difendo. Poi un altro, e sto di nuovo fermo. Un altro ancora che mi fa cadere a terra. La forza del suo pugno è talmente forte che sento lo zigomo paralizzarsi.
Mi tira un calcio al addome colpendomi la zona in cui Kay mi ha sparato. <<Ah>> un lamento strozzato esce dalle mie labbra. Un dolore insopportabile che mi fa vedere tutto nero.
Chiudo gli occhi abbandonandomi sul pavimento. Sono stanco da morire, di tutto.
<<Continua, per favore>> sussurro quando lui si ferma per aiutarmi.
<<Cosa?!>> riapro gli occhi vedendo il suo sguardo confuso.
<<Continua a picchiarmi, Adam>> supplico sentendo il dolore alleviarsi sulla mia pelle.
<<Alzati Cade!>> grida aiutandomi a sollevarmi. <<Non farlo mai più!>> mi butto sul divano mentre l'addome mi fa ancora male.
<<Non.. non farmi male chiamandomi così per farti male. Mai più>> mi guarda dall'alto mentre inizio a vedere il suo volto in maniera diversa. Come se non fosse lui. Come contorto.
Mi succede da un po', non capisco perché. Forse è l'erba.
<<Non voglio farti male Adam, scusa>> sospiro alzandomi.
Sento il suo sguardo su di me. Mentre prendo le chiavi della auto e senza alcuna giacca a coprirmi, solo una maglia nera, esco di casa.
Non lo sento seguirmi. Sa che ho bisogno di stare solo. E io so che sono stato una merda.
Non mi giustifica nulla e nessuno, senza ma e senza se.
Quello che ci accomuna è che possiamo anche ammazzarci, ma se mio fratello ha bisogno di me io ci sarò sempre e viceversa.
Un tempo lo dicevo per Jason. Cazzo se ci siamo persi completamente. Non so più nulla di lui. Così di Joy. La sera della cena di Drake e Grace, gli si leggeva da lontano un miglio che era agitato, non è riuscito a gestirla. Era spaventato. Mi ha urlato contro che l'ho lasciata sola e aveva ragione.In un secondo un clacson mi risveglia dal mio stato di coma. Freno di colpo per non andare a sbattere contro un'auto davanti a me.
Mi riattivo in mezzo strada, senza essermi nemmeno accorto di essere salito in macchina e aver guidato fino.. fino all'ospedale.
<<Porca troia Cade>> mi maledico mentalmente.
Riparato e vado verso di parcheggi. Alla fine dei conti c'è mia madre. Le ho detto mille volte di non tornare a casa questa settimana, a costo di dormire nel suo ufficio da lei.
Non voglio parlare di cioè che è successo. Non voglio percorrere nella mia testa quella sera.Parcheggio l'auto nel retro del edificio e mi dirigo verso l'entrata. Fa un freddo da matti cazzo.
Vado al reparto di mia madre. Poi dritto nel suo ufficio. Spalanco la mia porta come mio solito e la trovo dormire sulla scrivania.
Mi fermo un attimo a guardare quel maledetto dolcevita che le fascia completamente il collo..
<<Fanculo>> sussurro cercando di non spaccare tutto. Mi avvicino lentamente a lei e la scuoto lievemente. <<Mamma>> sussurro togliendole dalla testa gli occhiali da lettura.
<<Mamma>> la richiamo nuovamente scuotendole la spalla. Si sveglia di scatto spaventandosi, guardandosi continuamente attorno. <<Sono io, Cade>> la afferro dalle spalle facendole vedere che sono solo io.
<<Che ci fai qui?>> mi guarda riprendendo fiato. <<E-e poi che hai fatto in faccia Santo cielo!>> mi guarda strabuzzando gli occhi.
<<Come non lo sai!>> alza la voce
<<Quello si che lo so>> alzo gli occhi al cielo <<Non so che faccio qui>> rispondo sinceramente alla prima domanda che mi ha posto.
<<È tardi.. vai a dormire. E fatti medicare per favore!>> mi raccomanda ma è lei quella che sta morendo dal sonno.
<<Si ma tu sdraiati sul divano>> la aiuto ad alzarsi. Zoppica un po', evito di guardarla ma non aiuta comunque a non impazzire.
<<Ti fanno ancora male?>> faccio riferimento ai punti un qui è stata colpita.
<<È tutto apposto>> dice ma non risponde alla mia domanda.
<<Non ti ho chiesto questo>> si sdraia lentamente sul divano del suo ufficio. Prendo una coperta riposta sopra il "braccio" del divano e la copro, accendendo anche l'aria calda così starà bene.

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Tutto passa ma tu no
RomansaAllison Julia Grey, 18 anni. Cade Scoot, 19 anni. Il loro destino è legato da una tragedia di cui ignorano la sua esistenza. Le loro vite sono intrecciate più di quanto credano. Il loro incontro non è pura coincidenza ma è la risposta a tutte le l...