Consigli

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"Quindi mi stai dicendo che avete litigato per Tiger e Goyle?" Sussurrò Blaise. Era un martedì mattina, erano passati pochi giorni dall'ultimo incontro tra Draco ed Hermione nel bagno dei prefetti ed entrambi i ragazzi, avevano raccontato agli amici la loro versione. In quel momento i serpeverde si trovavano a lezione d'incantesimi con i corvonero e potevano approfittare di quell'ora di confusione per parlare in santa pace.

Draco aveva raccontato un sacco di volte ciò che era successo, ma l'amico ogni volta possibile ci ritornava sopra. Il biondo infatti sbuffò esasperato, scoccando un'occhiata truce ai due gorilla situati qualche fila più avanti. Erano talmente enormi ed ingombranti che sembravano veramente due montagne, due animali di grossa taglia. Paragoni poco carini che però rappresentavano la realtà.

"Si Blaise, te l'ho già detto. Non abbiamo proprio litigato, credo. Ma se l'è presa quando le ho detto che stavo con loro per comodità insomma... Pensavo che dopo tutto lo sapesse. Credeva seriamente che io potessi essere amico di quei due nerboruti?" Il biondo schioccò la lingua scettico e tentò l'incantesimo che il professore aveva richiesto. Non aveva voglia che quel nanetto venisse a rompere le pluffe da loro. Odiava quando stava lì, ad osservarli, e alla fine sganciava un sacco di compiti in più se l'incantesimo non lo soddisfaceva.

"Magari pensava che per lo meno tu avessi più stima in loro." Suggerì il moro, agitando pigramente la sua bacchetta. Draco lo guardò incredulo...
"Andiamo Blaise, nemmeno Paciock avrebbe potuto pensare una simile fesseria. Quella ragazza è più pazza di lunatica Lovegood, te lo dico io." Brontolò cupamente.

Blaise inarcò un sopracciglio scettico, poco convinto dalle parole di Draco.
"È solo che crede fermamente nei valori Grifondoro." Rispose con una scrollata di spalle. Fu il turno di Draco per alzare un sopracciglio scettico. L'argomento li stava tenendo talmente impegnati che nemmeno si accorsero che al professore, a seguito di un incantesimo decisamente sbagliato, erano apparse una coda e delle orecchiette da scimmia e che quest'ultimo stava inveendo contro il malcapitato e sbadato ragazzo che aveva provocato tutto ciò.

"L'ho sempre pensato che i Grifondoro credessero in delle stronzate. Ma questo è il colmo... Adesso si mette a difendere i piccoli, poveri e dolci bambinoni serpeverde Tiger e Goyle?" Chiese irritato, facendo ridacchiare l'amico.
"Poveri e dolci bambinoni serpeverde Tiger e Goyle? Questa segnatela amico." Sghignazzò.

"Cerca di essere serio, questa è una faccenda importante. Non bastava quella sua stupida iniziativa per gli elfi domestici? C.A.P.R.A, C.U.P.R.A o come diavolo si chiamava?" Sbottò
"C.R.E.P.A" Lo corresse il moro, alzando gli occhi al soffitto.
"O quel che è! Adesso vuole fondare l'associazione : Difendiamo Tiger e Goyle dal Bruto sfruttamento di Draco Malfoy? D.T.G.D.S.D.M." Sbuffò irritato.
"Fosse mai. Io in te non glielo metterei in testa." Ridacchiò nuovamente il moro, beccandosi un'occhiata inviperita.

"Vorrei vedere te al mio posto." Brontolò il biondo, tornando pensieroso a meditare sulla riccia. Quella ragazza era davvero imprevedibile. Un istante era curiosa, di buon umore e propensa al gioco, pochi minuti dopo era in grado di cambiare totalmente comportamento. Proprio non la capiva... Che poi per Tiger e Goyle, davvero assurdo.

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" Hermione non ci posso credere che tu abbia davvero litigato per lui per una cosa del genere. È di Tiger e Goyle che stiamo parlando." Sibilò Ginny quella sera stessa. Anche la riccia, più volte, aveva raccontato tutto l'episodio all'amica la quale, incredula, le aveva chiesto cosa diavolo le fosse frullato per la testa.
"Ginny, non è tanto nei confronti di chi l'ha fatto. È per il gesto in sé. È qualcosa di crudele sfruttare qualcuno per i propri scopi e poi voltargli le spalle." Sbottò.

"Diresti lo stesso per la piccola e dolce Pansy?" Chiese Ginny con un ghigno. Hermione strabuzzò gli occhi per lo shock momentaneo. Cavolo, quello si che era un colpo basso. Di certo non le sarebbe dispiaciuto che quella strega soffrisse le pene dell'inferno, non era nella sua natura agurare il male a qualcuno, ma Pansy Parkinson la odiava sul serio. Non c'era niente che di quella ragazza riuscisse a tollerare. Dalla sua risata stupida, alla sua voce maligna e fastidiosa e al suo comportamento perfido. Era la cattiveria in persona e lei, prima o poi gliel'avrebbe fatta pagare cara. Ancora non si era messa dietro seriamente a quella faccenda, ma un modo per far raccontare ad Harry tutta la verità, in modo che tutto il mondo magico ne venisse a conoscenza, l'avrebbe trovato. Poco ma sicuro.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora