ufficio misteri -terza parte-

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Le figure incappucciate li circondarono, intrappolandoli senza via d'uscita. In testa c'era Lucius Malfoy e al seguito, i suoi scagnozzi.

Hermione sentiva i sensi intorpiditi e la gola asciutta e per qualche istante, incrociò gli occhi glaciali di Lucius Malfoy, rabbrividendo d'istinto. Non c'era pietà nel suo sguardo, solo disprezzo e divertimento nel vedere una banda di ragazzini caduti in trappola come degli stolti. La situazione era più pericolosa del previsto e loro erano intrappolati come topi tra quegli scaffali ricolmi di sfere di vetro sinistre e polverose. I mangiamorte li avevano in pugno. Quella cruda realtà la fece deglutire a forza, costringendola a reprimere la bile acida che tentata di risalirle su per la gola.

Non era colpa di Harry, si sforzò di pensare. Non era colpa sua, aveva davvero avuto quella visione e loro, avevano controllato proprio per accertarsi che non fosse un inganno e di Sirius, a Grimmald Place, non ne avevano trovato traccia. Se fosse stato in casa avrebbe risposto. Tra quelle vecchie mura, l'unico essere vivente che aveva degnato Harry di una risposta, era stato Kreacer.

Magari felpato era davvero lì, solo che l'avevano nascosto oppure...Molto peggio, ucciso, pensò con terrore. No, Sirius non poteva essere morto, doveva esserci una spiegazione a tutto ciò. Harry non sarebbe partito per quella missione se non fosse stato certo che Sirius fosse realmente in pericolo. L'amico aveva parlato con Kreacher e quest'ultimo, era stato chiaro. Aveva detto che il padrone non era in casa e che quest'ultimo... non sarebbe tornato. Perse qualche battito, rabbrividendo davanti a quella confessione così macabra, che celava orribili presentimenti.

Kreacher...E se avesse mentito? No, impossibile...Perché avrebbe dovuto? Era vero che tra i due non scorreva buon sangue anzi, Kreacher nutriva un profondo disprezzo, odio e rancore nei confronti di Sirius però, quest'ultimo era pur sempre il suo padrone e di conseguenza non avrebbe potuto tradirlo, secondo le leggi magiche che vincolavano un elfo domestico al suo padrone. Doveva esserci una spiegazione a tutto ciò e non voleva credere che dietro a quel complotto ci fosse Kreacher. Per tutto quel tempo si era sforzata di difenderlo e adesso che il germe del dubbio si era insinuato nella sua mente, non riusciva quasi più a reprimere i conati di vomito.

Il panico si stava lentamente impossessando di lei e la paura le attorcigliava le viscere. Draco, in quel momento l'avrebbe tanto voluto stringere a sé per affondare la testa nel suo petto e sentirsi al sicuro, protetta e al caldo. Voleva svegliarsi, credere che quello fosse soltanto un brutto incubo e che di lì a breve avrebbe aperto gli occhi, si sarebbe resa conto di essere ad Hogwarts, avrebbe tirato un sospiro di sollievo e si sarebbe preparata per scendere a cena insieme agli amici. Ma al tempo stesso avrebbe voluto piangere e gridare, perché sapeva che quello era un incubo divenuto realtà e tutto ciò, non era giusto. Perché a loro? Perché a lei? Cosa aveva fatto di male per imbattersi in un destino così crudele? Perché doveva essersi innamorata proprio di colui che era così difficile da amare?

Lei e Draco erano quella tipologia d'amore condannata e maledetta, che non ha scampo...Un amore giusto ma sbagliato. Un amore sincero, ma peccaminoso agli occhi altrui. Un amore pericoloso che li avrebbe potuti distruggere, li avrebbe potuti far affondare nelle tenebre più oscure senza via di scampo, un amore che li avrebbe potuti uccidere. Era un amore che non sarebbe mai dovuto nascere, perché andava contro ogni etica, ogni morale, ogni logica... Contro il mondo stesso... Ma era nato, e adesso c'era e si faceva sentire, prepotente e più forte che mai e lei, non poteva farci niente. Lo amava e anche se sapeva quanta sofferenza le avrebbe provocato, avrebbe continuato ad amarlo.Sapeva che avrebbe sofferto perché guardando quello sguardo gelido, così simile ma così diverso da quello del figlio, di Lucius Malfoy, vi leggeva tutto il suo disprezzo e disgusto per una come lei... Una sporca mezzosangue. Lei, agli occhi di un ricco, potente e oltretutto mangiamorte mago purosangue di vecchio stampo, non era altro che una sporca mezzosangue indegna di considerarsi una strega nel vero senso della parola, un parassita da estirpare per poter purificare il mondo magico.E avrebbe sofferto, perché un uomo del genere non avrebbe mai tollerato che il suo unico figlio, l'unico erede della famiglia Malfoy, si immischiasse con una feccia come ai suoi occhi lo era lei per lui. Lucius Malfoy avrebbe fatto di tutto per far sposare a suo figlio una bella e ricca purosangue, degna di portare il cognome Malfoy e portare avanti l'antica discendenza purosangue, anche a costo di ucciderla, sempre che non l'avesse uccisa quella sera stessa. Dubitava che il caro vecchio Lucius si sarebbe fatto degli scrupoli, per non parlare di tutta la cerchia ristretta e non che gli girava intorno. E Draco, a quel punto, cosa avrebbe fatto? Non lo sapeva... Non sapeva niente del futuro. Avevano una guerra da combattere e un futuro incerto da dover scrivere. Se Voldemort fosse crollato, forse le cose sarebbero potute essere molto più semplici ma se tutto fosse rimasto così com'era, era certa che il lieto fine non ci sarebbe stato. Quel pensiero la struggeva, perché lei il lieto fine lo voleva, lo desiderava con tutta sé stessa. Ma per colpa di quelle persone orribili davanti a lei, per colpa di quel mostro che si stava impadronendo del mondo magico,giorno dopo giorno, tra lei e Draco c'erano migliaia di ostacoli e la vetta della loro felicità sembrava sempre più lontana. Dovevano tenere in conto Voldemort, i mangiamorte, la famiglia,i compagni di scuola, i pregiudizi e gli amici... Gli unici appoggi che avevano erano Ginny e Blaise ma loro soli, potevano aiutarli ben poco. Era inutile negarlo... Lei e Draco erano rispettivamente luce ed ombra. L'uno non può esistere senza l'altro, ma farli conciliare, non è facile. Solitamente, quando c'è luce non c'è ombra e quando c'è ombra non c'è luce, per lo meno non nello stesso posto. Ma quando luce ed ombra si scontrano e finiscono per innamorarsi, pur quanto assurdo possa essere o sembrare, chi è che vince? Probabilmente quelle domande l'avrebbero perseguitata a lungo, ma al momento non poteva permettersi il lusso di pensarci, pur quanto la facesse soffrire la consapevolezza di dover tenere nascosto il suo amore per non andare in contro a morte certa. Doveva pensare a un piano per uscire vivi di lì dentro.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora