imprevisti e paura

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Paura, lacrime, incredulità. Erano questi i sentimenti e le emozioni che attanagliavano Harry, Hermione e tutti gli Weasley.
Non ci potevano credere. Il signor Weasley era stato aggredito da un enorme serpente durante una missione dell'ordine e adesso, si trovava in gravi condizioni all'ospedale San Mungo.

Era accaduto tutto la sera precedente. Ne erano successe parecchie, ineffetti. Harry e Cho, si erano baciati nella stanza delle necessità, proprio dopo l'ultima l'ezione dell'es prima delle vacanze.
Era stata una notizia incredibile che aveva messo armonia nel trio, risollevando il morale di Harry, almeno un po'... Anche se purtroppo, per poco.

Quella notte il moro era andato a letto tranquillo, abbandonando la sala comune solo dopo la mezzanotte passata, per ritirarsi insieme a Ron. Avevano salutato Hermione come di consueto e avevano salito le scale a chiocciola del dormitorio maschile, mentre la riccia, aveva fatto la stessa cosa andando però nel dormitorio femminile.

Tutto era andato bene, i ragazzi del quinto anno dormivano beati e sereni, esattamente come Harry che stava sognando qualcosa di assurdo a proposito di Cho, finché il sogno non era cambiato.

Il ragazzo era diventato un enorme serpente. Strisciava lungo un nero corridoio lucido, alla ricerca di qualcosa. Il suo padrone l'aveva mandato a perlustrare la zona. A un certo punto, aveva visto un uomo a terra, che dormiva, ma aveva represso il desiderio di morderlo, perché non era quello il suo compito.

Aveva proseguito per un po', finché non aveva sentito dei movimenti... L'uomo si era svegliato, e lo guardava con un misto di orrore e paura riflessi nello sguardo. Il serpente, o Harry, non aveva avuto altra scelta. Aveva attaccato, scheggiando le costole dell'uomo, lasciando che il sangue fluisse dalle ferite fin nelle sue zanne, che avevano iniettato un potente veleno nel corpo dell'uomo, lasciandolo a terra ferito e agonizzante.

Alla fine Harry si era svegliato di soprassalto, in preda ai conati e alle forti vertigini e dolori alla cicatrice e Neville, spaventato, era andato a chiedere aiuto alla professoressa McGranitt che si era precipitata nel dormitorio maschile senza fare obiezioni e aveva immediatamente portato Harry da silente.

Il preside, dopo un accurato racconto da parte del ragazzo ed altri accertamenti che, avevano rivelato essere vero l'incubo di Harry, l'uomo aveva provveduto a mandare subito il moro e tutti i fratelli Weasley a casa di Sirius in anticipo, tramite una passaporta e sotto il naso della Umbridge.

Hermione ne era rimasta all'oscuro fino alla mattina, quando, dopo essersi svegliata e non aver trovato né Harry né Ron da nessuna parte, era stata convocata dalla Mcgranitt nel suo ufficio.

"Signorina Granger, si sieda per favore." Le aveva detto la professoressa, una volta che Hermione si era accomodata alla scrivania davanti alla donna.
"Professoressa, è successo qualcosa ad Harry e Ron?" Aveva chiesto Hermione con voce tremante.
"Perspicace come sempre, signorina Granger." Aveva sospirato la professoressa, facendo trattenere il fiato ad Hermione, che aveva sentito i battiti del suo cuore aumentare all'impazzata per il terrore che si era impossessato di lei.

La professoressa, vedendo il suo sguardo spaventato aveva velocemente aggiunto
"Non è successo niente di male ad Harry o Ron. Si tratta del signor Weasley." Il suo tono di voce controllato aveva allarmato ancora di più la riccia, che senza capire era rimasta a fissare la professoressa spaventata e a bocca aperta.

A quel punto la Mcgranitt vedendo che la ragazza non rispondeva ai comandi, aveva preso in mano le redini e aveva iniziato a raccontare tutta la vicenda, lasciando Hermione sempre più a bocca aperta e soprattutto sempre più sconvolta. A fine racconto, si era presa la premura di prepararle un thè molto forte e di esentarla dalle lezioni di quel pomeriggio per darle modo di riprendersi dallo shock e mettersi in contatto con gli amici.

La riccia, dopo aver ripreso l'uso della parola e un minimo di lucidità, aveva ringraziato la professoressa e, con gli occhi lucidi, era corsa nella Torre di Grifondoro per spedire immediatamente una lettera sia ai suoi genitori che agli amici. Avrebbe annullato la vacanza in montagna con i suoi, limitandosi semmai a fargli visita qualche giorno, prima di andare a casa di Sirius per dare sostegno morale agli Weasley e in particolar modo ad Harry e Ron.

Conoscendo bene il suo migliore amico, immaginava che si sentisse in colpa per aver fatto quel sogno e che in qualche modo, se ne sentisse il colpevole. Quel pensiero le strinse il cuore. Perché a soffrire doveva essere sempre Harry alla fine? Tutto ciò era terribilmente ingiusto. Probabilmente in quel momento si trovava rintanato in qualche angolo buio della casa, per nascondersi da tutti, compreso da Ron. Temendo che lo reputassero un mostro. Lui ancora non capiva, che loro tre, erano migliori amici e niente e nessuno, li avrebbe separati. Nemmeno i mille problemi di Harry.

Purtroppo non era potuta partire subito, perché la Umbridge era già furiosa per la partenza anticipata degli Weasley e soprattutto, di Harry. La Mcgranitt dunqu eaveva reputato opportuno farla ormai restare a scuola per quegli ultimi due giorni di lezione, giusto per non buttare altra carne sulla brace e far infuriare ancora di più la vecchia rospa, insinuandole dei sospetti.

"Insomma Draco, tu e la Granger?" Chiese Blaise con un ghigno, cogliendo il biondo di sorpresa, che quasi si strozzò con il suo succo di zucca.
"Cosa stai blaterando?" Sputacchiò, guardandosi attorno ansioso.
Per quale maledetto motivo Blaise doveva sempre uscire fuori con quelle domande assurde?

"Andiamo, vi ho visti a cura delle creature magiche. Stavate parlando, civilmente." Sogghignò il moro, trangugiando gli ultimi cereali nella tazza.
Draco gli lanciò un'occhiataccia
"Ci stavamo semplicemente sfottendo, come al solito." Sbuffò

"Secondo me no, credo che tra di voi le acque si stiano placando." Ammise Blaise
"Come no" bofonchiò Draco.
Lui e la Granger, in pace? Impossibile. Non ci avrebbe mai creduto, anche perché sarebbe stato impossibile. Si odiavano, punto.

Blaise alzò gli occhi al soffitto, sbuffando. Si trovavano in sala grande per la colazione, prima delle lezioni mattutine.
"Mettila come vuoi, ma comunque, ho un'idea geniale per festeggiare in grande l'inizio delle vacanze, prima di partire." Disse Blaise con un sorriso a trentadue denti, alzandosi da tavola.

"E sarebbe, quest'idea?" Chiese Draco, inarcando un sopracciglio scettico
"Una festa. In sala comune. Alcool a fiumi, roba da mangiare e divertimento a mille." Esultò Blaise, eccitato dalla prospettiva.
"Una festa? Non abbiamo MAI dato feste... E poi dove prenderemo tutta quella roba?" Chiese Draco incredulo, rallentando l'andatura del passo. Alla prima ora avrebbero avuto difesa contro le arti oscure con i Grifondoro, e non aveva tutta questa fretta di andare a lezione.

"Di quello non ti devi preoccupare, ci penseranno quelli del settimo anno. Basta che siamo tutti d'accordo. Sarà domani sera la festa." Spiegò brevemente l'amico, guardando Draco supplichevole
"E va bene, dopo mi spiegherai nel dettaglio." Acconsentì infine il ragazzo, con un'ultima scrollata di spalle.

-capitolo finitooo, manca davvero poco, all'avvicinamento tra Draco ed Hermione. La festa, è un elemento mooolto importante, tenetelo presente ♡. Bacioni grandi a tutti^^ -

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora