O.MIO.DIO

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"Draco, vai ad aprire la porta." Stava dicendo Lucius, nel mentre che finiva di aggiustarsi l'elegante completo nero che aveva indossato per l'occasione. Draco, con una faccia da funerale, annuì lentamente. Sapeva che quel vai ad aprire significava andare ad accogliere Pansy. Era il giorno di Natale e accanto al suo letto, aveva trovato come di consueto, la sua pila di regali, ma non se li era affatto goduti, sapendo che a breve avrebbe avuto quella piattola tra i piedi.

"Insomma Draco, muoviti. Non è buona educazione far aspettare gli ospiti." Lo rimproverò nuovamente Lucius. Il ragazzo sbuffò irritato, avviandosi il più lentamente possibile verso il portone di Malfoy Manor. Non aveva alcuna voglia di averla tra i piedi. Non la voleva a casa sua, avrebbe di gran lungo preferito passare un'intera giornata con Potter, piuttosto che con lei, ed era tutto da dire.

Sbloccò la porta e il cancello, lasciando che quest'ultimo lasciasse libero ingresso ai coniugi Parkinson e alla figlia, che era super eccitata alla prospettiva di avere in qualche modo, Draco tutto per sé. Il ragazzo deglutì, sentendo il desiderio impellente di rispedirla a casa sua. Sperava che almeno la presenza dei suoi, la tenesse a bada. Erano comunque una famiglia di un certo rango, e tenevano all'educazione della figlia.

"Forza Draco, vai incontro alla signorina Parkinson e aiutala a trasportare la valigia. Fatti vedere educato." Gli sibilò il padre in un orecchio, raggiungendolo sulla soglia di casa. Il ragazzo strinse i denti. Di male in peggio. Adesso avrebbe dovuto pure fare il facchino per miss rompi coglioni.

Senza però obiettare, andò incontro alla famiglia Parkinson. Suo padre l'avrebbe spellato vivo, se avesse fatto polemiche davanti agli ospiti.
"Signori Parkinson, Pansy." Salutò Draco cordialmente, stringendo la mano a marito e moglie.
"Oh Draco! Sono così felice di vederti! Buon Natale." Strillò la compagna, gettandogli le braccia al collo senza ritegno. La signora Parkinson si lasciò sfuggire un risolino e il marito, non sembrò particolarmente dispiaciuto da quelle effusioni pubbliche.

Draco invece, dovette trattenersi dal tirarla in mezzo al roseto e lasciarla lì fino alla fine delle vacanze.
"Si si, Buon Natale anche a te. Ti aiuto con la valigia." Borbottò il biondo, liberandosi del polpo, anche se con una certa difficoltà. La ragazza squittì deliziata, scambiando il suo gesto per un atto di galanteria.

Draco sbuffò irritato, sollevando di peso quella valigia che pesava quintali. Si domandò cosa diavolo ci avesse messo dentro la ragazza che in quel momento, gli stava blaterando nelle orecchia senza tregua. Non la sopportava già più.
"Draco mi stai ascoltando e wow..." sussurrò Pansy non appena varcò la soglia del Manor.

Esatto, wow. Il Manor era una meraviglia. Ogni anno i Malfoy addobbavano l'enorme villa con lusso e sfarzo. Neve finta pioveva dal soffitto, in ogni stanza era stato posizionato un enorme albero di Natale, decorato sfarzosamente. Piccole fate svolazzavano per il Manor, come piccole stelle luminose di vari colori. Ghirlande eleganti rivestivano i caminetti e statue di ghiaccio che non si scioglieva e di cristallo, abbellivano gli angoli della casa. Il tutto rendeva veramente l'effetto magico.

La ragazza si guardò attorno avidamente, meravigliata da così tanta ricchezza e magnificenza. Draco la guardò annoiato. Era abituato a simili reazioni e si sarebbe piuttosto meravigliato, se un'oca come Pansy, non fosse rimasta estasiata da tutto quel lusso. Nel frattempo gli adulti si erano riuniti in salotto per i convenevoli e Draco, propose di raggiungerli. Non che avesse voglia di sentire discorsi pallosi, ma non desiderava affatto restare da solo con la sanguisuga.

"Draco, cosa mi racconti di Hogwarts? da quello che dice Pansy, sei un ragazzo molto intelligente." Chiese il Signor Parkinson, rivolgendosi al ragazzo dopo una lunga chiacchierata con Lucius e Narcissa.
"La ringrazio Signore. Ad Hogwarts procede tutto normalmente, mi reputo soddisfatto dei miei risultati, ma Pansy mi ha sopravvalutato." Rispose Draco cordialmente, sentendo lo sguardo di suo padre osservarlo attentamente. Non un passo falso.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora