Hogwarts

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Immerso in questi suoi pensieri quasi non si accorse che Blaise lo stava scrollando per dirgli che erano quasi arrivati e dovevano mettersi la divisa. Il ragazzo sussultò per essere stato riportato alla realtà così bruscamente e sbottò
" Maledizione Blaise, usa più grazia." Il ragazzo gli fece un ghigno in risposta, per niente offeso e aspettò che si alzasse per cambiarsi. Draco lo guardò un po' male ma non disse altro. Non era mai stato più di tanto con quel ragazzo e non sapeva come giudicarlo esattamente. Stava nella sua cerchia e anche nel suo dormitorio, ma era abbastanza riservato e lui, Draco Malfoy, da perfetto menefreghista non si era mai dato tanta pena di approfondire la sua conoscenza, quando aveva già Tiger e Goyle a fargli da scagnozzi.

Lo guardò dubbioso e il ragazzo, accorgendosene, alzò le sopracciglia a mo' d'interrogativo ma Draco si limitò a scrollare le spalle mentre indossava la lunga divisa nera con lo stemma di un serpente stampato in alto, sul lato sinistro della tunica, ovvero dove batte il cuore, in quel momento più confuso che mai. Il treno iniziò a rallentare con forti scossoni, facendo cadere alcuni bagagli mal fermi dalle reticelle sopra i sedili.

" Dannata ferraglia." Borbottò Draco scocciato.
" Draco, venite con noi ?" Chiese gentilmente Blaise, un trattamento per Draco strano. Non era abituato alla gentilezza, se non da parte di sua madre, ma in quel caso non era lei.
" Cosa scusa ? Non ho capito.. io e chi e cosa dovremmo fare ?" Chiese ancora confuso. L'altro ragazzo sbuffò e disse
" Tu e Pansy, siete prefetti. Venite con noi o dovete sbrigare prima altri compiti ?"

" Oh, giusto. Credo che andrò a vedere cosa fanno quei mocciosi, dovrò scortare i marmocchietti al porto dallo zoticone di Hagrid." Si sentì di nuovo stupido, si era rammollito in quei mesi di solitudine, se non si dava una svegliata dal re dei Serpeverde sarebbe passato al re degli idioti, proposta inaccettabile per lui. Aveva bisogno di ritrovare sé stesso e la sua routine.

Pansy lo guardò immusonita e disse
" Grazie per aver parlato al singolare Draco, io non esisto vero ? Beh penso che andrò da sola." Detto questo prese i suoi bagagli e uscì come una furia dallo scompartimento, lasciando i ragazzi abbastanza sorpresi, tranne Draco che sbuffò e disse
" Ci vediamo dopo, tenetemi un posto." Blaise annuì e disse
" Va bene, ci pensiamo noi ai tuoi bagagli." Draco lo ringraziò con un cenno del capo e uscì fuori sbuffando nuovamente.

" Mocciosi del primo anno, Mocciosi del primo anno ? Muovetevi, vi devo scortare alle barche." Sbraitò.
Alcuni ragazzini lo fissarono timorosi ma si diressero verso di lui con passo incerto
" Siete del primo anno ? " chiese brusco Draco. I ragazzini annuirono senza fiatare, come se si fossero accordati per un solidale mutismo.
" Bene allora sbrigatevi, non ho tempo da perdere." Scattò, dirigendosi verso l'uscita con i ragazzini al seguito. Non fece in tempo a fare pochi passi che una voce furiosa dietro di lui abbaiò
" Malfoy sei solo uno zotico, sono ragazzini del primo anno, usa un minimo di garbo." Quella voce, quella maledetta voce. Sembrava una persecuzione. Chiuse gli occhi, ispirando profondamente. La Granger oltre ad essere sempre tra i piedi si era addirittura permessa di dargli dello zollaro.

Stupida mezzosangue, il suo improvviso desiderio di prenderla e piegarla al suo volere in quel preciso istante, se necessario anche davanti ai mocciosi, si fece sentire più forte che mai, ma suo mal grado lo ignorò.
" Sei sempre di mezzo Granger. Che fai mi perseguiti ? Inoltre frena quella tua linguaccia e ricordati con chi stai parlando, non ti aspettare che sia cambiato molto dal nostro ultimo incontro. Non sono una persona paziente." Disse più scontroso del dovuto. Hermione alzò un sopracciglio
" Ti ho solo detto la verità. Questi ragazzini devono andare da Hagrid, sono nuovi e devi trattarli con gentilezza, non spaventarli a morte."
" Che palle Granger che sei, se continui a trattenerci finiremo per restare sul treno e non ho voglia di sorbirmi i tuoi strepitii a lungo." Stavano iniziando a batibeccare e i ragazzini li fissavano sconcertati, mentre una piccola calca aspettava di passare.
"Meglio quelli della Parkinson presumo." Rispose lei acida. Il ragazzo sbuffò di nuovo, tra tutto quello che gli poteva dire gli cercava proprio Pansy, che in quel momento la voleva all'ultimo dei suoi pensieri.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora