Un enorme passo avanti

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"Oddio Ginny, devo essere completamente pazza." Pigolò Hermione, seduta sul letto pallida come uno spettro. La rossa sbuffò esasperata.
"Smettila Hermione, dovete parlare di ciò che sta accadendo e possibilmente, capirne qualcosa." La rimproverò, spostandosi una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.

"Quando sono con lui mi sento strana... non mi riconosco più e temo che questo sia tutto uno scherzo del mio cervello... Non so nemmeno più se ci odiamo, capisci? È come se avessimo deciso di stipulare una specie di Tregua. E la cosa mi fa paura." Mormorò la riccia. Finalmente era riuscita ad attribuire un termine a ciò che stava accadendo tra di loro... Una tregua, ecco cos'era, seppur fosse assurdo.

"Una tregua, dici?" Chiese l'amica con le sopracciglia inarcate per lo scetticismo.
"Esatto... Ma adesso mi chiedo solo quanto durerà tutto ciò, prima che cambi nuovamente. Ma soprattutto, mi chiedo a cosa porterà questa follia." Disse Hermione, più a sé stessa che a Ginny.
"Dietro a questa storia c'è qualcosa di estremamente rischioso, devo ammetterlo, ma non per questo devi tirarti indietro." Le disse Ginny andandosi a sedere sul letto di Lavanda.
"Mi ha confessato che Blaise sa tutto e che secondo lui non è poi così assurdo ciò che stiamo facendo." Borbottò la riccia.

Ginny inarcò ancora di più le sopracciglia.
" Mi è sempre sembrato un ragazzo a posto. È pur sempre un serpeverde però insomma, non sembra così tremendo." Ragionò la rossa, facendo sbuffare Hermione.
"Questa rivalità tra case dovrebbe finire." Rispose aspra.
"Oh andiamo...Fai già questi discorsi? Se tra voi due ci sarà un seguito, chiederai a Silente di trasferirti tra i serpeverde?" La rimbeccò Ginny.

Hermione la guardò oltraggiata, sentendosi andare a fuoco.
"Ma cosa dici! Ho sempre pensato che questa rivalità tra case fosse una sciocchezza e inoltre, ti immagini passare ventiquattr'ore su ventiquattro con la Parkinson e le sue amichette?. " domandò inorridita, facendo scoppiare a ridere a crepapelle l'amica.

Dopo una breve occhiataccia aggiunse
"Con Malfoy non so cosa accadrà, ma probabilmente un giorno finirà..." Sospirò, pensando anche alle precedenti parole dell'amica. A volte era Ginny ad assomigliare a una piccola serpe, altro che i serpeverde in sé. Inoltre era davvero quasi certa che ciò che stava accadendo con Malfoy sarebbe andato a finire. Era troppo assurdo per essere vero...Ma pensare al fatto che un giorno sarebbe potuto tornare tutto come un tempo, quando la insultava e derideva, la faceva star male.

"Dovreste lasciarvi andare e..." iniziò a dire Ginny, ma Hermione la stoppò quasi subito
"Non stai parlando di due persone qualunque, stai parlando di me e il nostro peggior nemico... È già sbagliato ciò che stiamo facendo adesso." Mormorò, guardando assorta fuori dalla finestra. Il cielo era grigio, un po' come Il suo umore, mentre la neve continuava a ricoprire i manti erbosi. Le era sempre piaciuta la neve, ma in quel momento le trasmetteva tristezza. Era tutto troppo bianco, troppo piatto, troppo uguale...

La rossa aggrottò le sopracciglia.
"Hermione sei sicura di ciò che stai dicendo? Il nostro peggior nemico è Tu-sai-chi. Va bene che suo padre è un mangiamorte, che ci ha sempre insultati e disprezzati, che tra di noi non scorre buon sangue e tutto ciò che vogliamo, però alla fine è innocuo. Le sue minacce sono sempre state dettate a vuoto, giusto per farsi vedere dai suoi scagnozzi... Ma non farebbe male a una mosca." Ragionò l'amica.

Hermione la guardò a bocca aperta.
"Ma io pensavo che tu lo odiassi." Disse infine
"Non dico che mi piaccia. Lo trovo comunque arrogante ed insopportabile, però credo che ci siano persone molto più cattive e odiose di lui..." disse, con una scrollata di spalle.
"Se ti sentissero Harry e Ron..." Borbottò la riccia.

Ginny ridusse gli occhi a due fessure.
"Senti bene Hermione Granger. Tu la devi finire di farti condizionare così tanto la vita da quei due. Sei libera di fare le tue scelte e non devi sentirti sempre in colpa per ogni cosa. Vivi la tua vita." Disse senza troppi giri di parole.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora