Ufficio misteri -seconda parte-

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I ragazzi avevano raggiunto il cuore del ministero attraverso l'ascensore che, una volta giunti a destinazione, li aveva annunciati  attraverso la fredda voce femminile.Le spille che avevano precedentemente raccolto erano adesso appuntate ai loro mantelli all'altezza del cuore e quest'ultime, riflettevano la luce azzurrina delle torce che illuminavano l'atrio principale del ministero. Grossi manifesti ritraevano il volto di Carramell e il suo slogan mentre al centro dell'enorme stanza, svettava la rigogliosa fontana dei magici fratelli. Il tutto era immerso nel silenzio e gli unici rumori udibili erano i loro respiri e i loro passi leggeri e felpati. Per scendere fin nelle viscere del ministero, ovvero il nono e ultimo piano, dove si trovava l'ufficio misteri, avevano bisogno di raggiungere gli ascensori che si trovavano dall'altra parte della stanza .Tutto era immerso in un silenzio tombale, che metteva i brividi e i ragazzi, si scambiarono occhiate ansiose, continuando a guardarsi in torno con circospezione ma almeno a prima vista, non c'era anima viva oltre a loro eppure, sapevano che non poteva essere così ed era proprio per questo che stavano in continua allerta.

"Facciamo attenzione, non possiamo sapere se ci hanno preparato qualche trappola." Mormorò piano Harry, voltandosi in direzione degli amici per guardarli uno ad uno in faccia.

"Teniamo le bacchette a portata di mano e stiamo il più uniti possibili." Mormorò anche Hermione, scambiandosi un'altra occhiata d'intesa con Harry. Il cuore le galoppava impazzito nel petto e i suoi pensieri e le sue emozioni erano in combutta tra di loro. Mentre cercava di concentrarsi sulla missione e sul come salvare la vita a sé stessa e al tempo stesso ai suoi amici in caso di bisogno, i suoi pensieri si indirizzavano anche verso Draco, il ragazzo del quale incredibilmente, forse per puro fato o forse perché era destino che andasse così, si era irreparabilmente innamorata e in quel momento, la paura folle di non rivederlo mai più, di non poter più baciare le sue labbra morbide o stringerlo a sé il più a lungo possibile, la terrorizzava. Continuava a sentire quella brutta sensazione all'altezza del petto, che la perseguitava ormai da fin troppo tempo e non riusciva a capirne il perché e questo, la impensieriva e preoccupava maggiormente. Era come se il cervello cercasse di suggerirle qualcosa che lei non riusciva e comprendere e ciò la irritava perché lei doveva avere una risposta, aveva bisogno di capire, non poteva restare all'oscuro. Non esisteva che non comprendesse qualcosa e in quel momento, si sentiva terribilmente vulnerabile, considerando che nel mezzo c'era Draco. Strinse forte i denti per non lasciarsi sfuggire un gemito di frustrazione e tornò a concentrarsi sul suo migliore amico per evitare ulteriori distrazioni. Doveva sforzarsi di pensare positivo, perché sarebbe andato tutto bene. Doveva, andare tutto bene. Avrebbero salvato Sirius, ne sarebbero usciti tutti sani e salvi e lei sarebbe tornata da Draco, ad Hogwarts, e tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi.

"Giusto... Adesso dove dobbiamo andare, Harry?" Chiese Neville, osservandosi intorno di soppiatto, pronto a cogliere ogni minimo rumore. Anche Ron, Ginny e Luna erano in allerta, con le bacchette strette nel pugno destro pronti ad intervenire prontamente anche se tra tutti, la più tranquilla restava sempre e comunque Luna, che non sembrava particolarmente turbata da tutta quella situazione e come ciò fosse possibile, nessuno sapeva spiegarselo. Il moro con gli occhiali deglutì, sentendo la cicatrice pulsare lievemente ma per fortuna, nessuna fitta gli sembrava abbastanza dolorosa da fargli credere che Voldemort avesse sferrato o stesse per farlo, il colpo di grazia a Sirius.

"Dobbiamo raggiungere gli ascensori e scendere fino al nono piano, dove si trova l'ufficio misteri. Da lì in poi, non dovremo più distrarci per nessuna ragione al mondo e improvvisare...Sirius si trova in una stanza piena di scaffali alti fino al soffitto, dove ci sono un'infinità di sfere di vetro...Probabilmente lì c'è qualcosa che lui vuole che prenda." Spiegò ansiosamente, scrutando i loro volti pallidi e tesi. 

"Lui è...qui?" Chiese in un sussurro Ron, guardando pallido e teso il suo migliore amico. Harry capì subito che Ron si stava riferendo a Voldemort e con un groppo in gola, si trovò costretto ad annuire. La sua visione non poteva essere più chiara di così... Voldemort stava torturando Sirius nell'ufficio misteri, in quella stanza piena di polverose sfere di vetro e lui, doveva salvarlo.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora