Quidditch

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"Venerdì ci sono i provini, venerdì ci sono i provini, venerdì ci sono i provini per il ruolo di portiere"... Ron camminava avanti e indietro per il dormitorio maschile, fortunatamente vuoto, ripetendo la stessa frase nelle sua mente per decine di volte.

Harry era in punizione con la Umbridge per la seconda sera della lunga settimana di castigo che gli spettava e, per il momento, era stato molto vago su cosa dovesse fare per tutte quelle ore rinchiuso nell'ufficio della professoressa. Dean, Seamus e Neville invece erano ancora in sala comune quindi, lui ne aveva approfittato per salire in dormitorio e cercare di calmare i nervi tesi all'inverosimile.

Era preoccupato per Harry. Il suo migliore amico ultimamente era diventato fin troppo nevrotico e la cosa lo turbava. Avrebbe voluto aiutarlo. Visto il periodo tremendo che stava passando era normale e comprensibile, ma a volte quando urlava era brutto. Accadeva che perdesse la pazienza, soprattutto quando lui ed Hermione battibeccavano come due vecchi sposi, ma era quasi inevitabile, soprattutto in quel periodo che Hermione aveva preso la folle idea di realizzare degli orrendi vestiti da elfo, per fare una liberazione di massa contro la loro volontà, perché era certo che loro stessero più che bene giù nelle cucine del castello.

Quella ragazza era impossibile quando si intestardiva. Il suo dannato orgoglio lo portavano all'esasperazione a volte, ma il suo affetto per lei era talmente profondo che non sarebbe mai riuscito a far a meno di quella ragazza e quindi, ogni volta che bisticciavano, in qualche modo cercava di fare pace il prima possibile, anche se spesso, quasi sempre, serviva l'aiuto di Harry, che si rivelava fin troppo un santo.

Forse era per quello che stava iniziando a sclerare. Tra le persone che parlavano male di lui alle spalle credendolo pazzo, il cumulo di compiti che stavano assegnando copiosamente, i G.U.F.O che ogni tre per due i professori citavano mettendo un'ansia tremenda negli studenti del quinto anno e, tutto il resto... era plausibile che fosse nervoso.

Forse avrebbe dovuto parlare con Hermione di questa situazione, ma restava il fatto che stesse ragionanđo a vanvera.Al momento, oltre che per Harry,era preoccupato anche per il provino da portiere. Adorava il Quidditch, ma non aveva mai avuto l'opportunità di entrare in squadra, cosa che lo faceva sentire inferiore, visto che quasi tutti i membri della sua famiglia lo erano stati o ne erano partecipi.

Al momento ne facevano parte come battitori i suoi fratelli Fred e George, i due gemelli super casinisti, combina guai, super popolari e amati da tutti. Gli voleva bene, tanto, ma loro non facevano che fargli scherzi e prenderlo in giro. Erano fatti così, ma questo lo faceva soffrire e dirglielo, lo avrebbe solo fatto sentire ancora più stupido. Era troppo buono per sembrare credibile.

Da quando era diventato prefetto non gli davano pace e adesso, non appena avrebbero saputo che voleva far parte della squadra, lo avrebbero deriso fino alla morte. Voleva tentare, gli sarebbe piaciuto un sacco, ma la prospettiva delle prese in giro dei fratelli lo tormentavano e rendevano insicuro.

Avere cinque fratelli maschi più grandi non era il massimo per l'autostima. Tutto ciò che lui stava vivendo e facendo in quel momento, i suoi fratelli l'avevano già fatto e quindi se anche lui lo faceva alla fine non era considerata una cosa così speciale e, forse l'unica che poteva capirlo davvero era Ginny, l'unica femmina con sei fratelli maschi, anche lei in lotta per distinguersi e cercare di far vedere che poteva essere più che all'altezza e non la piccolina di casa, da difendere e accudire come una bimba di cinque anni.

Sospirò tristemente, gli sarebbe piaciuto avere l'appoggio dei suoi fratelli, ma sapeva perfettamente che non sarebbe stato così e infatti, non aveva ancora detto a nessuno della sua idea, nemmeno ad Harry che faceva parte delle squadra da sempre ed era il suo migliore amico. Si teneva questo piccolo segreto sulla coscienza e cercava di fare un po' di esercizio da solo, ma non era facile. Sospirò, decidendo di andare a fare un giro con la sua nuova scopa. La estrasse dal suo baule e poi, assicuratosi che non ci fossero i gemelli o Hermione in vista, scese con la scopa sotto braccio e sparì fuori dal buco del ritratto senza che nessuno lo notasse.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora