Mente diabolica

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"L'allenamento è andato bene, abbiamo messo su un buona squadra e siamo pronti per la partita di sabato. Voglio vincere, non ho intenzione di farmi rubare la vittoria dai Grifondoro quindi, impegnatevi." Disse freddamente il capitano dei serpeverde, il giovedì sera a fine allenamento, nello spogliatoio maschile al campo di quidditch.
"Vinceremo, anche a costo di buttarli giù dalle loro scope da quattro spiccioli." Grugnì uno dei battitori, con un sorrisetto perfido stampato in faccia.
Draco ascoltava distrattamente, stringendo i denti. Voleva vincere, dannazione se voleva vincere, e strappare finalmente la vittoria a Potter. Contro di lui aveva sempre perso e questo, gli faceva ribollire il sangue nelle vene.

"È così che voglio sentirvi parlare. Non m'interessa come, m'interessa solamente ottenere la vittoria. È l'unica cosa che conta, ricordatevelo. Quindi, Malfoy, vedi di prendere quel dannato boccino prima di Potter." Sibilò il capitano, mentre gli altri annuivano concordi. Il biondo si girò nella sua direzione, guardandolo freddamente.
"Cosa stai insinuando Flint?" Chiese, con voce vellutata ma intimidatoria, smettendo di allacciarsi la cravatta verde argento. Il capitano, seppur più grande di lui, mise da parte l'aria da duro, guardandolo apprensivo. Il biondo sorrise, gli piaceva suscitare quell'effetto nelle persone.
"Sto aspettando una risposta, Flint" disse nuovamente, avvicinandosi al ragazzo. Il resto della squadra si era zittita, osservando quasi intimorita lo scambio di battute.
"Ecco io...Volevo solo dire... Che insomma, ogni volta Potter ti batte per un soffio, questa volta insomma... Vedi di batterlo tu." Borbottò, iniziando a raccogliere le sue cose, per evitare di guardare in faccia il ragazzo.

Draco strinse gli occhi a fessura, sentendo montare la rabbia.
"Flint, stai cercando di dirmi che pensi che io non sappia giocare?" Chiese suadente, senza però nascondere il tono minaccioso. Il ragazzo lo guardò preoccupato, occhieggiando il resto della squadra per cercare di ottenere l'appoggio di qualcuno, anche se con scarsi risultati. Nessuno sarebbe stato disposto ad intervenire in caso le cose si fossero messe male.
"Non ho detto questo. Saresti già fuori da un pezzo se non ti reputassi all'altezza." Rispose asciutto, prendendo sotto braccio la sua scopa. Draco sorrise mellifluo.
"Non è che... Ti fa comodo? Voglio dire, alla fine è mio padre che finanzia la squadra." Sibilò. Flint si bloccò sul posto, iniziando a spazientirsi.
"Malfoy a che gioco vuoi giocare?" Sbottò aspro
" Non è che mi tieni per comodità? Mio padre ci ha fornito le scope da corsa e ci procura tutto ciò che ci potrebbe servire. Se mi sbatti fuori questo privilegio andrebbe a farsi fottere, non è così?" Chiese a tono duro. Il capitano lo guardò freddamente
"Malfoy non ci serve la tua elemosina, se è questo che vuoi far intendere. Siamo tutti di famiglia benestante. Tuo padre ci fornisce il materiale perché gli fa piacere farlo, non è obbligato da nessuno di noi." Rispose gelido, osservando con circospezione il cercatore della sua squadra.

"Non ti azzardare ad insultare mio padre" sibilò Draco, avvicinandosi pericolosamente. La squadra osservava preoccupata i due ragazzi, entrambi rossi in faccia.
" Cosa diavolo stai farneticando Draco? Non ho insultato tuo padre. Stai facendo discorsi del cazzo" sibilò Flint, posando nuovamente la scopa a terra.
"Ma davvero? Peccato che tu mi stia dando dell'incapace." ringhiò il biondo, sfoderando la bacchetta dalla tasca della divisa che aveva poco prima indossato. L'altro ragazzo strinse gli occhi a fessura, guardando minacciosamente la bacchetta dell'avversario.
"Malfoy non voglio grane, ti ho già spiegato che non è come la pensi. Adesso togli la bacchetta." Sbottò
" Non prendo ordini da te" grugnì Draco, puntandogli invece la bacchetta alla gola con fare minaccioso. Sapeva di star esagerando, Sapeva che in quel modo rischiava sul serio di essere sbattuto fuori dalla squadra, ma la rabbia che provava in quel momento era troppo forte per reprimerla. Rabbia repressa che continuava a spingere per uscire. La Granger, suo padre, la scuola, il quidditch, tutto.

Flint fu velocissimo, spinse il ragazzo per le spalle, mandandolo a sbattere contro l'armadietto dietro di loro. Gli altri componenti della squadra trattennero il fiato agitati. Alcuni indietreggiarono, altri si guardarono come per chiedersi se intervenire oppure aspettare e vedere cosa sarebbe successo.
"Cosa cazzo pensi di fare Malfoy? Non so quale sia il tuo dannato problema, ma tieni i tuoi problemi esistenziali fuori dalla squadra" ringhiò il ragazzo, tenendo bloccato Draco per le spalle, che lo guardò con rabbia.
" Hai praticamente detto che se perdiamo, la cazzo di colpa è mia, per il fatto che lo sfregiato mi prende il boccino Sotto il naso." Ringhiò Draco, scrollandosi il ragazzo di dosso.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora