Ancora voi!

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Draco si svegliò per via del ticchettio della sua sveglia. Fin dal primo anno era sua abitudine incantarla per farla suonare alle sette in punto di mattina, gli piaceva essere puntuale, ordinato e avere ogni cosa sotto controllo. Inoltre nei dormitori dei Serpeverde la luce solare non filtrava.

trovandosi nei sotterranei sotto il livello del lago si potevano giusto accontentare di una luce verdastra  che proveniva dal lago e delle lanterne. L'effetto risultava tenebroso e intimidatorio, ma a lui l'effetto piaceva. Per le case avversarie sarebbe risultato sicuramente tetro e privo di vita, ma lui riusciva a coglierne i particolari e le sfumature delle ombre, delle luci e dei colori sommessi. Si sentiva invaso da un fascino misterioso in quell'ambiente così tenebroso ma allo stesso tempo così accogliente, un po' come lui.

Tenebroso, cuore e occhi di ghiaccio, arrogante ed abituato ad avere il mondo ai suoi piedi. Le persone cadevano ai suoi piedi, com'era normale che fosse. E la cosa gli piaceva terribilmente.

Ghignò a quel pensiero e si stiracchiò nelle coperte, per poi aprire definitivamente gli occhi e guardare la sveglia sul comodino. Le sette e cinque, aveva perso cinque minuti per rimuginare su sé stesso. Si alzò e si guardò in torno, ovviamente come sempre lui era stato il primo a svegliarsi e gli altri continuavano a ronfare beati, quindi decise di sgattaiolare a fare una velocissima doccia prima di prepararsi e, in caso fosse stato necessario, svegliare gli altri in maniere poco aggraziate. A quella prospettiva ghignò ancora di più. Prese dal baule il suo occorrente e si diresse a passo svelto verso il bagno, voleva fare in fretta.

Odiava i ritardi e soprattutto odiava essere in ritardo lui, anche per la colazione. La sera precedente si sarebbe voluto fare una doccia, magari provare il bagno dei prefetti, ma per la prima sera e il primo giorno forse aveva preteso troppo. In ogni caso gli pareva ancora di sentire l'odore di Pansy addosso e questo lo infastidì più della prospettiva di un ritardo.

Lo disgustava ciò che era successo, era tutta colpa sua. Non aveva voglia di perdere tempo con lei, che non sarebbe stata in grado di mantenere le giuste distanze, con la sua insopportabile invadenza. Lo sapeva, la conosceva fin troppo bene. Il suo non era che un misero tentativo per restare aggrappata a lui. O più che a lui al suo denaro.

Si spogliò, lasciando i vestiti accantonati in un angolo. I piedi nudi a contatto con le fredde piastrelle lo fecero rabbrividire, ma non ci badò molto. Accese l'acqua, facendola scorrere, finché non raggiunse la giusta temperatura. Quel contatto fu davvero rigenerante. Lasciò che l'acqua calda gli scorresse lungo il corpo, rilassandogli ogni muscolo teso.

Passò a insaponare la spugna pochi minuti dopo, utilizzando il suo bagnoschiuma preferito. Muschio bianco. Un profumo inebriante, dolce e rilassante.

-Avverto i lettori che questo capitolo ha subito dei tagli per motivi a me sconosciuti, sono dietro a risistemarlo al meglio che posso. Un bacio grande a tutti.-

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora